Se incontrate un ragazzo africano non donategli un sorriso. Non ne ha bisogno

Se incontrate un ragazzo africano non donategli un sorriso. Non ne ha bisogno

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di Antonio Di Siena 


Se incontrate un ragazzo africano non donategli un sorriso.


Non ne ha bisogno.


Raccontategli invece quello che forse non sa. E non perché è stupido, ma perché non gliel'hanno mai detto.


Raccontategli che la sua terra è la stessa di grandi rivoluzionari come Thomas Sankara, Samora Machel, Agostinho Neto, Patrice Lumumba, Steve Biko, Nelson Mandela.


E chi e perché ha ammazzato molti di loro.


Raccontategli che il petrolio, l'oro, i diamanti, l'uranio e tutte le altre risorse appartengono al popolo africano e non alle multinazionali che le sfruttano.


Raccontategli che se i loro Paesi fossero veramente liberi, indipendenti e sovrani non vivrebbero fame e carestia.


Raccontategli che l'Europa che sognano non esiste. E che per loro, qui, c'è solo miseria, elemosina, accattonaggio, marginalità, sfruttamento, schiavitù.


Raccontategli che non ha bisogno di diventare come noi, ma che esiste un'alternativa. Quella di vivere da uomo libero in una terra che dà pane e lavoro.


Raccontategli che anzichè sognare l'accoglienza dovrebbe sognare l'emancipazione, della sua terra e dei suoi figli.


Raccontategli che il suo nemico non è il disoccupato europeo che chiamate razzista, ma il colonialista che continua a sfruttarlo.


Raccontategli di come il colonialismo sia diverso rispetto a un secolo fa.

E di come, nonostante la decolonizzazione, l'occidente continui a interferire sulla sua vita. 

Con le guerre per procura, gli stati fantoccio, i mercanti d'armi e i signori della guerra, le guerre tribali e i genocidi, che seminano morte e disperazione in quei giovani Paesi. Le multinazionali che, grazie ad accordi con governi compiacenti e amici dell'occidente, ne depredano le risorse lasciando briciole alle popolazioni. ONG e aiuti umanitari che ne fiaccano la volontà.


Che la principale battaglia politica non è aprire i porti e abbattere le frontiere, ma pretendere che i Governi del mondo ricco la smettano di interferire con la vita dei Paesi africani, che azzerino il loro debito e che investano in infrastutture, sanità e istruzione, senza chiedere nulla in cambio. Se non la facoltà di commerciare le risorse in condizioni eque e paritarie.


Che il socialismo non è donare sorrisi con un sms di 2€.

Ma è coscienza e lotta di classe, cooperazione, solidarietà internazionale, sovranità, indipendenza, autodeterminazione dei popoli.


Se gli racconterete tutto questo, il suo sogno non sarà più essere salvato in mezzo al mare per venire qui a raccogliere pomodori.


Ma capirà che l'unica vera salvezza è “emancipare sé stessi dalla schiavitù mentale”, diventando un combattente per la libertà.


Lo cantava anche Bob Marley ma il significato di quei versi, voi frikkettoni, non l'avete ancora capito.


E continuare a non capirlo significa perseverare nel trattarlo come un selvaggio da civilizzare.


Significa farlo restare uno schiavo.


Raccontategli tutto questo e gli avrete fatto il dono più grande di tutti: la coscienza. 


Dopo potete tranquillamente sorridergli.


Perché è vostro fratello.

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