Quello che Saviano non scrive: la narcoguerra contro il Venezuela promossa dagli Stati Uniti

In Italia chi filtra le notizie crede alle telenovele made in Miami (Cia) sul politico, militare e narcotrafficante Diosdado Carreño Arias.

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Quello che Saviano non scrive: la narcoguerra contro il Venezuela promossa dagli Stati Uniti


 
Nil Nikandrov su Strategic Culture Foundation torna sulla questione del narcotraffico al confine tra Venezuela e Colombia e sulle responsabilità dirette americane con l'obiettivo di destabilizzare il territorio venezuelano. E lo fa con un'analisi approfondita che in Italia non avrà diffusione nell'opinione pubblica perché chi filtra le notizie alla massa, come Roberto Saviano su Espresso e Repubblica per non fare nomi, si limita a riportare le peggiori calunnie dalla stampa made in Usa o spagnola che lavora da anni come braccio armato dei loro governi per un rovesciamento forzoso del governo democraticamente eletto di Caracas.

Nella sua analisi Nikandrov sottolinea quello che vi abbiamo scritto da tempo e che è emerso in uno stesso rapporto della Drug Enforcement Agency e vale a dire di come la CIA e la DEA hanno intensificato gli sforzi per dipingere il Venezuela come paradiso dei narcotrafficanti. E nell'analisi emerge come i cartelli della droga e media cooperano con i servizi speciali nella propaganda. Quasi ogni giorno le reti TV (CBS, NBC, ABC, FOX e CNN), così come giornali (The Wall Street Journal, USA Today, The Washington Post, New York Times, Los Angeles Times) diffondono informazioni sulla corruzione nella leadership politica e militare del Venezuela. La propaganda viene accompagnata da notizie martellanti sulle accuse degli Stati Uniti contro Diosdado Cabello, il Presidente dell’Assemblea Nazionale del Venezuela. Le stesse che Saviano, subito dopo l'annuncio del presidente Maduro di una visita a Roma per ritirare un importante riconoscimento dalla Fao per il lavoro fatto nel sradicare la fame nel paese, utilizza come fonti nei suoi articoli.

L’obiettivo è chiaro: denigrare il governo di Nicolas Maduro e avere il pretesto per misure repressive contro il Venezuela. Siamo arrivati al punto che, prosegue Nikandrov, il canale televisivo ispanofono di Miami Telemundo manda in onda una serie dal titolo El Señor de los Cielos (Il signore dei cieli) dove uno dei personaggi è il generale Diosdado Carreño Arias, interpretato dall’attore venezuelano Franklin Virgüez residente a Miami. Strano che si chiama Diosdado e il cognome si associ a perfettamente a Cabello? Non è strano, perché Carreño Arias è un politico e ufficiale delle forze armate venezuelane. Nella serie viene indicato come barone della droga pronto a commettere qualsiasi reato per denaro. Vestendo la divisa da generale con un sigaro cubano in bocca fa un’arringa sulla sua vita, tra narcotraffico e prospettive illimitate di carriera politica. La Central Intelligence Agency è dietro tutto questo
 
 
I tentativi intrapresi da Central Intelligence Agency e Drug Enforcement Agency per rovesciare Diosdado sono facilmente spiegabili. Lui è un partner affidabile del Presidente Maduro; entrambi erano amici stretti del Presidente Chavez. Gli Stati Uniti utilizzano l’inganno per dimostrare che il traffico di droga dal Venezuela minaccia la sicurezza degli Stati Uniti e l’emisfero occidentale. Gli esperti sanno che i cartelli della droga utilizzano aree scarsamente popolate del Venezuela per trasportare stupefacenti. Un piccolo aereo è precipitato al largo delle coste, a nord della Colombia, il 22 maggio e 1,2 tonnellate di cocaina sono state recuperate insieme al corpo del pilota con passaporto messicano. La guardia costiera colombiana ha scoperto droga contrabbandata in confezioni da un chilo tra i rottami del velivolo Hawker 800. “L’aereo, un Hawker 800, decollato dal Venezuela e diretto in America centrale, è stato rilevato nelle prime ore di oggi, quando è entrato illegalmente nello spazio aereo colombiano“, affermava una dichiarazione dell’aeronautica colombiana. Il ministro della Difesa venezuelano Vladimir Padrino ha detto che l’aereo proveniva dall’America Centrale e non dal suo Paese. Secondo lui, l’aereo era atterrato in una zona remota del Venezuela per un paio d’ore, e l’aeronautica del suo Paese l’aveva abbattuto quando era decollato. Il ministro osservava che la Reuter era stata faziosa nel riferire la notizia.
 
Dal 2013, le autorità venezuelane dicono di aver abbattuto o neutralizzato 90 aeromobili con più di 180 tonnellate di cocaina e altre droghe. Hanno anche distrutto 50 piste di volo illegali utilizzate dagli aerei che trasportano sostanze stupefacenti. La Dea e i capi dei cartelli internazionali della droga ne sono ben consapevoli. Non importa, testano l’efficacia della “difesa integrata” del Venezuela. Questa volta gli intrusi hanno cercato di ingannare l’aeronautica del Venezuela. L’aereo era atterrato in una pista di atterraggio clandestina nello Stato occidentale di Apure poco dopo mezzanotte. Quando l’aereo decollò un paio d’ore più tardi, i jet venezuelani ordinarono al pilota di atterrare, ma rifiutandosi fu abbattuto. L’aereo colpito volò fino in Columbia. Gli spacciatori colombiani e venezuelani causano grossi problemi, in una specie di wrestling Nanay. Gli interessi di spacciatori di droga e servizi speciali s’intrecciano.

La cocaina prodotta in grandi quantità in Colombia viene trasportata in Venezuela su piccoli aerei difficili da rilevare. Secondo i servizi speciali venezuelani, c’è un mercato degli aerei leggeri illegale in America Latina e Caraibi. Gli aerei rubati volano negli Stati Uniti per essere ridipinti e rimatricolati. Alcuni di essi sono usati da Central Intelligence Agency e Drug Enforcement Agency. Ad aprile il messicano La Jornada pubblicava un articolo intitolato “Scandalo DEA: droga, prostitute e “grotesque”, il doppiopesismo statunitense”. L’articolo dice che le agenzie governative degli Stati Uniti come ATF (Ufficio per Alcol, Tabacco, Armi da fuoco ed esplosivi (ATF) e Drug Enforcement Agency non mostrano alcun rimorso nel violare leggi nazionali, contrabbandare armi ai gruppi criminali coinvolti nel narcotraffico e riciclaggio di denaro, e neanche a partecipare alle feste dei narcotrafficanti, come chiarito da varie indagini condotte nel Paese confinante. In tali circostanze, è grottesco che politici e media statunitensi siano inquieti per la presunta inaffidabilità degli organi di sicurezza in Messico e Colombia, e usino tali preoccupazioni come pretesto per le operazioni delle loro truppe all’estero. La direttrice della Drug Enforcement Administration, Michele Leonhart, si dimise dopo lo scandalo sulle feste con prostitute di agenti della DEA in Colombia, e dopo che i deputati del Paese confinante la sfiduciarono per la sua azione sulla questione.

Ulteriori informazioni sulle attività DEA diventano di dominio pubblico. La vendita di armi degli organismi statunitensi ai narcotrafficanti in America Latina e Centrale sono un fatto comprovato. Nel 2014 più di 20mila armi made in USA furono sequestrate ai narcotrafficanti. Sono stati scoperti molti casi di riciclaggio di denaro da parte di agenti della Drug Enforcement Agency. Fondi segreti finanziano attività in “Paesi ostili” come Venezuela, Ecuador, Nicaragua, Argentina e naturalmente Brasile. I leader di questi Stati sono stati abbastanza saggi da prendere le distanze dalle imprese di Bush Jr. e Obama. Di conseguenza, gli Stati Uniti ricorrono ai trucchi sporchi utilizzati nelle campagne diffamatorie come, ad esempio, accusare di corruzione, arricchimento illegale e persecuzione giornalisti e leader dell’opposizione. La pubblicazione del libro di Emili J. Blasco, corrispondente del quotidiano ABC a Washington, dal titolo Bumeran Chávez: Los Fraudes que Llevaron al Colapso de Venezuela (Boomerang Chavez: le frodi che portano al crollo del Venezuela) rientra nel piano della CIA “La leadership del Venezuela e il traffico di droga“. I servizi speciali ricorrono ai servizi offerti da Blasco per diffondere informazioni per infangare chi è caduto in disgrazia presso gli Stati Uniti. Il libro descrive una conversazione tra Blasco e Leamsy Salazar, militare venezuelano con stretti legami con il servizio di sicurezza di Hugo Chavez, Nicolas Maduro e Diosdado Cabello. Lasciato il Venezuela, Salazar si recò in Spagna da cui fu portato negli Stati Uniti come testimone speciale. Dovrebbe essere il testimone principale nel processo contro i narcotrafficanti venezuelani. Ciò che Salazar ha detto a Blasco è una menzogna diffusa da Central Intelligence Agency e Drug Enforcement Agency. In particolare, l’ex-agente di sicurezza ha detto che nel 2006 e 2007 il Comandante Chavez discusse personalmente di armi e munizioni in cambio di droga con i leader delle FARC, per aumentare la potenza della guerriglia nel combattere le forze governative. Ora è chiaro che Salazar non è attendibile, qualunque cosa dica. Secondo i dati dei servizi speciali venezuelani, Leamsy Salazar ebbe contatti con la CIA quando era guardia presidenziale. Il giornalista Juan Martorano non esclude che Salazar sia coinvolto nel complotto per assassinare Chavez. 

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Di tutto questo in Italia non saprete mai, anche perché chi avrebbe la possibilità di filtrarvi la verità come Roberto Saviano su Repubblica ed Espresso preferisce credere alle telenovele made in Miami (Cia) sul politico, militare e narcotrafficante Diosdado Carreño Arias.

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