Eu-Cina, Global Chain Value e quello che la Padania (Lega) non capisce

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Eu-Cina, Global Chain Value e quello che la Padania (Lega) non capisce


di Giuseppe Masala

 

Della evidente spaccatura tra UE e mondo anglosassone più volte ho parlato. Ciò che forse però non è troppo chiaro è quali siano le scelte strategiche dell'Europa (e della Germania che di fatto decide per tutti) in materia di partenariato internazionale qualora la rottura con l'anglosfera diventasse non più ricomponibile (cioè dopo una #Brexit senza accordo).


L'Europa ha scelto la Cina come partner privilegiato, e su questo nulla di male di per sé a parte il fatto che scelte di questa rilevanza strategica andrebbero concordate tra tutti i partners. A dimostrazione di questa scelta strategica basti pensare alla costruzione del corridoio #SilkWind UE-Caucaso-Asia che collega il cuore dell'Europa con la Cina bypassando la via della seta cinese che passa in Russia. Segno di una scelta irreversibile che va perseguita anche se un giorno - a causa dei mile giochi diplomatici che si possono verificare - la Russia si alleasse con gli USA.


Ma il punto del mio discorso non è soltanto quello. E' che l'integrazione del tessuto economico del Nord Italia nella Global Chain Value tedesca significa che i prezzi li fanno i tedeschi (come sempre accade nelle global chain value è chi sta in cima alla piramide è dispone dei cosiddetti marchi premium). In altri termini, al Nord si possono costruire i freni migliori del mondo ma i prezzi (e quindi i relativi profitti spettanti) saranno decisi a Monaco di Baviera sede della BMW. Inutile sottolineare che i tedeschi i prezzi li faranno pro domo propria e non certamente a tutela degli anelli inferiori della catena del valore. In buona sostanza l'integrazione con la #KornEurope significa perdere ogni sorta di autonomia e indipendenza. E significa anche ridursi né più e né meno ai livelli dell'Ungheria, della Romania e della Polonia.


In altri termini questo progetto è l'esatto opposto del progetto firmato unilateralmente dall'Italia (con travasi di bile di tutti gli europoidi a partire dalla Merkel) qualche mese fa da Xi e da Conte che sanciva l'adesione dell'Italia alla Belt and Road cinese. In questo caso infatti si aprivano mercati e in Cina si andava a vendere i nostri prodotti anche (e soprattutto) in concorrenza a quelli tedeschi (ricordo che la Germania ha nella Cina il suo primo mercato di sbocco). Andando in Cina da contoterzista integrato nella #KornEurope significa andarci da servo dei tedeschi. Questo è quello che stanno perseguendo quegli imbecilli totali di Zaia, Bonacini e Fontana. O per fare un altro esempio visto che al Nord vogliono continui sconti fiscali da Roma; se si integrano nella Global Chain Value della Germania significa che gli eventuali sconti fiscali ottenuti andranno ai tedeschi. Come? Semplice basta che chiedono uno sconto ulteriore sugli ordinativi. Integrarsi nelle Global Chain Value altrui (anzichè costruire le proprie) significa essere spremuti nei prezzi da chi sta in cima.


Dunque la scelta che sta facendo il Nord è suicida e l'autonomia richiesta né è la debita premessa.

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