Il nuovo ricatto dei soliti noti: "Fate presto... con il MES"


di Paolo Desogus*

La Pasqua non ha portato consiglio. Si fanno sempre più forti le pressioni favorevoli a un accordo dell'Italia sul MES e dunque per il commissariamento del paese e della democrazia. Si sta ripresentando uno scenario non dissimile a quello i nove anni fa.


Gli attori sono sempre gli stessi: l'area prodiana del PD, pezzi di establishment che hanno come punto di riferimento il Corsera e ovviamente Repubblica di John Elkan. La novità è la presenza dei renziani, che nove anni fa non c'erano, ma che hanno oggi guadagnato la fama dei politici più venduti e insulsi della Via Lattea.


A questa gente del paese non frega nulla. È anzi probabile che lo disprezzino.


In tutti i casi non hanno alcuno scrupolo a farne carne da macello. Lo hanno dimostrato già durante il governo Monti e negli anni del governo Prodi, quando mezzo paese è stato vergognosamente privatizzato e duramente indebolito. Rispetto a quegli anni oggi però non hanno il consenso parlamentare e men che meno democratico per svenderlo ulteriormente e tirar su qualche strapuntino per sé e i propri famigli. La loro unica possibilità è quella di agire attraverso la governance europea e il dispotismo della Troika.


Il MES è la loro occasione per tornare alla ribalta.


Perché dobbiamo sacrificare il paese ancora per loro? Che senso ha dare retta ancora a questa gente? Hanno fallito e tradito il paese.


P.s. Il "Fate presto" si arricchisce di Confidustria. "Usiamo il MES, evitiamo polemiche".




*Professore alla Sorbona di Parigi

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