Le trame del georgiano Saakashvili per diventare premier ucraino


di Eugenio Cipolla

La tregua natalizia, che ha permesso ad Arsenij Yatsenyuk di rimanere sulla poltrona di primo ministro, sembra essere finita. Al leader dell’ormai inesistente Fronte Popolare, scomparso persino dai radar dei sondaggisti, oggi sono arrivati due attacchi frontali, che hanno fatto presagire quali saranno le manovre dei prossimi mesi.
Il primo è firmato da Aivaras Abromavicius. Il ministro dello Sviluppo Economico ha annunciato le dimissioni a causa dei tentativi in atto di fermare il processo di riforme nel Paese, da tempo in preda a una grave crisi economica. Si tratta del terzo membro del governo, dopo Andrei Pivovarsky (Infrastrutture) e Yuri Stets (Informazione), a prendere una decisione del genere. «Ho deciso di dare le dimissioni dall'incarico di Ministro per lo Sviluppo economico e il Commercio dell'Ucraina - ha dichiarato - a causa dell'improvviso intensificarsi dei tentativi di boicottaggio di riforme importanti e di sistema nel nostro Paese». Per Abromavicius, «non si tratta soltanto di una mancanza di sostegno o di volontà politica ma, piuttosto, di vere e proprie iniziative che mirano a paralizzare i nostri sforzi di riforma».
L’esponente politico ha parlato di tentativi di imporre personalità "dubbie" nel team del ministro e in incarichi cruciali nelle imprese pubbliche. Di origini lituane Abromavicius aveva preso le redini del Ministero nel dicembre 2014, promettendo di usare «i metodi più radicali per attuare le riforme economiche». In Rada la notizia delle sue dimissioni non è stata presa molto bene. Il blocco Poroshenko ha già annunciato che l’intenzione del governo è quella di respingere le dimissioni di Abromavicius, sostenendo che nessuno deve fuggire dalle proprie responsabilità.
Ma la vera stoccata l’ha firmata Mikhail Saakashvili, ex premier georgiano e attuale governatore della regione di Odessa, il quale qualche mese fa ha rinunciato definitivamente alla cittadinanza di nascita, ottenendo quella ucraina. «Spero che dopo il 16 febbraio, dopo che sentiremo la relazione in Parlamento, ci sarà un nuovo governo, un nuovo primo ministro», ha detto durante un incontro con alcune importanti personalità di Odessa, trasmesso dal canale "112 Ucraina".
La mossa, a ridosso del 16 febbraio, e le parole, pesanti quasi da suonare come sentenza definitiva, non sono casuali. Non è un mistero, infatti, che Saakashvili punti a sostituire Yatsenyuk, con il quale non ha buon rapporto. Secondo Kost Bondarenko, direttore della Fondazione “Politica ucraina”, Abromavicius scenderà in campo e assieme all’ex premier georgiano «condurranno un’offensiva politica contro il governo».
Intanto, sempre oggi, la Verkhvona Rada ha ratificato un accordo con la Banca europea degli investimenti (Bei) per il prestito di 400 milioni di euro, siglato lo scorso luglio. «I fondi verranno allocati per finanziare progetti di infrastrutture statali in medie e grandi città del paese», si legge in un comunicato del Parlamento. «L'obiettivo principale delle iniziative sarà la ricostruzione e protezione delle strutture comunali, nonché la prevenzione del loro deterioramento».

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