Sa(n)remo arruolati in guerra

19 Gennaio 2023 07:00 Giorgio Cremaschi

E così l’ospite d’onore del Festival di Sanremo sarà Zelensky. Non è solidarietà, ma propaganda di guerra.

Intervistato da Bruno Vespa, il presidente ucraino ha tranquillamente affermato che l’Italia sarà “costretta” ad entrare in guerra con la Russia, come di fatto lo è già tutta la NATO.

Gli ha fatto eco la premier della Finlandia, Sanna Marin. Che, intervenendo al festival dei ricchi di Davos, ha proclamato la guerra totale alla Russia, prevedendone perfino una durata di quindici anni e più. “Dobbiamo vincere e basta“, ha proclamato la ‘finta progressista’, mentre a sua volta Zelensky annunciava come all’ordine del giorno, se non persino auspicabile, la Terza guerra mondiale.

Tutto questo non avviene a caso. La propaganda dei governanti, l’uso spregiudicato dei festival e degli spettacoli, hanno uno scopo preciso: abituare l’opinione pubblica europea ad un guerra sempre più dura e costosa.

Oramai sul campo della politica europea ci sono solo due opzioni: o la guerra infinita, l’Afghanistan europeo di cui un anno fa già parlava Hillary Clinton, oppure la Terza guerra mondiale. Sempre che la seconda non sia lo sbocco della prima; e infatti in Italia si installano bombe atomiche di nuove generazione, pronte per l’uso.

Ecco allora che anche Sanremo deve essere arruolato e il palco dell’Ariston deve raccogliere l’eredità dei teatri dove si cantava “Tripoli bel suol d’amore” o “La canzone del Piave”, mentre chi moriva di guerra malediceva chi sulla guerra costruiva ricchezza e potere.

L’arruolamento in guerra di Sanremo, dove pure una volta si cantava “mettete dei fiori nei vostri cannoni“, è un altro segno della militarizzazione del paese, un segno esteriore a cui corrispondono atti ben più concreti ed impegnativi.

Siamo in guerra contro la Russia, anche se governanti e politici fanno finta che non sia così, ma è proprio la società dello spettacolo, nel suo evento nazional-popolare più seguito, a dirci la verità.

La retorica bellicista oramai domina il paese e il governo di estrema destra di Giorgia Meloni non può che trarne giovamento, mentre gli utili idioti, ‘finti progressisti’, le fanno da coristi.

Io non voglio che Zelensky canti a Sanremo, ma sono purtroppo sicuro che lui vincerà il Festival. E il premio saranno cannoni, carri armati, missili che invieremo in guerra, in attesa di mandarci i soldati. Sempre sulle note della stessa miserabile musica guerrafondaia.

Le più recenti da Dalla parte del lavoro

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

I 3 momenti che sanciscono il punto di non ritorno per l'Europa

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Da sempre nella storia esistono dei passaggi storici che segnano un punto di svolta per interi popoli e per interi continenti. Sovente questi passaggi sono legati...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa