Stellantis-FCA Pomigliano. Slai Cobas chiede risarcimento milionario per violazione del diritto sindacale

Oltre alla mobilitazione in fabbrica in questi mesi contro i ritmi insostenibili di produzione, le condizioni igienico sanitarie precarie nei reparti, lo Sla Cobas passa anche alla controffensiva giudiziaria.

Lo scorso maggio, ci fu Una brutta mazzata per l’ex Fiat, ora Stellantis, che perse una lunga battaglia sindacale e giudiziaria sulle discriminazioni in fabbrica portata avanti dallo Slai Cobas.

In pratica, dallo scorso maggio non si potrà non tenere conto di questa sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli che, a suo tempo, ha stabilito che ci fu condotta antisindacale da parte del Lingotto riguardo il trasferimento di 316 lavoratori Fiat di Pomigliano al reparto logistico di Nola, dopo aver recepito i rilievi della Cassazione in merito all'attuazione in Italia del Diritto Antidiscriminatorio europeo.

La vicenda fu emblematica e relativa al trasferimento di 316 operai del sito Pomigliano al reparto-confino WCL di Nola avvenuto nel 2008. L’80% degli iscritti allo Slai Cobas fu trasferito in questo reparto confino, istituito quando alla guida del Lingotto c’era Sergio Marchionne, che elaborò un piano di ristrutturazione aziendale per lo stabilimento di Pomigliano d'Arco. Questo Polo logistico, non era altro che una riedizione dei reparti confino Fiat degli anni' 50 del 900, le cosiddette 'Officine Stella Rossa', dove venivano relegati gli operai comunisti e socialisti.

Dopo 4 anni di attesa tra la Pandemia da Covid-19 e altri rinvii, la Corte d’Appello di Napoli, fu costretta a riformulare la sentenza dopo i rilievi della Cassazione ritenendo che il comportamento dell’attuale Stellantis, già FCA e Fiat, fu antisindacale, non solo, annullò i trasferimenti per tutti i lavoratori interessati.

Il contenzioso giudiziario del sindacato di base non si è fermato. Giovedì scorso, Lo Slai ha depositato al “Tribunale del Lavoro di Nola, il primo dei ricorsi – milionari (sottoscritto al momento 34 lavoratori) per il risarcimento dell’ingente danno subito dagli iscritti a Slai cobas e deportati illegalmente nel 2008 dall’azienda (all’epoca FCA) al reparto - confino di Nola. “

Inoltre, il sindacato di base ricorda un aspetto importante: “Annichilita dal pronunciamento delle Corte di Appello di Napoli Stellantis ha di fatto 'accettato il torto' lasciando decorrere il termine di 2 mesi per impugnare il provvedimento facendo così passare in giudicato la sentenza per violazione del diritto antidiscriminatorio e dei diritti sindacali, sentenza che non potrà più essere modificata."

Ecco su quali basi è stata formulata la richiesta di risarcimento.

Per ogni singolo lavoratore si chiedono di 79.500 euro per danni patrimoniali (perdite economiche per cassa integrazione illegittima, premi produttività decurtati ecc.) e 60.000 euro per danni non patrimoniali in quanto, precisano dallo Slai, “la discriminazione subita è intesa come compromissione delle attività realizzatrici della persona e contrasta con l’insieme dei principi costituzionali e delle normative europee, e dei conseguenti diritti inderogabili di democrazia, libertà ideologica, di opinione e di affiliazione sindacale nei luoghi di lavoro.”

Insomma, l’autunno nello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco è appena iniziato e non si fermerà alle cause giudiziarie.

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