Un bizzarro comunicato dei giornalisti Rai sulla censura
6836
di Agata Iacono
Leggo e ascolto in tutti i Tg Rai il comunicato stampa dei giornalisti dell'Usigrai contro la censura. Finalmente direte voi...
Bavaglio all'informazione? Non ce ne eravamo accorti, durante tutto il periodo in cui chiunque ponesse dubbi sul lasciapassare per godere dei propri diritti costituzionali era bandito e denigrato dalla Rai....
E non ce ne siamo accorti, quando l'informazione sulla crisi ucraina imponeva e impone ancora il mantra "c'è un aggressore e un aggredito".
Quando, dalla Rai, è stata bandita qualsiasi analisi storica, è stato censurato qualsiasi tentativo di pensiero critico, laddove lo Storico Barbero, il classicista Canfora, il Professore Orsini, tra gli altri, sono stati trattati come paria, come folli putiniani, se osavano avvisare che non è inviando armi che si agevola la Pace...
E non ce ne siamo accorti neppure adesso, quando tutti i TG Rai aprono soffermandosi solo sulle condizioni degli ostaggi israeliani senza mai, dico mai, informare sul genocidio del popolo palestinese, senza mai condannare lo sterminio di donne e bambini (in questo momento viene ucciso un bambino palestinese al minuto).
Quanto tempo ha dedicato la Rai alla denuncia del Sudafrica contro il genocidio perpetrato da Israele alla Corte Internazionale di Giustizia?
E quanti servizi, invece, ha imbastito sul mandato di arresto del tribunale dell'Aja contro Putin?
Potrei andare avanti all'infinito, ma ogni lettore può riportare esempi e statistiche.
"Diciamo no alla censura di stato e siamo pronti a mobilitarci con tutta la categoria, fino allo sciopero generale, per rivendicare l’identità e la dignità della nostra professione ma soprattutto per il diritto di cittadine e cittadini di avere una giusta e corretta informazione".
Così si conclude il comunicato rivoluzionario dell'Usigrai di fronte alla regola di non poter pubblicare le ordinanze cautelari prima del termine dell'udienza preliminare.
Sono sbalordita: oltre alle ordinanze cautelari finalmente potremo ascoltare e vedere in Rai, servizio pubblico, anche le testimonianze degli abitanti del Donbass?
Sapremo quali danni reali hanno causato le sanzioni alla Russia?
Conosceremo le condizioni del popolo palestinese e sentiremo parlare di sionismo senza essere accusati di antisemitismo?
Finalmente vedremo le piazze piene in tutto il mondo che chiedono lo stop al genocidio o magari un piccolo accenno alla rivolta degli agricoltori in Germania?
"Care lettrici, cari lettori...
Il 19 dicembre scorso la Camera dei deputati ha approvato una modifica del codice di procedura penale per vietare la pubblicazione delle ordinanze cautelari, integrali o per estratto, fino al termine dell’udienza preliminare.
Per la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, le associazioni regionali di Stampa e i comitati di redazione, il provvedimento in discussione rappresenta l’ennesimo bavaglio all’informazione, oltre che uno squilibrio del nostro sistema giuridico e costituzionale.
Se anche il Senato dovesse approvare il testo, ci troveremmo di fronte a un provvedimento che va al di là delle disposizioni europee, viola l’articolo 21 della Costituzione e compromette l’autonomia dei giornalisti.
Da qui la richiesta al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di non firmare una legge con una norma di questo tipo.
Diciamo no alla censura di stato e siamo pronti a mobilitarci con tutta la categoria, fino allo sciopero generale, per rivendicare l’identità e la dignità della
nostra professione ma soprattutto per il diritto di cittadine e cittadini di avere una giusta e corretta informazione."
Il 19 dicembre scorso la Camera dei deputati ha approvato una modifica del codice di procedura penale per vietare la pubblicazione delle ordinanze cautelari, integrali o per estratto, fino al termine dell’udienza preliminare.
Per la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, le associazioni regionali di Stampa e i comitati di redazione, il provvedimento in discussione rappresenta l’ennesimo bavaglio all’informazione, oltre che uno squilibrio del nostro sistema giuridico e costituzionale.
Se anche il Senato dovesse approvare il testo, ci troveremmo di fronte a un provvedimento che va al di là delle disposizioni europee, viola l’articolo 21 della Costituzione e compromette l’autonomia dei giornalisti.
Da qui la richiesta al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di non firmare una legge con una norma di questo tipo.
Diciamo no alla censura di stato e siamo pronti a mobilitarci con tutta la categoria, fino allo sciopero generale, per rivendicare l’identità e la dignità della
nostra professione ma soprattutto per il diritto di cittadine e cittadini di avere una giusta e corretta informazione."
Bavaglio all'informazione? Non ce ne eravamo accorti, durante tutto il periodo in cui chiunque ponesse dubbi sul lasciapassare per godere dei propri diritti costituzionali era bandito e denigrato dalla Rai....
E non ce ne siamo accorti, quando l'informazione sulla crisi ucraina imponeva e impone ancora il mantra "c'è un aggressore e un aggredito".
Quando, dalla Rai, è stata bandita qualsiasi analisi storica, è stato censurato qualsiasi tentativo di pensiero critico, laddove lo Storico Barbero, il classicista Canfora, il Professore Orsini, tra gli altri, sono stati trattati come paria, come folli putiniani, se osavano avvisare che non è inviando armi che si agevola la Pace...
E non ce ne siamo accorti neppure adesso, quando tutti i TG Rai aprono soffermandosi solo sulle condizioni degli ostaggi israeliani senza mai, dico mai, informare sul genocidio del popolo palestinese, senza mai condannare lo sterminio di donne e bambini (in questo momento viene ucciso un bambino palestinese al minuto).
Quanto tempo ha dedicato la Rai alla denuncia del Sudafrica contro il genocidio perpetrato da Israele alla Corte Internazionale di Giustizia?
E quanti servizi, invece, ha imbastito sul mandato di arresto del tribunale dell'Aja contro Putin?
Potrei andare avanti all'infinito, ma ogni lettore può riportare esempi e statistiche.
"Diciamo no alla censura di stato e siamo pronti a mobilitarci con tutta la categoria, fino allo sciopero generale, per rivendicare l’identità e la dignità della nostra professione ma soprattutto per il diritto di cittadine e cittadini di avere una giusta e corretta informazione".
Così si conclude il comunicato rivoluzionario dell'Usigrai di fronte alla regola di non poter pubblicare le ordinanze cautelari prima del termine dell'udienza preliminare.
Sono sbalordita: oltre alle ordinanze cautelari finalmente potremo ascoltare e vedere in Rai, servizio pubblico, anche le testimonianze degli abitanti del Donbass?
Sapremo quali danni reali hanno causato le sanzioni alla Russia?
Conosceremo le condizioni del popolo palestinese e sentiremo parlare di sionismo senza essere accusati di antisemitismo?
Finalmente vedremo le piazze piene in tutto il mondo che chiedono lo stop al genocidio o magari un piccolo accenno alla rivolta degli agricoltori in Germania?