Mosca: L’Ucraina stava lavorando segretamente alla creazione di armi atomiche

06 Marzo 2022 19:00 Marinella Mondaini

L’operazione militare di Putin in Ucraina si basa su motivi di una gravità assoluta che non potevano attendere altro tempo per la risoluzione. Due motivi, dichiarati all’inizio, sono la denazificazione, cioè liberare l’Ucraina dall’ideologia nazista e la demilitarizzazione del paese. Ripulire il paese dalla montagna di armi presenti acquista ancora più importanza alla luce delle scioccanti notizie rivelate oggi a Mosca.

L’Ucraina stava lavorando segretamente alla creazione delle armi atomiche. Secondo i dati dei Servizi di Intelligence Straniera della Federazione Russa, l’Ucraina aveva già ricevuto per la tappa iniziale il plutonio nella quantità indispensabile dall’estero, al fine di velocizzare i lavori di ricerca, sperimentazione e costruzione per elaborare le armi atomiche. Tutto ciò è avvenuto con la partecipazione degli Stati Uniti.

Queste elaborazioni, che poi avrebbero potuto essere impiegate nella costruzione di testate nucleari, l’Ucraina le stava facendo sia nella direzione dell’uranio, che del plutonio.

La Comunità scientifica ucraina possiede competenze sufficienti a creare elaborazioni nucleari sia di tipo inclusivo che a cannone. Kiev avrebbe anche potuto segretamente acquistare in Occidente le tecnologie di arricchimento centrifugo dell’uranio e separazione isotopica laser, ha rivelato l’agenzia russa, fonte Tass.

Il ruolo principale in queste elaborazioni lo ha svolto il Centro Scientifico Nazionale dell’Istituto Fisico di Kharkov; oltre a questi lavori ha partecipato l’Istituto dei Problemi della Sicurezza di Chernobyl, e gli Istituti Scientifici di Kiev e Lvov (Leopoli).

L’Ucraina stava inoltre modernizzando i sistemi missilistici e costruendone di nuovi appositi per le armi atomiche.

Gli esperti militari russi ora collegano l’attacco degli ucraini alla centrale nucleare di Zaporoshije, al tentativo di impedire la scoperta dei documenti, relativi alla creazione delle armi atomiche, come minimo della “bomba sporca”.

Quando il presidente Zelenskij a febbraio era intervenuto alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, aveva dichiarato pubblicamente l’intenzione dell’Ucraina di uscire dal Trattato di Budapest del 1994 per dotarsi delle armi atomiche. In tal modo, l’Ucraina aveva lanciato alla Russia la minaccia che sarebbe uscita dallo status di “paese senza armi atomiche”.

E’ estremamente chiaro che la Russia non l’avrebbe mai tollerato, come è altresì chiaro che mentre Zelenskij faceva questa dichiarazione a Monaco, l’Ucraina aveva già passato determinate tappe nei lavori di elaborazione delle armi atomiche. A Mosca saltarono sulla sedia in parecchi per lo scalpore e l’indignazione.

Tutto questo ha sicuramente spinto Putin e i vertici militari russi a decidersi di intervenire il più presto possibile, anche alla luce di un altro fatto molto grave: l’attacco del governo ucraino con il sostegno della Nato, al Donbass e alla Crimea, sarebbe dovuto iniziare l’8 marzo, ha rivelato oggi il capo della repubblica di Donezk, Denis Pushilin.

Forse in Occidente, in Italia varrebbe la pena ridimensionare l’isteria antirussa alla luce di questi fatti gravissimi, che avrebbero compromesso la sicurezza e l’esistenza futura della Russia. E non solo. Costringere Kiev alla pace è di importanza vitale anche per la sicurezza dell’Europa e del mondo intero.

E concludo con alcuni dati odierni, relativi all’operazione speciale di difesa del Donbass : altri 11 centri abitati sono passati sotto la Repubblica popolare di Donezk. Le Forze militari russe sono avanzate di una decina di km. e hanno distrutto oggi 10 aerei e elicotteri militari ucraini. Grazie agli attacchi di alta tecnologia e precisione dall’inizio dell’operazione sono stati distrutti 2203 obiettivi militari ucraini.

Kiev oggi si è rifiutato di garantire il cessate il fuoco a Mariupol e a Volnovakha. Putin oggi ha informato Macron del fatto che Kiev non adempie agli accordi sui corridoi umanitari. I militari russi e i miliziani del Donbass hanno aperto ieri e oggi i corridoi umanitari, ma gli ucraini hanno dato il consenso a un minimo di evacuazione, sulla quale si erano messi d’accordo con la Russia, solo dopo un giorno. Secondo i dati, oggi hanno potuto lasciare Mariupol e dintorni, 300 persone. Come ha reso noto il capo delle milizie di donnesca Eduard Basurin, i nazisti ucraini hanno disseminato per la città di Mariupol 10.000 mine antiuomo, armi vietate dalle Convenzioni, chi passa su queste mine, come minimo rimane senza gli arti inferiori, inoltre hanno minato gli edifici, le case, hanno messo le mine fugas sulle strade, continuano a posizionare i missili Grad fra le case dei civili. I cittadini cercano di protestare ma senza risultati.

E’ una catastrofe umanitaria. “Kiev deve adempiere a tutte le richieste della Russia, senza condizioni, altrimenti il dialogo non è possibile e le conseguenze per lo Stato ucraino saranno pesantissime, deve smettere di sparare, adempiere alla questione umanitaria, garantire i corridoi umanitari, lasciare uscire la gente senza sparargli addosso, deve smettere di bombardare le città, ha sottolineato Putin, in caso contrario, “la Russia non fermerà l’operazione e andrà fino in fondo”.

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