Se uno vuole capire cos'è il processo psicologico di sottomissione nei confronti di chi lo colonizza basta che oggi legga l'articolo a firma Stefano Baldolini pubblicato su l'Huffington Post.
Questo è l'incipit:
«Ci ha messo 15 anni ma Angela Merkel ce l’ha fatta. Dopo quattro governi, una crisi finanziaria globale, un milione di profughi e una pandemia, è riuscita a diventare la madre di tutti noi».
Un articolo così elogiativo e pieno di iperboli non lo ha mai scritto manco il Secolo d'Italia per Mussolini, manco un giornale cattolico per un Papa, manco l'Unità per Berlinguer. Qui siamo alla santificazione, che poi è l'altra faccia della sottomissione.
Siamo ai livelli - a pensarci bene - degli indiani d'America che firmavano i trattati, che li rinchiudevano nelle riserve indiane, con "Il Grande Padre Bianco di Washington". Qui siamo alla "Grande Madre di Berlino". E c'è un doppio problema, i tedeschi e le donne non fanno prigionieri. La Merkel è donna e pure tedesca.
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