Ma perché Trump non mostra al mondo delle armi chimiche presenti nella base aerea di Al-Shayrat?

Ma perché Trump non mostra al mondo delle armi chimiche presenti nella base aerea di Al-Shayrat?

Nessuna prova, nonostante i satelliti e i droni spia degli Stati Uniti battano quell’angolo di mondo in maniera più che capillare, data l’importanza geopolitica della guerra siriana.

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!


PICCOLE NOTE


«È chiaro a qualsiasi esperto che la decisione di colpire è stata decisa da Washington prima degli eventi di Idlib, che sono stati utilizzati semplicemente come scusa per una dimostrazione di forza». Questo comunicato del ministero degli Esteri russo è l’atto di accusa più forte e più puntuale mosso da Mosca agli Stati Uniti.



 

Molti dei cruise lanciati sono andati a bersaglio, colpendo la base aerea di Al-Shayrat, situata 20 km da Homs, lungo strada che collega la città a Palmira e Deir Ez-Zour. L’aeroporto era stato ampliato due anni fa per far posto agli aerei russi impegnati nel Paese.

 

Trump ha affermato che è stata colpita la base dalla quale sarebbe partito l’attacco chimico su Idlib. Affermazione non suffragata da alcuna prova, dal momento che non è stata fatta alcuna indagine sul terreno.

 

Nessuna prova, nonostante i satelliti e i droni spia degli Stati Uniti battano quell’angolo di mondo in maniera più che capillare, data l’importanza geopolitica della guerra siriana.

 

Proprio la fretta di assestare il colpo indica anzi l’esatto contrario, altrimenti, per giustificare quella che è evidentemente un’aggressione a uno Stato sovrano, avrebbero esibito tali prove al mondo come giustificazione previa.

 

Così è avvenuto, seppur in maniera tragicomica, con le “prove” esibite all’Onu dall’allora segretario di Stato Usa Colin Powell al tempo della guerra in Iraq (prove poi rivelatesi false).

 

Anche quel conflitto fu scatenato per eliminare dalla scena internazionale la minaccia costituita dalle armi chimiche. Allora si trattava di quelle attribuite a Saddam oggi di quelle attribuite ad Assad. Come si vede, il copione si ripete con tragica banalità. Non esistevano allora, non esistono oggi.

 

La diversità rispetto allo scenario di allora è che in Siria sono presenti forze russe e sono attive le milizie del Terrore globale, dall’Isis ad al Nusra (leggi al Qaeda).

 

Che una guerra contro Assad abbia come conseguenza diretta il dilagare del terrorismo in Siria e nel mondo è alquanto ovvio. Si è visto stanotte, quando in concomitanza con il raid missilistico contro alla base aerea, l’Isis ha attaccato una postazione dell’esercito di Damasco posta nelle vicinanze.

 

Ma ciò evidentemente non interessa a quanti vogliono trascinare l’America in guerra, da Erdogan a Netanyahu ai sauditi, ma soprattutto quei circoli neocon che, dopo aver tentato di portare alla presidenza la Clinton, hanno stretto Trump in un angolo con lo scandalo Russia-gate, costringendolo a cambiare radicalmente indirizzo alla sua politica estera.

 

L’altro elemento di diversità rispetto alla guerra irachena, è la presenza di forze russe nel Paese. Non è chiaro se i russi siano stati avvertiti o meno dell’attacco, dal momento che circolano dichiarazioni contrastanti.

 

Anche nel caso di un avvertimento previo, resta però l’enormità di quanto è accaduto: si tratta della prima aggressione diretta degli Stati Uniti contro la Russia dalla seconda guerra mondiale. Non era mai avvenuto che la prima attaccasse la seconda o viceversa.

 

Un’eventualità che dalla seconda guerra mondiale è stata scongiurata in ogni modo, soprattutto da quando le due potenze si sono dotate di arsenali nucleari in grado di incenerire il mondo.

 

Il messaggio che veicola l’attacco di stanotte è quindi agghiacciante: il regime-change in Siria è irrevocabile, anche a costo di scatenare una guerra globale. Questo il baratro nel quale sta precipitando il mondo la follia dei neocon.



 

L’unico filo di speranza che resta in questo tunnel oscuro è che la visita del Segretario del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, prevista per il prossimo 10 e 11 aprile, non è stata cancellata.

 

Impossibile che gli Stati Uniti recedano dalla tragica strada intrapresa. L’alternativa che si pone è se tale prova di forza, l’ennesima, avverrà nella cornice di una trattativa sottotraccia tra Washington e Mosca oppure attraverso un’azione unilaterale dalla portata imprevedibile.

Strage di Suviana e la logica del capitalismo di Paolo Desogus Strage di Suviana e la logica del capitalismo

Strage di Suviana e la logica del capitalismo

Tra neoliberismo e NATO: l'Argentina sull'orlo dell'abisso di Fabrizio Verde Tra neoliberismo e NATO: l'Argentina sull'orlo dell'abisso

Tra neoliberismo e NATO: l'Argentina sull'orlo dell'abisso

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda di Geraldina Colotti Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

La fine dell'impunità di Israele di Clara Statello La fine dell'impunità di Israele

La fine dell'impunità di Israele

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Lenin, un patriota russo di Leonardo Sinigaglia Lenin, un patriota russo

Lenin, un patriota russo

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Liberal-Autocrazie di Giuseppe Giannini Liberal-Autocrazie

Liberal-Autocrazie

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare di Michelangelo Severgnini Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Il primo dei poveri di Pasquale Cicalese Il primo dei poveri

Il primo dei poveri

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

La crisi nel Corno d’Africa di Paolo Arigotti La crisi nel Corno d’Africa

La crisi nel Corno d’Africa

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti