Welt: “Russia e Ucraina erano molto vicine a una soluzione di pace”
Era stata trovata una possibile soluzione alla ostilità tra Russia e Ucraina attraverso negoziati di pace. Tuttavia, un'inchiesta della redazione di Die Welt rivela che, nonostante gli sforzi, l'accordo non è mai stato ratificato, lasciando molti interrogativi irrisolti.
Gregor Schwung, giornalista della sezione di politica estera di Die Welt, ha condotto un'analisi dettagliata sul presunto accordo di pace del 2022, svelando particolari cruciali che fino ad ora erano rimasti nell'ombra.
Le trattative, avviate poco dopo l'inizio del conflitto, sono state caratterizzate da incontri segreti sia di persona che online, con la mediazione di figure chiave come Recep Tayyip Erdogan. Tuttavia, secondo Schwung, ciò che emerge è un quadro complesso e delicato, con entrambe le parti disposte a cedere terreno pur di porre fine alla guerra.
Le richieste russe includevano la non adesione all'Alleanza Atlantica da parte dell'Ucraina, la riduzione delle forze armate e un riconoscimento de facto della Crimea. D'altra parte, l'Ucraina aveva mostrato disponibilità a essere uno Stato neutrale in futuro e chiedeva garanzie di sicurezza vincolanti da parte dell'Occidente.
Tuttavia, c’erano tre punti di disaccordo fondamentali durante le trattative. In primo luogo, la questione territoriale dove vi erano dubbi su quali regioni dovessero rientrare nelle garanzie di sicurezza. La Crimea era stata esclusa, ma l'Ucraina orientale rappresentava un punto di attrito significativo.
In secondo luogo, l'approvazione unanime dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite era richiesta per fornire assistenza internazionale in caso di conflitto. Questo ha sollevato preoccupazioni sulla possibilità di veto russo e ha rappresentato un ulteriore ostacolo nei negoziati.
Infine, la dimensione dell'esercito ucraino è diventata una questione divisiva, con l'Ucraina che accetava la smilitarizzazione ma mostrava incertezza sulla portata di tale misura.
Tuttavia, nonostante gli sforzi, l'accordo non fu ratificato. Mentre alcune speculazioni suggeriscono che Boris Johnson, allora primo ministro britannico, possa aver influenzato l'esito dei negoziati, resta ancora da chiarire il motivo esatto della mancata ratifica.