La Costituzione è morta. Viva la Costituzione!

23 Marzo 2023 10:00 Gilberto Trombetta

La contro-rivoluzione liberista degli ultimi 40 anni ci ha regalato l’aumento esponenziale della povertà assoluta (passata da neanche 2 milioni di italiani a 6), una quindicina di milioni di italiani tra disoccupati e inattivi, circa 6 milioni di italiani scappati all’estero in cerca di migliori condizioni di vita e di lavoro (di cui quasi 2 milioni di giovani laureati).

E ancora la cessione progressiva della nostra sovranità, cioè del nostro sacrosanto diritto all’autodeterminazione, la svendita dell’industria pubblica, una delle migliori al mondo, quella che ci regalò il miracolo economico italiano. Privatizzazioni e liberalizzazioni su larga scala di monopoli naturali e settori strategici. Con conseguente aumento dei costi per i cittadini, peggioramento dei servizi e, ovviamente, aumento dei dividendi per gli azionisti.

E poi 40 anni di salari stagnanti, anzi addirittura di crescita negativa dei salari (che poi vuol dire di taglio degli stipendi), una costante e progressiva moria dei negozi di vicinato (circa 200.000 solo negli ultimi 10 anni), una spaventosa erosione fiscale legalizzata (l’elusione delle grandi compagnie sovranazionali che sostituiscono 5 posti di lavoro stabili con 1 da precario e vanno a pagare le tasse nei paradisi fiscali).

Infine l’introduzione di un lasciapassare governativo per accedere a diritti fondamentali come il lavoro o la partecipazione alla vita sociale del Paese, l’ingresso in guerra per volere di Inghilterra e Usa contro uno dei nostri maggiori partner commerciali.

Tutte queste cose, ognuna di esse, rappresentano l’antitesi di quanto previsto dai diritti sanciti dalla Costituzione.

La verità, la triste verità, è cha la Costituzione è stata di fatto abrogata da almeno 40 anni.

Distrutta, calpestata, violata pezzo per pezzo, anno per anno.

Da una classe politica di pavidi servi, di venduti e di cialtroni. Centrosinistra, centrodestra e 5stelle.

E nel colpevole silenzio, quindi con la complicità, di una larga fetta della popolazione.

Che ha evidentemente dato per definitivamente acquisiti i diritti sociali. Diritti che invece si finisce per perdere se non si è disposti a lottare per mantenerli.

Ci stanno togliendo tutto. Tutti i nostri diritti. Uno a uno.

È questa l’Italia in cui vogliamo vivere? È questa l’Italia che vogliamo lasciare ai nostri figli, ai nostri nipoti, alle generazioni future?

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