Giornata mondiale per la libertà di stampa. Ci può essere una stampa libera con precariato e lavoro nero?
Si celebra oggi una delle tante giornate dell'ipocrisia, ovvero quella della Libertà di Stampa.
Non si discute sul valore della Libertà di Stampa, sancito anche dalla nostra Costituzione, ma sulla sua celebrazione che fanno i media del nostro Paese.
In questa giornata, solitamente si passa dai giornalisti che purtroppo sono sotto scorta, minacciati dalle organizzazioni mafiose, ai quali va la nostra solidarietà, fino ai vari allarmi sull'importanza della libera informazione oggi minacciata. Da chi? Da orde russe e cinesi che finanziano campagne di fake news per egemonizzare le società occidentali. Si citano poi i giornalisti minacciati nei "regimi" non conformi alla NATO e alla UE e via dicendo.
Avete per caso, ma vagamente, sentito o letto che qualche paladino della libera informazione sottolinei il panorama desolante di sfruttamento e lavoro nero al quale sono sottoposti la stragrande maggioranza dei giornalisti italiani?
Come ci può essere una stampa libera se i giornalisti sono sotto ricatto prendendo pochi euro ad articolo, nella speranza di ricavare un contratto anche da precario.
A tal proposito pubblichiamo questa testimonianza: "Io freelance dopo 17 anni guadagno 5000 euro all’anno. Come uno schiavo". Qui il link dell'articolo. Una duro atto di accusa e di denuncia attraverso il racconto di un'esperienza professionale diretta su quello che è davvero il mondo del giornalismo italiano negli ultimi anni ma di cui poco si parla.
La Redazione