Gentiloni torna a parlare di Siria in Aula. Il contributo dell'Italia? "Lavorare per la destituzione di Assad"

4388
Gentiloni torna a parlare di Siria in Aula. Il contributo dell'Italia? "Lavorare per la destituzione di Assad"

 
Rispondendo in Aula ad un'interrogazione dell'on. Quartapelle, il ministro degli esteri Paolo Gentiloni ha affrontato mercoledì pomeriggio in Aula la crisi siriana alla luce del cessate il fuoco annunciato da Russia e Stati Uniti. Il ministro degli esteri italiano ha affermato che il Gruppo di sostegno per la Siria, di cui l'Italia fa parte (con tutti i principali finanziatori e sostenitori dell'Isis, in particolare l'Arabia Saudita, ma questo Gentiloni dimentica sempre di ricordarlo) ha raggiunto l'obiettivo di due punti importanti: dare accesso agli aiuti umanitari e inizio del cessate il fuoco. 
 
Secondo il ministro Gentiloni, sul primo punto, sugli aiuti umanitari, "il regime di Assad" è colpevole perché a giorni alterni permette l'arrivo dei convogli umanitari nelle zone dal suo esercito assediato. "Alcuni giorni lo nega tanto che nei prossimi giorni si procederà con air drops", queste le parole del ministro. In Siria, dopo che l'Isis era arrivato ad un passo da Damasco, l'esercito siriano, grazie all'intervento dell'aviazione russa e dei suoi alleati regionali, ha iniziato la liberazione del paese. Si tratta di liberazione contro chi ha assediato le città in passato. Ma Gentiloni, come la stampa italiana tutta, capovolge la situazione con una delle azioni di falsificazione più sporca della storia recente. Ricordiamo qui le parole illuminanti che Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana, ha scritto a proposito: “Forse non lo sapevate ma in questi ultimi giorni, e solo in questi ultimi giorni, il mondo delle persone perbene, di coloro che hanno a cuore la libertà, è angosciato dall’assedio di Aleppo. Il che è un po’ curioso, perché Aleppo è sotto assedio da tre anni e mezzo.” 
 
Secondo punto toccato da Gentiloni: cessazione delle ostilità: "il lavoro che stiamo facendo è che le varie parte mettano davanti varie precondizioni" che farebbero risultare vano il tentativo della tregua annunciata per il 27.
 
Ricordiamo al ministro Gentiloni che il governo siriano ha immediatamente accettato la tregua siglata dagli Stati Uniti e Russia, tranne che per la lotta contro i terroristi di Al-Nusra e Isis. Al contrario, nessuna notizia certa dai “nostri”, dai “ribelli moderati”. E' trapelata ieri da fonti libanesi rilanciate sui media internazionali, che un importante esponente dell'esercito libero siriano (FSA) ponesse come condizione all'accettazione della tregua l'inclusione di Al-Nusra, cioè Al-Qaeda.

Leggi: I "ribelli moderati" del FSA rifiutano la tregua in Siria per l'esclusione di Al-Nusra (Al-Qaeda)

Quando Gentiloni in Aula dichiara di temere che la tregua possa saltare per “precondizioni” non spiega, in poche parole, che si tratta del fatto che i nostri “ribelli” quelli moderati, quelli che l'Italia riconosce come legittimi rappresentanti della Siria stiano per gettare la maschera davanti al mondo sulla loro comunanza di intenti e visioni con i terroristi che assediano e occupano il paese.
 
Tornando a Gentiloni. Non una parola su Turchia, paese NATO ormai fuori controllo che bombarda un paese sovrano (la Siria) da giorni e giorni, massacrando i curdi al confine. Non una parola sul regime dell'Arabia Saudita, che minaccia un intervento armato in Siria ed è il principale sostenitore e finanziatore della sua destabilizzazione attraverso l'Isis. Non una parola su questi due paesi, ma la conclusione di Gentiloni è per il “contributo” che l'Italia deve fare per risolvere la crisi siriana. “Lavorare per l'uscita di scena di Assad e per una transizione del paese". Una transizione con quei ribelli moderati premurosi del futuro di Al-Nusra eterodiretta dall'occidente, chiaramente.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Maradona: l'eroe di Napoli e dei popoli in lotta di Fabrizio Verde Maradona: l'eroe di Napoli e dei popoli in lotta

Maradona: l'eroe di Napoli e dei popoli in lotta

Burevestnik: il game changer della Russia di Giuseppe Masala Burevestnik: il game changer della Russia

Burevestnik: il game changer della Russia

La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin di Francesco Santoianni La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin

La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo di Francesco Erspamer  Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici di Paolo Desogus La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

Nel “bunker” di Maduro di Geraldina Colotti Nel “bunker” di Maduro

Nel “bunker” di Maduro

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

“Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia di Marinella Mondaini “Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia

“Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Cina e Russia non temono più l'Occidente di Michele Blanco Cina e Russia non temono più l'Occidente

Cina e Russia non temono più l'Occidente

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti