Trump e i lavoratori: quello che in Italia non si dice

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Trump e i lavoratori: quello che in Italia non si dice

 

di Alessandra Ciattini

Il farsesco presidente Trump sta sempre al centro della scena, ma soprattutto per la sua politica estera: i rapporti burrascosi con Zelensky sempre di nero vestito, i negoziati più o meno segreti con Putin, i dazi contro i suoi nemici e i suoi stessi alleati, su cui non sembra avere le idee molto chiare. Ma cosa sta facendo per i lavoratori del suo, secondo lui, ancora potente ed unico paese?

Naturalmente molto male, ma non sta facendo niente nuovo, solo peggiorando le solite politiche antipopolari che caratterizzano il partito unico di Wall Street: democratici e repubblicani.

Nel nostro paese se ne parla poco e addirittura si esulta per l’attacco a istituzioni come l’USAID, FBI, Pentagono etc., meravigliandosi da ingenui che si tratti di organismi corrotti, quando è noto – almeno a certi livelli culturali – che gli apparati di uno Stato capitalistico sono inevitabilmente pervasi dalla corruzione; infatti, bisogna costringere questi enti a fare quello che fa comodo a pochi, come nel caso dei cosiddetti servizi segreti deviati italiani. Bisognerebbe chiedersi se coloro che si sorprendono sono veramente sprovveduti o fanno finta di esserlo magari in cambio di qualche cospicua mancia (qualcuno avrà ricevuto qualcosa proprio dall’USAID).

Bisogna dire che Il Sole 24, sempre all’erta su questo piano, ha notato che negli ultimi mesi negli Usa gli scioperi si sono incrementati: autori, comparse del cinema, docenti, infermieri, lavoratori di Starbuck e del settore automobilistico sono scesi per le strade per chiedere aumenti salariali (dal 2009 non c’è stato l’aumento del salario minimo nonostante l’aumento dei prezzi) e miglioramento delle condizioni lavorative.

Secondo il World Socialist Web Site negli Usa si sta assistendo a un significativo calo della sindacalizzazione, nonostante gli scioperi dei lavoratori siano notevolmente aumentati. Dagli anni ’50 il numero dei sindacalizzati sarebbe diminuito per attestarsi al 9,9%. Purtroppo il tasso di sindacalizzazione tra i giovani, quelli tra i 16 e i 24 anni, “la parte più militante e più sfruttata della classe operaia”, è ancora più basso: solo 4,3%.

Come si spiega questa grave contraddizione? Secondo il WSWS la colpa ricadrebbe sulla burocrazia sindacale che ha sabotato o bloccato gli scioperi, siglando contratti al ribasso e generando delusione nei lavoratori. Inoltre, dirigenti sindacali come Sean O’Brien e Shawn Fein, da sempre piegati al potere, si sono avvicinati a Trump e si sono mostrati disponibili a “lavorare con lui”. Ciò nonostante, in molti settori si registra la volontà di costituire sindacati autonomi, ma si scontra con l’opposizione delle grandi corporazioni che certo non amano le organizzazioni dei lavoratori.  Infatti, nel 2024 gli avvocati di Amazon e Space X di Elon Musk hanno sostenuto in una corte d'appello federale che il National Labor Relations Bord è incostituzionale, intraprendendo una battaglia legale non ancora conclusa, mentre, nel frattempo, il miliardario è diventato, senza essere eletto da nessuno, l’onnipotente decisore dei tagli al bilancio federale.  L’ente federale di tutela dei lavoratori ha accusato le due megagalattiche imprese di non rispettare i diritti sindacali. E Trump ha dato il suo contributo, licenziando uno dei 3 membri del NLRB ed impedendogli così di funzionare, una delle prime azioni intraprese. Con solo due membri rimasti, il consiglio è stato reso completamente inoperante e incapace di ordinare alle parti di pagare i risarcimenti o di riconoscere un sindacato.  

Anche se non crediamo alla sua neutralità, molteplici sono le funzioni del NLRB: avvia le elezioni sindacali, indaga sulle accuse di pratiche di lavoro sleali e protegge i lavoratori dallo sfruttamento da parte dei loro datori di lavoro, come appunto stava facendo.

Secondo quanto scrive in data 25 febbraio 2025 sul suo sito Chris Murphy, un deputato democratico, nella campagna elettorale Trump ha espresso simpatia per i problemi dei lavoratori statunitensi, ma ben presto i suoi sentimenti sono cambiati, come immaginavamo pur senza avere molta fantasia, e si è circondato di miliardari, dimenticandosi quei lavoratori che lo avevano eletto. Sempre secondo Murphy avrebbe consegnato il governo nella mani di Elon Musk e gli avrebbe consentito anche l’accesso a tutti i dati personali più sensibili dei cittadini statunitensi, il quale li ha impiegati per scatenare una vera e propria lotta di classe contro i lavoratori a basso e medio reddito.

Il gabinetto miliardario, da cui il presidente è circondato, è contrario all’aumento del salario minino da 7,25 dollari (una vera e propria miseria) a 15 dollari (idem), e Musk ha anche la faccia tosta di fare video in cui “insegna a diventare miliardari”, dimenticandosi i 38 miliardi di dollari ricevuti dallo Stato per far fronte alle crisi delle sue imprese. Come del resto, nessuno menziona più l’esenzione della tasse ottenuta da Trump, quando costruì la famosa Trump Tower, ricordata nel bel film Apprentice. Alle origini di Trump, di Alì Abbasi, oramai non più vedibile al cinema. Non ci domandiamo perché.

Nulla di nuovo. Musk ha sempre impedito che i lavoratori della Tesla costituissero un sindacato, cosicché questa è l'unica grande casa automobilistica statunitense i cui lavoratori non sono rappresentati da un sindacato, e per questo motivo si trovano in condizioni esistenziali peggiori. Infatti, i dipendenti Tesla guadagnano circa il 30% in meno rispetto ai lavoratori di General Motor e Ford, che sono sindacalizzati tramite l'UAW. E prima che Trump impedisse il funzionamento del'NLRB, le aziende di Musk erano state oggetto di 24 indagini per presunte violazioni del lavoro; ora può continuare a maltrattare i suoi lavoratori senza problema. 

Come ho scritto in un precedente articolo il programma di Trump sta tutto nel Progetto 2025, in cui è descritta una politica anti-lavoratori e pro-aziendale.  Esso prevede la cancellazione dei posti di lavoro sindacalizzati e ben retribuiti, e l'abrogazione della legge Davis-Bacon, che garantisce che le imprese edilizie, finanziate col denaro dei contribuenti, paghino un salario dignitoso ai loro lavoratori.  Inoltre, il Progetto 2025 prevede che i lavoratori ricevano la paga per gli straordinari, solo quando hanno lavorano più di 80 ore in due settimane. Nel caso in cui hai lavorato 60 ore una settimana e 20 la settimana successiva, non riceverai la paga per gli straordinari che hai guadagnato nella prima settimana.  

Ormai è nota la campagna demonizzante contro i lavoratori federali,  che, nonostante tutto, svolgono anche funzioni positive come verificare la qualità degli alimenti, fornire assistenza medica ai veterani, gestire i pagamenti della previdenza sociale etc. Per finanziare l’ulteriore taglio alle tasse per miliardari, milionari e aziende, saranno fortemente ridimensionati i programmi che aiutano i lavoratori con salario minimo e le loro famiglie, come Medicaid e Medicare. Medicaid finanzia la maggior parte dei posti letto nelle case di cura del paese, dove i lavoratori anziani trascorrono i loro ultimi giorni. Quei posti letto nelle case di cura spariranno e le famiglie lavoratrici andranno incontro alla bancarotta, dovendo sostenere tutti i costi delle costose cure per i loro cari.  

Ovviamente Musk non pensa certo ai danni ai lavoratori: la sua priorità è usare il potere ottenuto per ingigantire la sua ricchezza. Ha usato il suo ruolo alla Casa Bianca per incontrarsi con il Primo Ministro indiano Narendra Modi, per poter aprire una fabbrica Tesla in India e trasferire posti di lavoro all'estero contro i dettami dell’America First, che pretendono la reindustrializzazione del paese. 

Trump e Musk hanno sospeso anche il Consumer Financial Protection Bureau, che la scopo di proteggere i consumatori da pratiche ingiuste, ingannevoli o abusive da parte di molteplici istituti finanziari e aziende. Tiene sotto controllo banche, società di servizi di mutui, società di carte di credito, elaboratori di prestiti agli studenti, fornitori di prestiti a breve termine, di trasferimenti di denaro, agenzie di segnalazione creditizia e esattori. Nello stesso tempo Musk ha introdotto diversi livelli di accesso a X, uno gratuito e gli altri a pagamento; in questi ultimi casi i clienti avranno accesso a informazioni non disponibili ovviamente a quelli che non pagano.  Sottolineo che dalle elezioni Musk ha guadagnato ben 130 miliardi. 

Musk non è nuovo a queste pratiche anti-lavoratori: quando nel 2024 ha comprato Twitter per 44 miliardi di dollari con una vantaggioso prestito ha licenziato circa l’80% della forza lavoro ed è stato subito imitato dagli altri grandi della Silicon Valley.

Naturalmente non è facile fare un quadro preciso dei lavoratori licenziati e di quelli che si pensa di licenziare. Un articolo di Forbes, cui rimando, fa una lista dei vari organismi e della forza lavoro che dovrebbe essere espulsa, tenendo conto che in prima battuta, come ho già scritto, sono presi mira i lavoratori in prova. Per esempio, la CIA ha espulso alcuni lavoratori che si occupavano di temi quali la diversità, l’inclusione, l’equità.

L’Agenzia per la protezione dell’ambiente taglierà il 65% dei suoi dipendenti, anche il Dipartimento dell’educazione e le Agenzie sanitarie stanno operando in questo senso. Sembrerebbe che circa 75.000 lavoratori federali abbiano accettato la proposta di Trump di dimettersi volontariamente, mantenendo benefit e lo stipendio sino a settembre.

Ma come si giustifica questa furia antiburocratica? Certamente Trump e i suoi vogliono fa piazza pulita di tutti quei lavoratori legati al Partito democratico, o magari ostili alle loro politiche o sindacalizzati, intendono ridurre i costi di un governo federale, debitore sin dalla sua fondazione, che ha bisogno di prendere in prestito denaro per pagare le spese quando le entrate federali non sono sufficienti. In effetti, queste sono calate a causa della diminuzione delle aliquote fiscali, da Reagan in poi; ci sono stati poi i costi delle guerre in Afghanistan e Iraq, della Grande recessione del 2008 e della pandemia di COVID-19, la crisi di vari settori e la disoccupazione. Dal 2019 al 2021 la spesa è aumentata di circa il 50% e ciò ha fatto aumentare il deficit, per cui oggi gli Usa hanno 36 trilioni di debiti, il 123% del Pil. E questo debito costa 392 miliardi di dollari di interessi, il 16% della spesa federale. E nonostante gli assurdi reclami vittimistici Trump, il futuro non sembra roseo pe gli Usa, per l’instabilità internazionale, per gli attacchi al dollaro e per il sorgere di forti competitors. Di qui tutta la sua fretta di mettersi d’accordo con Putin.

In queste condizioni non può certo essere rispettato il preambolo della Costituzione in cui si dichiara che lo scopo del governo federale è "...stabilire la giustizia, assicurare la tranquillità interna, provvedere alla difesa comune, promuovere il benessere generale e assicurare le benedizioni della libertà a noi stessi e alla nostra posterità". Forse si dovrebbe dar retta a Benjamin Franklin, per il quale sarebbe stato meglio andare a letto senza cena pur di non essere indebitati. Tuttavia, non saranno certo Trump e Musk ad andare a letto senza cena, saranno probabilmente molti dei lavoratori licenziati dal governo federale, che non potranno essere assorbiti tutti dal settore privato, dove gli stipendi sono inferiori di quelli federali.

Questi elementi illuminano un altro aspetto dei numerosi licenziamenti: i lavoratori che rimarranno disoccupati amplieranno l’esercito di riserva e saranno costretti ad accettare impieghi peggio pagati, facendo abbassare il già basso costo del lavoro e rendendo contenti tipi come Musk e Bezos. Scopriamo così che tutto ha una logica e che le finalità del governo Trump sono risparmiare per far stringere la cinghia ai lavoratori e, al contempo, far ingrassare ancora di più i suoi per ora amici miliardari.

Allego ora una breve lista, che può essere consultata nella sua interezza nel sito della CWA (Communications Workers America), nella quale si possono leggere nel dettaglio tutte le azioni intraprese da Trump, esecutore del Progetto 2025, contro il mondo del lavoro nella sua prima presidenza e nell’avvio di questa seconda. In primis, ha reso più difficile l’implementazione dei contratti collettivi, ha messo a tacere i lavoratori e ha impedito loro di unirsi ai sindacati, ha minacciato di porre il veto all’aumento del salario minimo, ha consentito alle grandi industrie farmaceutiche di aumentare i costi dei farmici. Inoltre, ha proposto di tagliare i fondi a Medicare. Ancora ho ridotto il numero degli ispettori del lavoro, ha alleggerito per sanzioni per le aziende non rispettose dei diritti dei lavoratori, ha previsto finanziamenti per chi trasferisce le imprese all’estero. Per non parlare poi del periodo Covid, quando si è rifiutato di pagare un’indennità di rischio ai lavoratori dei servizi essenziali e ha concesso agli imprenditori di abbassare i livelli di sicurezza.

Questa vera e propria lotta di classe sta avvenendo nella totale acquiescenza dei democratici (cosa che non ci meraviglia), ma vale la pena segnalare che, durante un discorso del presidente al Congresso, qualche tempo fa, Al Green, deputato del Texas, si è alzato in piedi e ha cominciato a gridare a Trump, che non ha un mandato per tagliare il Medicaid destinato a tutti quei poveri che non sono in grado di pagarsi le spese mediche. Ha poi aggiunto: “non è un presidente adeguato, è stato condannato 34 volte e due volte è stato oggetto di impeachment”. A quel punto sono intervenute le guardie e lo hanno fatto uscire.

Come si vede Trump è molto aggressivo con i lavoratori, ma anche con i palestinesi, avendo programmato il loro esodo e avendo mandato recentemente 1.800 bombe di 900 kg a Israele. Forte con i deboli, più ragionevole con i forti. Infatti, come ci dice il Times of India, poiché teme che una guerra nucleare lo conduca alla bancarotta (solo?), ha auspicato un accordo di denuclearizzazione con Putin e Xi, con cui ha parlato come se li avesse incontrati al bar. Per queste ennesime parole c’è chi vede in esso “l’uomo della pace”, ignorando che sia nel 2018 che nel 2019 ha inviato armi all’Ucraina. I famosi Javelin che ha rinfacciato al povero Zelensky nella vergognosa sceneggiata nello Studio ovale.

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