Loretta Napoleoni - Il rilascio di Cecilia Sala e l'omicidio di Piersanti Mattarella

"Cosa c’entra il rilascio di Cecilia Sala in tutto questo, quale legame è possibile tracciare a distanza di quasi cinquant’anni tra i due eventi?"

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Loretta Napoleoni - Il rilascio di Cecilia Sala e l'omicidio di Piersanti Mattarella




"L'AMERICA SCONOSCIUTA" - Nuovo video-editoriale di Loretta Napoleoni per l'AntiDiplomatico - 9 gennaio 2024




Il rilascio di Cecilia Sala da parte delle autorita’ iraniane avviene il giorno prima della presentazione ufficiale del documentario Magma, sull’omicidio di Piersanti Mattarella. Due eventi apparentemente scollegati ma che potrebbero, attraverso le fitte trame geopolitiche degli ultimi cinquant’anni, essere ricollegati.

Magma presenta una tesi gia’ conosciuta ma mai ‘ufficialmente’ abbracciata dai poteri politici, e cioe’ che esistevano delle connivenze profonde, accordi di cooperazione tra Mafia, eversione nera, Washington e Roma, un rettangolo dentro il quale si snodavano gli sporchi giochi politici della Guerra Fredda.

Il rilascio della giornalista italiana, benvenuto come un regalo di buon anno, avviene in un contesto altrettanto oscuro, apparentemente diverso rispetto a quello della Guerra Fredda, nella geopolitica atlantica. A Washington sta per insediarsi un presidente imprevedibile, che lancia minacce espansionistiche contro la Groenlandia, che vuole annettersi il Canada e cambiare la geografia del Golfo del Messico, il tutto in nome della sicurezza nazionale americana.

È forse questa la chiave di lettura dei due eventi: la sicurezza nazionale statunitense e la difesa ad oltranza della superiorità geopolitica americana. Il mondo, e l’Italia sono profondamente cambiati dalle guerre per procura della Guerra Fredda e dagli anni di piombo, ma la matrice statunitense è rimasta immutata e cosi’ il ruolo del Bel Paese.

All’apice della Guerra Fredda l’Italia era la cerniera lampo dell’occidente capitalista e libero, una cerniera che doveva rimanere sempre chiusa per tenere lontana la minaccia comunista. In questa logica gli sforzi di aprirla, anche solo di qualche millimetro, dovevano essere bloccati. Oggi sappiamo come, organizzazioni come Gladio si servivano di poteri occulti sia politici che finanziari, si pensi solo alla P2 ed al ruolo di grandi finanzieri come Sindona, avevano il compito di evitare ogni apertura. Ma le forze democratiche interne al paese, gli sforzi di uomini come Aldo Moro o Piersanti Mattarella, erano inarrestabili. Questi individui, che possiamo definire visionari, capivano che la storia si stava muovendo verso un cambiamento epocale, ed avevano ragione come ci ha dimostrato il crollo del Muro di Berlino e la dissoluzione dell’unione Sovietica. Il problema era il tempismo, entrambi si trovavano troppo avanti per cavalcare l’onda del cambiamento. Ma questa è una riflessione che tutti conoscono.

Cosa c’entra il rilascio di Cecilia Sala in tutto questo, quale legame è possibile tracciare a distanza di quasi cinquant’anni tra i due eventi?

Una possibile interpretazione è il ruolo geopolitico dell’Italia ed il legame profondo che esisteva tra Washington e Roma e tra l’Italia ed il Medio Oriente, perche’ quella cerniera non finiva a Portopalo di Capo Passero, in Sicilia, arrivava fino alle sponde orientali e meridionali del mediterraneo. Anche oggi, in un’Europa confusa e fratturata, l’Italia di Giorgia Meloni emerge come il confine solido dell’atlantismo americano, una frontiera periferica militarizzata politicamente, socialmente ed esistenzialmente eretta in difesa della sicurezza nazionale del centro, gli Stati Uniti.

Non sappiamo, e forse non sapremo mai cosa si sono detti a Mar-a-Lago Donald e Giorgia, in fondo non sappiamo ne sapremo mai tutta la verità sull’assassinio di Mattarella e sulla violenza politica degli anni di piombo, ma possiamo intuire che il rapimento ed il rilascio della Sala è legato alla tensione tra Washington e Teheran ed al piano di ristrutturazione del Medio Oriente che Donald Trump ha in mente di perseguire.

Basta questo per confermare il momento di Amarcord che stiamo vivendo. Cambiate sole le strategie, le politiche, il clima oppressivo degli anni Settanta, il ruolo egemonico militarista degli Stati Uniti è stato sostituito con il soft power dei social ed il controllo e condizionamento digitale delle nostre vite, con il consumismo sfrenato all’americana, ma immutato e’ il rapporto di dipendenza tra noi e loro, i veri padroni del mondo.

Oggi non si commettono piu’ omicidi politici, oggi si gioca una partita molto, molto piu’ complessa, infinitamente piu’ sofisticata che porta al rovesciamento di regimi, sicuramente dittatoriali, per mano di gruppi armati jihadisti che in poche ore indossano abiti occidentali ed entrano nella ‘comunità internazionale dei buoni’. Uomini e donne sono pero’ sempre pedine, la cui vita puo’ essere sacrificata in nome del ‘grande bene’ la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Un’analisi questa che a molti apparirà estrema, e forse lo e’, ma che nei prossimi mesi potremmo verificare osservando come Washington si posizionerà nei confronti di Teheran, non dimentichiamo cosa successe con gli ostaggi americani alla fine del mandato di Carter, liberati miracolosamente dopo l’elezione di Ronald Reagan.   

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