L'Italia dona mezzi dei Vigili fuoco all'Ucraina, ma i pompieri italiani sono in emergenza

L'Italia dona mezzi dei Vigili fuoco all'Ucraina, ma i pompieri italiani sono in emergenza

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Tra aprile e maggio scorsi l’Italia ha donato ben 50 mezzi in forza ai Vigili del Fuoco italiani ai colleghi di Moldavia e Ucraina. Si tratta di autopompe, serbatoi e autobotti inviati per un’operazione che il Sottosegretario agli Interni, Carlo Sibilia, definiva di “solidarietà e generosità”. "Sono mezzi che potranno dare supporto alla popolazione civile - spiegava Sibilia - Li stiamo fornendo in collaborazione con il meccanismo unionale e con la Protezione civile italiana. E' un supporto materiale alle persone che hanno difficoltà in quei territori”. 

 

 

Come spiegato da Askanews, i mezzi destinati provengono dai comandi dei Vigili del Fuoco di tutta Italia. 

Un’operazione sicuramente benemerita e volta davvero a dare conforto alla popolazione civile, al contrario di quanto avviene con l’invio di armi che alimentano la guerra. 

 

 

Il punto però è un altro. L’Italia, con l’arrivo del caldo torrido e lo scoppio di incendi, ha mostrato una forte carenza di uomini e mezzi. 

Come dimostrano le cronache di questi gironi: l’edizione romana di Repubblica racconta che durante i roghi dei giorni scorsi i residenti di Ostia hanno chiesto un intervento alla caserma di via Celli. Dopo aver atteso un’ora si sono presentati ai cancelli e si sono sentiti rispondere che tutti i mezzi erano al lavoro su un altro incendio ad Ardea. Altri due interventi sono stati negati con la stessa motivazione. 

«Siamo sotto organico di circa 200 unità- denuncia Riccardo Ciofi, il segretario generale Fns Cisl di Roma e Rieti secondo quanto riporta Open – su 1300 uomini, 1150 sono effettivamente operativi, gli altri 150 sono dislocati in altre sedi istituzionali. Così non si può mettere in piedi il dispositivo che sarebbe necessario». 

Una carenza di uomini e mezzi: «Il risultato è che lunedì a Casalotti, come sul rogo che è divampato all’Enea sull’Anguillarese, i pompieri hanno finito l’acqua». In particolare a Casalotti, fuori dal Grande Raccordo Anulare, sono intervenute solo due Aps da 250 litri: «Le autobotti ne portano ottomila di litri – spiega Ciofi – ma non ci sono gli uomini che le guidano». E questo perché «anni fa sono stati rivisti i criteri del concorso per entrare nel Corpo. La selezione non è più per mestieri, chi entra magari non ha la patente, non la prende e il risultato che a Roma c’è un deficit di 90 autisti nella pianta organica: si cerca di tamponare l’emergenza richiamando le persone che staccano il turno o facendo guidare i capi squadra. La sofferenza è endemica, noi ce ne rendiamo conto, il dipartimento centrale sembra di no».

Ancora nel Lazio, Viterbo risponde a tutti gli interventi con 4 partenze su tutto il territorio, di cui solo una in sede centrale, alla quale è aggiunta una autoscala e una autogru, afferma New Tuscia, che poi riferisce di «mezzi antincendio boschivi vecchi, tanti fuori servizio in attesa di riparazione, delle 3 autobotti in forze al comando, solo la più vecchia in servizio (e neppure completamente efficiente)». 

Il problema è nazionale, una vera propria emergenza: «Grave carenza di personale, pochi automezzi e scarse attrezzature: i vigili del fuoco, impegnati non solo sul fronte degli incendi boschivi, anche questa estate,rischiano di non riuscire a garantire il soccorso al Paese».  Questo è quanto afferma Massimo Vespia, segretario generale della FnsCisl, la Federazione Nazionale della Sicurezza della Cisl, attrvaerso una nota. «L’intero settore - denuncia - è letteralmente inginocchio, non arriva nemmeno l'acqua perché le autobotti sono insufficienti».

Insomma, con un intero settore in ginocchio, l’incolumità di vigili del fuoco e cittadini in chiaro pericolo vista l’inadeguatezza dei mezzi, l’Italia poteva permettersi di privare i comandi dei vigili del fuoco di mezzi che vista la situazione potremmo definire indispensabili? Perché il governo dei ‘migliori’ non ha provveduto a una sostituzione dei mezzi mancanti e del necessario rafforzamento del corpo dei Vigili del Fuoco? La motivazione delle risorse economiche scarse non regge, visto che per inviare armi e aiuti economici al regime di Kiev i soldi sono sempre disponibili. 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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