Napoli, negato il diritto al lavoro. La lotta dei vincitori di concorso per i centri dell’impiego
Situazione emblematica, si potrebbe dire all’italiana, quella che vivono i 1840 vincitori del concorso per il potenziamento dei centri dell’impiego della Campania.
Per il potenziamento dei centri dell’impiego sono state autorizzate 1840 assunzioni, stanziati 73,6 milioni di euro per il personale da assumere, 641 vincitori da completare e 1199 unità da assumere.
Si attende da mesi lo scorrimento totale di vari profili con la conseguente convocazione.
I vincitori del concorso, bloccati da mesi, per la maggior parte laureati o diplomati sono vittime del rimpallo di responsabilità, tra la Direzione delle Risorse umane e quella della Formazione professionale.
Questa mattina i vincitori di concorso si sono mobilitati con una grande partecipazione al presidio promosso questa mattina davanti alla sede della Presidenza della Regione Campania.
Secondo il presidente del Comitato idonei al concorso Cpi, Ferdinando Finale, il potenziamento dei Centri per l’Impiego soprattutto alla luce della revisione imposta alla misura del Reddito di Cittadinanza è un obiettivo strategico per il rilancio delle politiche del lavoro particolarmente nel Sud Italia.
"Ci sono risorse ministeriali - precisa Luciano Nazzaro, segretario Fp Cgil Napoli e Campania - che consentono 1840 assunzioni, con la possibilità di strutturare realmente i Centri e renderli volano delle politiche attive del lavoro. Un elemento ancor più importante in un momento in cui si parla di autonomia differenziata e del conseguente pericolo di risorse veicolate maggiormente al Nord a scapito delle regioni meridionali". "Al momento - conclude Nazzaro - sono state fatte solo 600 assunzioni e la Regione non procede con lo scorrimento delle graduatorie". Insomma, hai vinto un concorso, avresti pieno diritto al lavoro, ma devi continuare a rivendicarlo.
La mobilitazione di questa mattina ha comunque aperto uno squarcio di luce dopo un incontro con alcuni funzionari della Regione Campania. I vincitori del concorso, comunque, non si fermeranno nelle proteste finché non avranno risposte certe sul loro futuro.
Questa vicenda, nel suo paradosso, non è unica, seppur con sfumature diverse, ricorda quella dei precari della scuola, ai 500 vincitori del concorso dei Beni culturali per l’assistenza e la vigilanza che attendono da 3 anni l’assunzione.
Questi rallentamenti si producono di fronte ad una carenza di personale, l’assunzione di nuove unità è quanto mai indispensabile, viste le carenze dei servizi sempre più precari e scadenti. Si va dai centri per l’impiego, quindi il Lavoro, alla Sanità, alla Scuola, ai Beni culturali. Settori completamente dimenticati per l’obbedienza cieca della politica a far quadrare solo i parametri economici imposti dall’Unione Europea.