La stampa padronale, la Nato e Mario Draghi

15 Giugno 2021 12:00 Giorgio Cremaschi

Oggi la stampa padronale italiana, praticamente tutta, festeggia il ritorno in grande stile della NATO, finalmente in campo contro il nuovo nemico formalmente individuato: la Cina.
Tra i più entusiasti si è subito proclamato Mario Draghi, manager di Goldman Sachs diventato anche per questo banchiere europeo e poi presidente del consiglio in Italia. Draghi ha spiegato che il proclama guerrafondaio della NATO, che in nome dei valori della democrazia ha rinsaldato l’alleanza con Erdogan, rappresenta una logica conclusione dell’incontro del G7 in Cornovaglia.
I grandi paesi occidentali oggi si sentono minacciati negli sporchi affari con i quali hanno nel passato dominato il mondo; sporchi affari che ora sono insidiati non solo dalla crescita della Cina, ma dall’affermarsi in tutto il pianeta di nuovi equilibri con i paesi di quello che una volta era chiamato il terzo mondo. La pandemia ha mostrato tutti i guasti e le ingiustizie dei sistemi capitalisti occidentali, ma invece che riflettere su ciò che è successo, le classi dirigenti del G7 vogliono continuare come prima e peggio di prima. Non c’è niente di più ottuso e pericoloso di un Occidente che invece che prendere atto che il mondo è cambiato, cerca di restaurare l’impero perduto, mascherandosi con l’ipocrita difesa dei propri valori. Come facevano le potenze coloniali europee alla fine dell’800 mentre si spartivano l’Africa e l’Asia.
Dentro questa ottusità reazionaria Mario Draghi è uno dei migliori. Già il suo governo si sta mostrando come uno dei più classisti, padronali, affaristi e socialmente iniqui della storia repubblicana. Allo stesso modo sul piano della politica internazionale il governo Draghi colloca il nostro paese sulle peggiori frontiere del militarismo euroatlantico. Come Biden ha fatto proprie le peggiori pulsioni anticinesi di Trump, così oggi Draghi fa propri gli slogan di Salvini e Meloni e annuncia che rivedrà gli accordi con la Cina, come chiedeva già Pompeo.
Oggi Draghi ed il suo governo non solo sbloccano i licenziamenti, liberalizzano gli appalti, estendono la schiavitù del lavoro e la devastazione dell’ambiente. Oggi costoro impegnano l’Italia in nuove pericolose tensioni, in maggiori spese e in future avventure militari. Più liberismo e più NATO è l’accoppiata distruttiva di questo governo.
Quando il PD, il centrosinistra, i cinquestelle vi chiederanno di sostenerli contro la destra fate loro un distinto e convinto pernacchio. Con il loro convinto appoggio al banchiere guerrafondaio, questi partiti stanno lavorando per una destra che più destra non si può.
No a Draghi, no alla NATO.

Le più recenti da Dalla parte del lavoro

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa