Sui media main stream neanche una riga sulla possibilità che l’incendio nel porto di Amburgo sia stato un sabotaggio e che negli hangar andati distrutti fossero stipati armamenti e munizioni destinati al regime di Kiev. Ipotesi verosimile considerando, ad esempio, le esplosioni che si sono susseguite per cinque giorni e che di certo non avrebbero potuto provenire da “serbatoi di gas pressurizzato” come si è favoleggiato su giornali e TV. Ma, visto che questa Ipotesi evidenzierebbe l’estrema vulnerabilità dei paesi europei nel caso di conflitto con la Russia, tutti zitti.
Di riflesso, tutti i giornalisti di regime ad additare Putin per la presunta neutralizzazione del GPS dell’aereo della von Der Leyen in volo verso l’aeroporto di Plovdiv in Bulgaria e analoghi fantomatici attacchi ad aerei di linea; “episodi” che, verosimilmente, dovrebbero “giustificare” il bombardamento di una antenna radio nei pressi di Okunevo, a Kaliningrad, l’exclave russa tra Polonia e Lituania.
Intanto, già esiste un primo rapporto ufficiale della Bulgarian Air Traffic Services Authority che ridimensiona l’accaduto mentre Flightradar24 analizzando i dati del trasponder dell’aereo attesta che il velivolo, al pari di altri su quella rotta, non ha fatto nessuna deviazione significativa. Una bolla di sapone (come confermato qui anche da Stephen Bryen) questa faccenda del GPS? Temiamo di no. La faccenda dell’antenna radio nei pressi di Okunevo che, come ci illumina Il Corriere “già tra il 2023 e il 2024 alcuni generali europei proponevano di abbattere o disinnescare” è stata già ripresa da numerosi media che ora farneticano di un misterioso “documento interno dell'Ue redatto a maggio” secondo il quale, addirittura, già migliaia di voli aerei civili sarebbero stati disturbati nei GPS, evidentemente dai russi.
Un crash aereo da addebitare a Putin?
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