Emergenza coronavirus: perché il governo tiene aperte le aziende statali di armamenti (e non chiede di riconvertire)?

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Emergenza coronavirus: perché il governo tiene aperte le aziende statali di armamenti (e non chiede di riconvertire)?



di Agata Iacono

"Stupisce e rammarica - commenta Giorgio Beretta, dell'Osservatorio Opal Brescia, che il Governo non abbia invitato le aziende a partecipazione statale del gruppo Leonardo e Fincantieri a convertire immediatamente almeno una parte della propria attività per produrre quegli apparecchi medici di cui c'è urgente bisogno e che la ProtezioneCivile sta cercando per mezzo mondo".

Nell'intervista rilasciata a RadioAnch'io, Giorgio Beretta, (analista dell'osservatorio permanente armi leggere e politiche sicurezza e difesa), approfondisce l'appello alla riconversione delle produzioni di armi.
"È un punto molto importante soprattutto in questo periodo nel quale vengono a mancare macchinari sanitari e macchinari medici e tutto quello che, ce ne rendiamo conto, è necessario per la salute dei cittadini. Il grosso del problema della riconversione, non è un problema tecnologico, è un problema di volontà politica e mi permetto di dire addirittura, ideologico. Non si vuol fare una riconversione sostanzialmente,  perché si dimostrerebbe una cosa: che è possibile farla".
E ancora: "È un settore sì redditizio, ma attenzione, redditizio per le aziende, non per lo Stato italiano".

"Un dato che si dimentica spesso è che più del 60% della produzione di armamenti va all'estero con un fatturato che si aggira intorno ai 3 miliardi di euro di esportazioni effettive all'anno, ma il comparto di utensileria e ferramenta che l'Italia esporta supera di fatto i 5 miliardi di euro all'anno. Nessuno difende il comparto utensileria e ferramenta e tutti pensiamo che sia necessario difendere il comparto militare industriale. Ha un valore ovviamente strategico ma non mettiamolo sul punto di vista economico. Anche dal punto di vista occupazionale, un investimento nel settore civile è molto più efficace di un investimento nel settore militare."

In Italia sono 334 le aziende produttrici di armi, mentre c'è solo un'azienda che produce ventilatori polmonari.
"Questo ci da un dato molto importante anche sull'autosufficienza cioè, è considerato strategico in Italia avere un'industria militare, non è considerato strategico avere un'industria medica. Le do un dato ulteriore, la nostra industria medica esporta annualmente qualcosa come 7,4 miliardi di euro di materiali medici però, ne importiamo altri 7 miliardi. Esportiamo tre miliardi di euro di armamenti e importiamo 7 miliardi  di materiale sanitario". 

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