Caro Conte, la questione del Mes non va valutata alla fine. Il NO deve essere chiaro oggi

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Caro Conte, la questione del Mes non va valutata alla fine. Il NO deve essere chiaro oggi



di Giuseppe Masala 

 

Come sempre Conte al momento del dunque si dimostra un Azzeccagarbugli che guarda al suo particulare per dirla con Guicciardini. Altro che Avvocato del Popolo!


Ora dice alla sua maggioranza che la questione del Mes va valutata alla fine considerando l'eventuale presenza di condizionalità e che ora bisogna concentrarsi sull'ottenimento degli Eurobond. No, caro Giuseppe, tu lo sai bene che gli Eurobond non li otterrai mai, e semmai avrai una mezza promessa ci vorranno mesi e mesi. Tralascio infine di sottolineare che l'ottenimento degli Eurobond non basta, poi bisogna convincere la Bce a comprarli come se non ci fosse un domani. Aspetta e spera, noi nel frattempo saremo fritti in padella come l'andamento dei tassi sta lì a dimostrare inoppugnabilmente.


L'obbiettivo chiaro di Conte è andare al vertice dei capi di stato e di governo della UE e sostenere certo la causa degli Eurobond ma contemporaneamente firmare quanto deliberato all'Eurogruppo anche da Gualtieri. Dunque firmerà il percorso proposto dall'Eurogruppo ovvero Mes (con linee sanitarie senza condizionalità) più Sure, più Bei e magari quella mezza promessina di Recovery Bond via bilancio Eu. Poi una volta firmato, dirà ovviamente che quanto sottoscritto non obbliga l'Italia ad accedere al percorso ma è fatto per tutti i paesi che avranno necessità. A quel punto passerà la patata bollente al Parlamento. Che, ci vuole poco a capire, deciderà quando saremo ben cotti dai mercati, con tassi alle stelle e spread a vette siderali. A quel punto il Parlamento dovrà decidere sulla scorta dell'emergenza prendendosi comunque una responsabilità storica. Il Parlamento comunque avrà addosso una responsabilità storica e lui ne esce con le mani pulite. As usual.


Il Piano B va messo in moto ora e se non c'è lo si vara d'urgenza. Come? Semplice. Domani il Mef deve comunicare un emissione di Btp in dollari. E a Bruxelles ci vai con la pistola carica a parlare con gli usurai. Tutti sanno che il Presidente degli Usa ha firmato un memorandum di aiuti per l'Italia che coinvolge anche il Tesoro Usa e dunque non riguarda solo gli aspetti sanitari ma anche economici. Non cogliere questo è semplicemente un crimine e un tradimento. Andare a parlare con il nemico già da sconfitto. E chi non capisce che indebitarsi in dollari non è un problema perchè con l'Euro già ci indebitiamo in marchi (sorvolando il fatto che comunque la Bce è già indebitata in dollari peraltro per salvare le banche del nordeuropa con nostra garanzia illimitata e solidale).
 

E sia chiara un'altra cosa. Una eventuale capitolazione dell'Italia con depredazione dei beni nazionali da parte dei fratelli europoidi non significherà la fine della guerra in corso. Gli americani, gli inglesi e i russi non accetteranno mai una Germania padrona d'Europa che usa l'Italia come un'espressione geografica per dilagare nel Mediterraneo (davvero curioso, mentre i nostri europoidi guardano al Nord Europa in realtà i tedeschi guardano al Mediterraneo). Il terzo assalto al Potere Mondiale causerà conseguenze importanti e alla fine la sconfitta della Germania sarà certa. Non è questione di Trump o di chiunque altro siede alla Casa Bianca, semplicemente nessuno vuole Berlino a quel tavolo a cui sempre ambisce (al costo di due guerre mondiali e di una enorme truffa come la UE): il tavolo delle grandi potenze del mondo.


Noi in questo momento stiamo scegliendo da che parte stare. Morire per Berlino diventando loro ascari o sganciarci dall'ennesima follia in cui ci stanno cacciando tendendo la mano agli Usa e alla Gran Bretagna. E' un dramma in realtà che ciclicamente si pone in Italia: ricordiamo Agostino De Pretis che entrò nella Triplice Alleanza, poi le convulsioni che precedettero la nostra entrata nella prima guerra mondiale, poi ancora la continua lotta tra filo tedeschi e filo inglesi all'interno del regime fascista (che finì come ben sappiamo). Ora ci risiamo. La Storia insegna ma non ha scolari notava Antonio Gramsci.

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