Mai discutere con un idiota, ti porta al suo livello e ti batte con l’esperienza

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di Luca Busca


All’ennesimo femminicidio contro l’indignazione generale si sono levati gli eroi della polemica da tastiera, tra cui eccelle, al grido di "anche le donne sono cattive", il Prof. Amadori, scelto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per coordinare il progetto sulle relazioni tra maschi e femmine nelle scuole. Sulla scia dell’insigne e competente esperto, orde di barbari sono insorte contro la colpevolizzazione del maschio latino.

C’è chi si è fatto forte delle statistiche che vedono le vittime di femminicidio ammontare a un irrilevante 0,00000X per cento delle donne italiane. Percentuale non troppo distante da quella di poveri maschi e disgraziati figli, per lo più neonati, uccise da mogli e madri indegne. Qualcun altro ha citato tutti quei poveri maschi penalizzati da divorzi con mogli infedeli e ingorde li hanno messi sul lastrico (indubbiamente non pochi).

Gli idioti della polemica tendono a portarti al loro livello e a batterti con la loro esperienza nell’omettere, un po’ come tende a fare il mainstream con le due guerre in atto. In questo modo diventa facile negare la valenza sociale della questione e ricondurre il tutto ad un banale problema di follia, che riguarda una percentuale risibile di uomini e di donne. L’idiota dimentica che il femminicidio è solo la punta emersa dell’iceberg sommerso della violenza domestica.

Basterebbe “gugolare” per scoprire come “Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila). Ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. La maggior parte delle donne che avevano un partner violento in passato lo hanno lasciato proprio a causa delle violenza subita (68,6%). In particolare, per il 41,7% è stata la causa principale per interrompere la relazione, per il 26,8% è stato un elemento importante della decisione.” (Fonte istat.it/it/violenza-sulle-donne, link in cui potete trovare tanti altri dati interessanti).

“Gugolando” in merito alle vittime maschili si scopre, invece che “Secondo i dati almeno 1 uomo su 4 ha subito qualche forma di contatto sessuale non desiderato, mentre 1 uomo su 38 è stato vittima di uno stupro o tentato stupro, nel 75% dei casi queste violenze sono accadute prima dei 25 anni (dati disponibili Centers of disease control and prevention 2017). La ricerca è stata condotta anche per capire da chi è che si subiscono gli abusi e nella maggior parte dei casi (87%) gli aguzzini sono sempre uomini ...” (Fonte lanternaweb.it/violenza-sugli-uomini) Il rimanente 13 per cento sembra avesse abusato di alcol o droghe, quindi è difficile stabilire con certezza se trattasi di violenza o speranza.

Cari idioti mentre vi arrovellate intorno alla prossima polemica cercate di analizzare un fatto semplice semplice anche per voi: è il maschio che fatica a perdere il proprio ruolo di capobranco, di capofamiglia, di patriarca. Funzioni, queste, per mezzo del quale ha sottomesso la donna per migliaia di anni. Il successo del rotolo igienico del Generale Vannacci è la dimostrazione dell’incapacità dell’uomo di accettare l’uguaglianza sostanziale con la donna. Ed è questo l’innesco principale della violenza domestica che diventa femminicidio solo quando deflagra. Per spiegarlo meglio alle menti semplici si può dire che il maschio è un po’ come gli Stati Uniti fatica a perdere l’egemonia. La conseguenza è che ognuno provoca la guerra che più gli fa comodo per cercare di mantenerla.

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