La cura FMI funziona anche in Ucraina: boom di donne che affittano l’utero per sopravvivere alla crisi

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La cura FMI funziona anche in Ucraina: boom di donne che affittano l’utero per sopravvivere alla crisi



di Eugenio Cipolla

 
Quando due anni fa gli emissari del Fondo Monetario Internazionale arrivarono a Kiev per l’ex repubblica sovietica doveva essere la svolta dopo il lungo e “poco democratico” periodo di governo filorusso. “La cura FMI funzionerà, sarà come il Piano Marshall”, dissero allora i dirigenti di Washington, appoggiati dal neo presidente Poroshenko e dall’allora premier Yatsenyuk. Da lì in poi il popolo ucraino ha dovuto subire durissime misure di austerità, veri e propri provvedimenti lacrime e sangue, come l’aumento delle tariffe per i servizi (luce, gas, acqua), il blocco dell’indicizzazione di salari e pensioni, il taglio delle spese per le prestazioni sociali. Misure che hanno paralizzato l’economia ucraina, gettandola in un cratere dal quale difficilmente uscirà entro i prossimi vent’anni.


Le conseguenze delle misure introdotte dal FMI, d’altronde, sono chiare e nitide, e si riflettono sulla quotidianità di un paese e di un popolo sempre meno padroni di se stessi. Il rapido crollo della grvina, arrivati a essere scambiate a 26 sul dollaro e a 30 sull’euro, l’inflazione monstre, che secondo il governo si dovrebbe attestare al 14,1% nell’anno in corso, e la disoccupazione sempre in crescita, hanno costretto i cittadini ucraini a cercare nuovi modi di guadagnare soldi per sopravvivere. Chi non ha un parente che lavora in Europa, altro non può fare che muoversi per via traverse, cercare escamotage per sbarcare il lunario e garantire il minimo indispensabile alla propria famiglie. Ed è anche per questo che nell’ultimo hanno si è registrato un vero e proprio boom di donne disposte a mettere in affitto il proprio utero per coronare il sogno di quelle coppie occidentali, molto spesso semplicemente benestanti, che non riescono ad avere un figlio.  


I siti ucraini dedicati al lavoro sono pieni di offerte per diventare una madre surrogata o almeno una donatrice di ovuli. Le cliniche che offrono questi pacchetti hanno fissato l’asticella del compenso a 300.000 grivne, circa 10 mila euro, una cifra abbordabilissima per chi vive e lavora in occidente. Alle madri va un compenso che si aggira intorno tra le 10.000 e le 20.000 grivne, ossia 300-600 euro. Soldi apparentemente pochi, ma che in Ucraina equivalgono allo stipendio di 6 mesi di una cassiera di supermercato. I requisiti per le candidate, ovviamente, sono molto stringenti: buona salute, aspetto gradevole, crescita media e aver già avuto altri figli. Ci sono persino pacchetti VIP, a un costo maggiore chiaramente, per chi vuole scegliere il colore degli occhi e dei capelli della madre o averla con un alto livello di intelligenza, magari poliglotta.
Nelle zone di provincia e lontane dalla città, dove internet ancora non è un mezzo così potente da aver condizionato la vita di chi cerca un lavoro, i procacciatori di madri surrogate ricorrono spesso ai vecchi metodi. Gli annunci vengono così affissi alle entrate dei negozi, sui pali della luce, alle fermate dei mezzi pubblici.


Di tutta questa situazione ne hanno approfittato le grandi imprese, molto spesso multinazionali, che hanno creato in Ucraina una banca dati di donne che desiderano affittare il proprio corpo per questo tipo di pratica. Ed è proprio da questo database che si registra un aumento vertiginoso delle candidate. «Lavoriamo con donne di tutte le regioni, ma la maggior parte vengono da Kherson, Sumy e Lutsk», ha detto qualche giorno fa al quotidiano Vesti un dipendente di una società intermediaria. «Noi prepariamo tutto: la procedura legale, i documenti, l’accordo con la clinica, facciamo il certificato di nascita e la rinuncia al bambino da parte della madre surrogata». I principali fruitori di questi servizi sono stranieri, ha confermato anche Artem Sereda, avvocato specializzato in questioni familiari. «Gli intermediari guadagnano un sacco di soldi. Il più delle volte queste aziende sono controllate da cliniche che si occupano di salute riproduttiva».


Per l’esperto di economia ucraino Alexander Okhrimenko la donna che accetta di essere madre surrogata per tirare su uno stipendio lo deve esclusivamente allo stato di povertà e di mancanza di prospettive in cui vive. «Se oggi in Ucraina c’è una crescente domanda per questo tipo di guadagna, questo non è altro che un indicatore della profondità della crisi che il nostro paese sta attraversando». Una crisi provocata da austerity e visione sbagliata dell’economia. Opera del FMI. Tutto torna, insomma.
 

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