1° maggio, Pio La Torre non lo onori chi l'ha tradito
Molti oggi ricorderanno l'anniversario dell'uccisione di Pio La Torre, con puri esercizi retorici, pur di NON ricordare chi fu veramente Pio La Torre.
Allo stesso tempo, il primo maggio non collegheranno Portella della Ginestra con la lotta contro la connessione mafia-potere politico, che ebbe in Pio La Torre un protagonista indiscusso.
Ricordiamo a sindacati e PD con qualche dato cosa fece questo ragazzo, comunista, nato in una povera famiglia contadina?
La legge n. 646, del 13 settembre 1982, nota come legge "Rognoni-La Torre", introdusse per la prima volta nel codice penale la previsione del reato di “associazione di tipo mafioso” (art. 416 bis) e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali.
Il testo traeva origine dalla proposta di legge presentata alla Camera dei deputati il 31 marzo 1980 (Atto Camera n. 1581), che aveva come primo firmatario l'on. Pio La Torre ed alla cui formulazione tecnica collaborarono anche due giovani magistrati della Procura di Palermo, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Quando Pio La Torre tornò nuovamente in Sicilia nell’autunno del 1981 per prendere in mano la direzione del Partito Comunista regionale, dopo la parentesi romana durata 12 anni come membro della Direzione e della Segreteria nazionali del partito, si dedicò al “ preciso compito di dare la precedenza su tutto alla lotta contro l’installazione dei missili” a Comiso". Il 7 agosto di quell’anno, infatti, il Consiglio dei ministri aveva approvato la decisione della Nato di collocare 112 missili nucleari di media gittata, Cruise, nell’aeroporto siciliano di Comiso, ( "liberato" dopo molte lotte NoNATO, unico aeroporto civile che serve la Sicilia del Sud).
"I veri nobili della Sicilia sono Pio La Torre, Rosario Di Salvo, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, tutti coloro che hanno lottato e sacrificato la loro vita per la libertà, per la giustizia, il rispetto dei diritti di tutti. Onore a loro." Così Vincenzo Consolo nel suo atto unico "Pio La Torre, orgoglio di Sicilia". Ecco, adesso potete onorarlo, magari vergognandovi un pochino di averlo tradito.
Agata Iacono