Lavoratori e intelligenza artificiale: consensi e perplessità nel mondo dei giochi
L’intelligenza artificiale promette un avanzamento dei processi lavorativi su tutti i livelli anche per quanto concerne il mondo ludico. Proprio tale prospettiva ha suscitato grande preoccupazione nei lavoratori, che temono di essere surclassati dall’automazione.
Eppure c’è chi giura che spetta all’AI semplicemente semplificare e migliorare il prodotto finale. Per ciò che concerne il mondo del gaming questo significa regalare all’utente un’esperienza più sicura, coinvolgente e personalizzata.
Ecco allora che mentre alcune grandi aziende del settore si confrontano con questa novità con un certo entusiasmo, altre adottano un approccio più diffidente. Una via di mezzo tra le due posizioni può essere considerata quella della holding di videogiochi svedese Embracer Group. Il CEO, Swen Vincke, esprime grande fiducia nella capacità di questi algoritmi di velocizzare il lavoro, ma d’altra parte reputa irrinunciabile la creatività ed il talento umano.
Del resto, l’implementazione dell’IA aprirebbe nuovi scenari proprio nel mondo del lavoro, poiché richiede l’introduzione di nuove figure professionali che abbiano le competenze per poter mettere in campo tutte le risorse che offre. Questo dovrebbe fare da contraltare a chi presagisce la perdita di posti di lavoro.
Come sempre accade quando il progresso entra nella storia, la soluzione sarebbe far sì che proprio i lavoratori più a rischio acquisissero le competenze necessarie per potersi confrontare con le nuove tecnologie. Si tratta di una procedura che in verità è già in atto in molti contesti.
Pensiamo a tutte le piattaforme in rete che consentono di giocare alle slot online, qui gli algoritmi raccolgono i dati sui comportamenti degli utenti, ma gli analisti li leggono per offrire a questi ultimi esperienze uniche. In molte piattaforme di gioco l’assistenza virtuale si affianca a quella dell’operatore reale per semplificare il lavoro di quest’ultimo ed ottimizzare i tempi per l’utente che ha bisogno di risposte in breve termine.
Chi invece prende le distanze con una scelta radicale è Nintendo, che afferma di non voler al momento adottare l’IA generativa, che viene sempre più utilizzata altrove per creare una migliore interazione tra giocatori e gioco. Si tratta di una scelta controcorrente che a detta di qualcuno potrebbe avere delle ripercussioni importanti sull’attività dell’azienda giapponese.
Ma se siamo in anticipo per stabilire quale posizione sia più o meno congeniale per il successo del settore, è doveroso fin da oggi lavorare su un compromesso che tenga insieme quest’ultimo con la tutela dei lavoratori.