Argentina, il Frente de Todos perde le elezioni parlamentari

15 Novembre 2021 20:04 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Il Frente de Todos, partito guidato da Cristina e Alberto Fernández, è uscito sconfitto questa domenica dalle elezioni parlamentari argentine in cui si assegnavano 127 dei 257 seggi alla Camera dei Deputati e 24 dei 54 seggi alla Camera dei Senatori.

I risultati sono stati diffusi intorno alle 7 di ieri sera (in Argentina) e anche se per un attimo il partito ufficiale aveva rimontato, lo slancio non è bastato a sconfiggere ‘Unidos por el Cambio’, organizzazione politica guidata dall'ex presidente neoliberista Mauricio Macri.

La formazione neoliberista dell’ex presidente ha ottenuto circa il 10% delle preferenze in più rispetto al Frente de Todos.

Il risultato negativo mette a rischio la leadership di Alberto Fernández per la seconda metà del suo mandato presidenziale, reso complicato dall'instabilità economica ereditata da Mauricio Macri, che ha lasciato un paese indebitato fino al collo col Fondo Monetario Internazionale.

Per questa ragione, il presidente ha indirizzato un messaggio alla nazione una volta conosciuti i risultati. Alberto Fernández ha riconosciuto gli errori commessi e invitato al dialogo e alla costruzione collettiva di soluzioni ai problemi del Paese.

“In Argentina si apre una nuova tappa principalmente basata sulla ripresa economica; il rafforzamento del reddito, la riduzione dell’inflazione e la creazione di nuovi posti di lavoro. (…) In questa fase mi rivolgo ai rappresentanti della volontà popolare e alle forze politiche che rappresentano; affinché venga concordata un’agenda quanto più condivisa sia possibile”, ha affermato Alberto Fernández.

L’opposizione come prevedibile batte forte sull’anti-peronismo. In questa occasione il suo principale portavoce ha insistito sull'inizio di una transizione e ha negato ogni possibilità di dialogo per avanzare a favore del Paese. Il neoliberista Mauricio Macri ha affermato: “La richiesta di dialogo del governo suona più come opportunismo. Quello che sta succedendo oggi è che la fine di un'era e l'inizio di un'altra sono confermati, ma richiede una transizione”.

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