Recovery Fund, la miopia di legare il proprio futuro alla Germania

11 Dicembre 2020 16:00 Pasquale Cicalese

Il Recovery Fund è la risposta europea al Rcep asiatico di tre settimane fa. Quest'ultimo è caratterizzato da paesi come Corea del sud, Giappone, Cina, Australia dove vige il plusvalore relativo, mentre negli altri paesi c'è un fortissimo intervento dello stato.

La Cina programma interventi infrastrutturali per quest'area per 8 mila miliardi di dollari, mentre il Giappone sta cercando una strategia alternativa e complementare a quella cinese in Asia.

Ciò permetterà un aumento della produttività totale dei fattori produttivi e una reflazione salarialegeneralizzata. Il tutto all'insegna della tecnologia, che ormai risiede in Asia.

Con il Recovery fund invece si crea una nuova bolla finanziaria con il green, come ha spiegato bene Gudo Salerno Aletta (capitale produttivo di interesse) ma soprattutto l'impianto generalizzato è costituito dal "protezionismo fiscale" (politica dell'offerta, a favore dei capitale medio grandi esportatori) e pluslavoro assoluto.

Con Industria 4.0 si intensificano i ritmi produttivi ma la produttività totale dei fattori produttivi non aumenterà perché, contrariamente a quello che succederà in Asia, non molte risorse sono destinate alle infrastrutture e ai trasporti. E' un finanziamento alla transizione ecologica dell'apparato manifatturiero tedesco, e dei suoi satelliti (compreso il nostro nord) all'insegna del mercantilismo basato su bassi salari.

Come già spiegato, in attesa della strategia Usa, il plusvalore relativo batte il plusvalore assoluto, quindi nei prossimi anni l'apporto dell'Ue alla produzione industriale mondiale, fonte di valore, % si abbasserà sempre più. L'Italia ha un'enorme chance con Usa e Asia, ma non la segue, focalizzata sulle rive del Reno, area perdente.

E' il Mediterraneo la nostra salvezza, tutti sono interessati, Russia, Usa, Cina. Che ci stiamo a fare con la Germania? Per seguire i subfornitori? Che ritorni l'imprenditoria dello Stato.

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