Tu vuò fà l'americano

03 Luglio 2022 15:18 Aurelio Armellini

Il trasformismo è un fenomeno associato e studiato della storia politica italiana. Con le vicissitudini dell'attuale ministro degli esteri, tuttavia, il termine deve necessariamente essere aggiornato.

Eletto con un programma che chiedeva la ridiscussione delle basi Nato e la cacciata delle testate nucleari Usa sul nostro territorio, Luigi Di Maio è passato, in modo parossitico e caricaturale ormai, a rappresentare il lato più estremista di quel fondamentalismo atlantista incarnato dalla propaganda di Repubblica.

E’ con toni trionfalistici, infatti, che il giornale della Fiat fa notare che durante la festa nazionale Usa organizzata in Italia, il ministro italiano decida, tra l'ilarità dei presenti per il fantozziano senso di reverenza, di apporre la mano sul cuore al passaggio dei marines.

E’ con toni trionfalistici che il giornale diretto da Molinari si compiace del fatto che il ministro degli esteri, eletto con un programma che poneva al centro la riappropriazione della sovranità popolare, sia divenuto il principale Quisling dell’imperialismo Usa.

Dopo il piano di pace “di Repubblica” irriso in tutto il mondo e la preparazione comunicativa congiunta della scissione da quel Cinque Stelle piegatosi a votare comunque la risoluzione imposta da Draghi; la fusione di Di Maio con il giornale della Fiat è ormai completata. All’insegna, chiaramente, della cieca obbedienza dello stesso padrone.

Quel padrone che nelle vesti di Nancy Pelosi non perde la possibilità di sottolineare il tutto con un "lapsus".

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