"E' incontrovertibilmente illegale". L'Appello del tenente colonnello Fabio Filomeni al ministro Crosetto
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Pubblichiamo questo appello rivolto al ministro della Difesa Crosetto di Fabio Filomeni, tenente colonnello incursore del 9° Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”. Filomeni, ora in pensione, ha partecipato alle missioni in Somalia, Bosnia, Kosovo, Albania, Iraq. E' autore di "Morire per la Nato?" (2023)
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Dalla Pagina Facebook di Fabio FIlomeni
QUESTO È IL MIO SECONDO APPELLO RIVOLTO AL MINISTRO DELLA DIFESA GUIDO CROSETTO:
Esimio Signor Ministro,
Mi rivolgo a Lei per la seconda volta nella speranza che queste mie parole le giungano dirompenti come una delle tante detonazioni che devastano quotidianamente la martoriata Ucraina.
Sono stato per molti anni un operatore delle Forze Speciali del nostro Esercito e sono orgoglioso di aver servito il mio Paese in armi partecipando a numerose missioni in vari teatri operativi all’estero.
Dal 2018 ho lasciato il servizio attivo e adesso pensavo di godermi la pensione ma così non può essere visto che il Governo che Lei rappresenta ricoprendo la massima carica in ambito della Difesa, insiste ad avere un ruolo attivo nella guerra in Ucraina. Continuare a partecipare al conflitto inviando armi, equipaggiamenti e adesso - leggendo quanto riportato dai giornali - addestrando perfino i militari di uno Stato con il quale l'Italia non ha nessun vincolo internazionale (l'Ucraina, infatti non è paese membro della NATO) non solo è privo di buon senso come dimostrano gli stessi sondaggi di opinione dell'istituto IPSOS in cui tre italiani su quattro sono CONTRARI all'invio di armi, ma è contro la stessa Legge Fondamentale dello Stato, la nostra tanto bistrattata Costituzione in cui all'articolo 11 ci ricorda che l'Italia RIPUDIA la guerra.
Le scrivo Signor Ministro perché, come un giorno la storia sentenzierà, quello che Lei sta ordinando di fare alle nostre Forze Armate è, secondo i nostri principi costituzionali, incontrovertibilmente ILLEGALE! E non è certo la prima volta che l'Italia si trova fuori dalla legalità nel partecipare ad una guerra: potrei citarle, una per tutte, la guerra contro la Serbia di Milosevic del 1999 scatenata senza autorizzazione delle Nazioni Unite che vide protagonista anche l’Italia con i bombardamenti aerei su Belgrado. Un precedente che avrà un risvolto tragico anche per i militari che come me saranno mandati a calpestare quei terreni contaminati dall’URANIO IMPOVERITO esploso dai munizionamenti della NATO e che finiranno fatalmente per ammalarsi per aver inalato quelle polveri sottili. Adesso, l'Italia sta commettendo un nuovo illecito internazionale alimentando un conflitto che NON dovrebbe riguardare assolutamente nessun paese della cosiddetta Alleanza Atlantica. Egregio Ministro, La invito a rileggersi integralmente lo Statuto costitutivo e si accorgerà che i paesi della NATO non possono partecipare a guerre di loro iniziativa inviando armi ed equipaggiamenti ad una nazione belligerante che NON FA PARTE della stessa Alleanza. Infine, è inutile insegnare l'educazione civica nelle scuole se l'Italia che dovrebbe ripudiare la guerra "come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” permette invece in gran segreto (grazie alla complicità del Parlamento) l'esportazione ed il transito di materiali di armamento verso i Paesi in stato di conflitto armato..
Signor Ministro, Le ribadisco quello che scrissi nel primo appello: quello che l’Italia dovrebbe fare prioritariamente nell’interesse del suo popolo è ricercare una soluzione al conflitto in essere attraverso i negoziati diplomatici. Tutti gli sforzi delle nostre Istituzioni dovrebbero andare in questa direzione invece di atteggiarci a fedeli esecutori di manovre destabilizzanti decise al tavolino da chi ha interesse a gettare “benzina sul fuoco”. Questo è il mio secondo accorato appello: si ravveda Signor Ministro, per il bene dell’Italia e per tutto il popolo, maggioranza silenziosa che non condivide le scelte di una classe dirigente che non la merita, o forse si…