“Zelensky vuole ucciderci”: il disperato appello dei fratelli Kononovich

Il caso a una svolta: i due leader comunisti sono stati mobilitati. Temono di non arrivare vivi al fronte. Anche il loro avvocato è stato portato al centro di reclutamento. Kiev cerca di cancellare le prove delle persecuzioni politiche e religiose? Intanto la sinistra di tutta Europa si mobilita…

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“Zelensky vuole ucciderci”: il disperato appello dei fratelli Kononovich


di Clara Statello per l'AntiDiplomatico

Il regime di Kiev ha fretta a chiudere la partita con i fratelli Kononovich. Nel peggiore dei modi. Giovedì 21 maggio i due leader comunisti, da tre anni prigionieri politici, sono stati mobilitati e portati in un centro di reclutamento. È la terza volta che la polizia li ferma, ma finora il braccialetto elettronico, che dall’autunno 2022 portano alla caviglia, li aveva “salvati”. Adesso sembra che ci sia la volontà di concludere: o costringendoli ad accusarli o mandandoli al fronte (il modo più semplice per sbarazzarsi di Mikhail e Alekdandr).

“Stavamo andando all'ospedale – spiega Misha in un videomessaggio inviato ad OttolinaTV - un'auto della polizia con le luci lampeggianti e la sirena si è fermata proprio accanto a noi. Sapevano esattamente chi eravamo e cosa facevamo ed erano venuti apposta per noi. Ci hanno arrestati, ci hanno minacciati con le armi e ci hanno costretto ad andare con loro al TCC (centro di reclutamento). Abbiamo chiamato l'avvocato Denis Zapisny, ma anche lui era stato arrestato dal TCC, gli hanno dato un documento per completare il servizio e il VLK (visita medica, NdA), per superare la commissione medica. Dopodiché abbiamo chiamato il centro di monitoraggio, dove siamo stati assegnati alla polizia con i braccialetti GPS, ma anche questo non ci è stato d'aiuto.

Abbiamo quindi contattato il tribunale distrettuale di Solomianskyj a Kiev, a cui siamo assegnati come imputati in un procedimento penale, e solo allora ci hanno lasciati andare per presentarci davanti al magistrato. In tribunale abbiamo cercato di capire come sia potuto accadere tutto ciò, e soprattutto com’è possibile che siamo stati inseriti in una lista di ricercati come renitenti alla leva! Stiamo già subendo un procedimento penale da parte del regime: come possiamo contemporaneamente essere ricercati per evasione dal servizio militare?

Ieri in tribunale ci hanno rilasciati e hanno detto che approfondiranno la questione con il TCC.

Al TCC ci hanno detto che nei prossimi giorni decideranno come trasferirci nella regione di Volinia, nell’Ucraina occidentale, dove risultiamo registrati per il servizio militare. Ma come potrebbero trasferirci lì, se non abbiamo il diritto legale di lasciare Kiev? Non comprendiamo come intendano farlo secondo la legge.

Ma una cosa ci è chiara: in Ucraina, in realtà, non esistono leggi. Qui regna l’arbitrio totale."

L’arresto di Mikhail e Aleksandr Kononovich, leader del Konsomol e membri del Comitato Antifascista dell’Ucraina, era avvenuto il 2 marzo 2022, durante la prima grande retata di Zelensky contro gli oppositori politici e gli intellettuali scomodi.

L’illegittimità della loro detenzione era stata riconosciuta anche dall’Alto Commissariato dell’ONU per i Diritti Umani, che nel report sulle violazioni dei diritti dei civili nel 2022 in Ucraina, citava proprio il loro caso. Accusati di rovesciamento violento dello Stato, erano prelevati con la forza da casa, senza una formalizzazione dell’arresto. Portati dentro la “palestra”, la prigione segreta dell’SBU di Kiev, sono stati torturati per giorni per confessare il loro crimine e denunciare i propri “complici”.

Mentre per i criminali comuni è prevista la possibilità di scambiare la prigionia con l’arruolamento, chi è sottoposto ad accuse di tipo politico non è reclutabile. Per questa ragione i due dirigenti comunisti hanno finora scampato la mobilitazione.

Adesso però la situazione è cambiata: da un lato l’esercito ucraino affronta una grave carenza di uomini, tant’è che si ipotizza di abbassare l’età di leva a 18 anni o addirittura mobilitare le donne (dunque perché non usare anche i prigionieri politici come carne da cannone?); dall’altro la prospettiva di una fine della guerra, dopo l’avvio dei difficili negoziati diretti russo-ucraini, può spingere le autorità di Kiev a chiudere le questioni in sospeso. Come il processo farsa contro Mikhail e Aleksandr Kononovic, perseguitati in quanto comunisti, antifascisti, con il pretesto di aver organizzato un picchetto per la pace davanti all’ambasciata degli USA a fine febbraio 2022.

“Compagni, dichiariamo ufficialmente: il regime di Zelensky vuole ucciderci! – afferma Mikhail Kononovich in un video-appello inviato a diverse forze politiche della sinistra internazionale -  Vogliono mandarci al fronte e allora non ci sarà più bisogno di provare nulla, che siamo colpevoli o innocenti, a nessuno importerà. Ci uccideranno, nessun problema!”

“Ora il regime deciderà come consegnarci nella regione di Volinia – prosegue il videomessaggio - dove siamo registrati e siamo in servizio militare. Ecco cosa sta succedendo, compagni! Non ci lasceranno in pace, hanno progettato di ucciderci. Dal centro di reclutamento della Volinia ci manderanno al fronte e poi faranno sparire ogni traccia”.

Il timore è dunque quello di essere eliminati da un sicario o dai militanti dell’estrema destra fascio-nazionalista che pullulano nell’esercito ucraino prima di arrivare al fronte. Le autorità militari potrebbero sempre che dire sono morti in battaglia.

C’è anche un’altra opzione, meno tragica ma ugualmente grave: quella di lasciarli senza avvocato per costringerli ad auto-accusarsi di aver pianificato un colpo di stato. In tal modo, Kiev dimostrerebbe che la persecuzione dei comunisti ucraini non è stata meramente politica, ma fondata.

Si tratta quindi di una grande occasione per risolvere un processo kafkiano da cui i giudici scappano, disertato sistematicamente dai pm che in tre anni non sono riusciti a produrre un capo d’accusa.

Il rischio che i fratelli si presentino alla prossima udienza il 12 giugno senza avvocato è concreto. A quel punto potrebbero essere posta loro la “scelta” tra qualche anno di galera (e la dignità) e una morte quasi certa al tritacarne del fronte o per mano di qualche fanatico di Pravy Sector.

Merita inoltre attenzione il legale dei Kononovich, Denis Zapisny: oltre ai Kononovich, difende in tribunale anche il metropolita Pavel Lebed, abate del monastero delle Grotte di Kiev (il principale santuario dell’ortodossia ucraina), e il metropolita Arsenij Yakovenko, abate del Monastero della Dormizione di Svjatogorsk, attualmente detenuto agli arresti con l’accusa di collaborazionismo.

La sua mobilitazione da un lato mette alle strette i perseguitati, dall’altro intimorisce altri legali dall’accettare la difesa di cause “spinose”. Molto più semplice l’assegnazione ad avvocati d’ufficio, totalmente sotto il controllo dell’SBU.

Mikhail e Aleksandr Konovich hanno immediatamente ricevuto la solidarietà del Partito Comunista di Bielorussia:

“Il regime di Kiev cerca di sbarazzarsi dei fratelli Kononovich mandandoli a morire al fronte. Compagni, è necessaria la massima pubblicità internazionale per impedire l'effettivo assassinio dei comunisti di Kononovich, mascherato da mobilitazione forzata. Libertà per i fratelli Kononovich!”.

La solidarietà arriva anche dal Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF), con una nota del deputato Yuri Afonin, che lancia un appello:

“i comunisti Kononovich sono ancora vivi proprio perché le informazioni su di loro si stanno diffondendo in tutto il mondo e, dopo ogni atto arbitrario nei loro confronti, i militanti di sinistra di diversi paesi organizzano proteste davanti alle ambasciate ucraine. Proviamo ancora una volta a salvare gli eroi della resistenza antifascista”.

Solidarietà e mobilitazione anche tra i partiti comunisti e le organizzazioni sindacali d’Europa, in Italia dalla Banda Bassotti, Patria Socialista, Rete dei Comunisti, Cambiare Rotta e Osa. Dalla Francia era arrivata un paio di settimane fa una petizione per la liberazione di Mikhail e Aleksandr Kononovich, lanciata da Jean-Pierre Page, una figura prominente del CGT e del Partito Comunista Francese.

Il documento è stato sottoscritto da personalità a livello internazionale e diffuso in Italia, Spagna e altri Paesi. L’intenzione è quella di sottoporlo alla Commissione europea dei diritti dell’uomo, all’Onu.

La liberazione, tuttavia non basta, perché i fratelli potrebbero continuare ad essere target di attacchi mirati. In questa fase della guerra, con i negoziati russo-ucraini in corso, la speranza per i Kononovich è quella di essere inseriti in un fondo di scambio di prigionieri e consegnati alle autorità bielorusse o russe, come già avvenuto per altri noti perseguitati politici.  

Clara Statello

Clara Statello

Clara Statello, laureata in Economia Politica, ha lavorato come corrispondente e autrice per Sputnik Italia, occupandosi principalmente di Sicilia, Mezzogiorno, Mediterraneo, lavoro, mafia, antimafia e militarizzazione del territorio. Appassionata di politica internazionale, collabora con L'Antidiplomatico, Pressenza e Marx21, con l'obiettivo di mostrare quella pluralità di voci, visioni e fatti che non trovano spazio nella stampa mainstream e nella "libera informazione".

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