di Francesco Santoianni
"Dall'inizio dell'invasione – ci assicura Kaja Kallas, Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari Esteri e la Sicurezza - ci sono stati (da parte della Russia) oltre 9 mila casi di attacchi con armi chimiche proibite.
Di certo fino all’estate 2023 di questi attacchi non se ne trova traccia. Basti pensare all’incipit della Relazione del Consiglio affari esteri della UE di marzo di quell’anno: “Semmai la Russia dovesse utilizzare armi chimiche….” Concetto spalleggiato, a maggio, dalle analoghe considerazioni dell’inevitabile “esperto”. Nonostante ciò, non poche segnalazioni (sia da parte della Federazione russa sia dall’Ucraina) di presunti attacchi con armi chimiche, sin dal marzo 2022 erano pervenute all’OPCW (l’Organizzazione contro la proliferazione delle armi chimiche); ma queste riguardavano, sostanzialmente, l’utilizzo di granate e candelotti lacrimogeni (carichi, solitamente di Cloropicrina) per costringere il nemico ad uscire dai suoi rifugi ed essere così ucciso o fatto prigioniero. Una pratica sì vietata dalla Convenzione internazionale sulle armi chimiche (firmata anche da Ucraina e Russia) ma che non ha mai suscitato particolare raccapriccio anche perché queste granate e candelotti lacrimogeni sono, sostanzialmente, identici a quelli usati dalle polizie di tutto il mondo per ordine pubblico. Anche per questo, segnalazioni di inverosimili attacchi russi con armi chimiche in Ucraina (come quelle del sindaco di Trostianets, nella regione di Sumy) davano vita ad evanescenti Fake News tradottesi, al più, in qualche trafiletto sui media mainstream.
Tutto cambia con l’intervista, nell’ottobre 2024, di Yaroslav Melnyk, ambasciatore d’Ucraina in Italia, che ha la geniale idea di fortificare le accuse ai russi legandole con la ormai celebre fake news dell’avvelenamento, tramite Novichock, di Sergey e Yulia Skripal (si veda qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui…) che aveva già comportato sanzioni alla Russia e con l’”avvelenamento” di Alexey Navalny (si veda qui, qui, qui…), Da quel momento in poi le storie di attacchi chimici russi in Ucraina diventano Vangelo fino ad arrivare alle conseguenti sanzioni comminate dell’Unione europea nel maggio 2025.
Sì, ma quali sono le prove degli attacchi chimici russi in Ucraina? Non si possono conoscere in quanto in mano ai servizi segreti britannici, olandesi e tedeschi. Ma il peggio, certamente, arriverà con la scesa in campo degli “ispettori” del OPCW. Su quello che è arrivata a fare questa organizzazione e i suoi “ispettori” in Siria ci ho scritto un libro. Non oso immaginare cosa faranno ora in Ucraina.
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