In una bolla finanziario-politico-morale

di Paolo Raffone

Fino alla metà degli anni '90 la finanza e la tecnologia erano strumenti e leve al servizio dell'economia reale e delle persone. Due strumenti di progresso sociale ed economico dove il soggetto umano era al centro - il lavoratore, il consumatore, il cittadino – inserito in una comunità umana, una collettività. Fino ad allora, la politica (economica, industriale e regolatoria) era sovrana e indipendente. Già le crisi delle "tigri asiatiche" nel '97 e delle dot.com nel 2000 segnalarono che se la finanza e la tecnologia diventano sovraordinate al "reale" le conseguenze reali erano disumane, socialmente ed economicamente gravi.

È in quegli anni clintoniani - allucinati dal novello universalismo terrapiattista – che le vecchie idee futurologiche di Julian Huxley (1957) e poi quelle della “Terza via” di FM-2030 (all’anagrafe Fereidoun M. Esfandiary, un belga di origini iraniano americane e campione olimpico) – sono state rivisitate da nuovi adepti del transumanesimo: i big delle nuove compagnie tecnologiche di Silicon Valley. Non è un caso, infatti, che Google nasce tra il 1998 e il 2004, Apple è rinata tra il 1997 e il 2003, Facebook diventa pubblica tra il 2003 e il 2006, eccetera. Ma fu proprio a partire dalla metà degli anni ’90 che il binomio valutazione/certificazione, così di moda nella nostra epoca democratica, aveva, ed ha, di mira la standardizzazione delle pratiche e degli atti, che rendono possibile la loro quantificazione e porta all’uniformità delle istituzioni. Questa via della standardizzazione violentemente facilitata (imposta?) dalle tecnologie ha condotto alla de-soggettivazione che comporta necessariamente di scartare, tentare di rigettare, ciò che disturba il discorso corrente che nella nostra epoca è il discorso tecno finanziario capitalista. I sintomi umani, soggettivi e collettivi, sono stati anch’essi de-soggettivati rinchiudendoli in “recinti dell’inconscio” abilmente prefabbricati come “nuovo vero reale”. L’analisi cognitiva – sia essa psicanalitica, sociale, economica o politica – è stata ostacolata in ogni modo. Ciò perché l’analisi non si definisce a partire dagli enti che vi sono inclusi ma è l’attività stessa in cui ogni ente vi partecipa come autoproduzione del proprio essere. Un’eresia che il “nuovo vero reale” deve scongiurare. È in questi anni che si è imposto un cambiamento ontologico della modernità sviluppatasi dopo il positivismo: la verità soggettiva – di individui o collettività - non è verità perché la verità è rivelazione. Questo nuovo transumanesimo, quello dei tecno-umanisti e dei miliardari filantropi di Davos, prevede, infatti, che la verità sarebbe cancellata (annullando il rapporto soggettività/trascendenza), tentando di sostituirsi alla spiritualità.

Fu in questa congerie culturale che le follie elitiste (e razziste) del deep state americano di Cheney/Rumsfeld furono incapsulate nelle perverse logiche di guerra post 9/11. Dal loro punto di vista “una manna” che permise di forzare il “cambiamento” con misure pubbliche eccezionali – legislazioni d’eccezione, tra cui la nefasta “legislazione patriottica” (Patriot Act) ancora in vigore – gravissime sia per la portata sia per la loro profondità culturale e sociale. Nel tentativo mal concepito (e peggio riuscito) di salvare il dominio mondiale americano e del dollaro, quelle misure d’eccezione hanno reso sistemica la dominanza finanziaria e tecnologica sul resto. Si ripromettevano di salvare il (dominio) reale, invece lo hanno ucciso. La conseguenza è stata una crisi gravissima (quasi terminale), i cui segnali furono ampiamente ignorati, e chi li faceva emergere era vilipeso additato come un paria. La crisi è esplosa nel 2006-2008 travolgendo buona parte delle economie mondiali. Una crisi cresciuta, maturata ed esplosa all’interno del modello finanziario neoliberale di Wall Street e della City con la complicità delle autorità di governo. La risposta del sistema bipartisan capitalista, realista e tecno finanziario, prevalente negli Usa (e quindi nell’UE) è stata cinica e spietata: la facilitazione quantitativa (QE-quantitative easing), cioè la schiavizzazione della politica e delle persone da parte della finanza e della tecnologia. In Europa, abbiamo persino santificato il “bazooka” dell’onnipotente Mario Draghi. Al confronto, impallidiscono quelle orribili politiche neoliberali degli anni ‘80 note come aggiustamento strutturale (structural adjustment), “riforme strutturali” cioè antisociali, che avevano come “semplice” obiettivo l’impoverimento dei paesi più fragili per estrarne la ricchezza a favore del sistema centrale, cioè del dollaro e degli Usa.

Ma c’è stata un’imprevista novità che ha squilibrato il progetto bipartisan capitalista. Un gruppo di beneficiari del sistema, i tecno capitalisti, hanno costituito un insieme di monopoli tentando di trasformarsi in oligopolio mondiale, imponendo le narrative della meta-realtà. Meta-realtà contro realtà, finanza e ricchezza virtuale contro l’economia reale. Questi signori, incredibilmente sostenuti da esponenti delle ex tradizioni politiche di sinistra, hanno deviato dal concetto classico di singolarità, che era universale e relativa, sostenendo una società che mette sempre più al centro il singolo che si percepisce come tale, quindi non un soggetto politico, e quindi più diverso e più unico degli altri. Da qui sono nate le carovane identitarie delle singolarità: il femminismo è travolto dal me-too, la diversità sessuale è trasformata in gender, l’omosessualità plurale è oscurata dal LGBTQ++, la tutela dell’ambiente è mutata nel climate change, il sapere è sostituito dalle competenze (skills), il governo è sostituito dalla governance, eccetera. Infine, grazie ad investimenti economici molto importanti la singolarità tecnologica prevede che l’ultra intelligenza delle macchine supera quella umana (accelerazione, superamento dell’uomo) favorendo un aspetto apocalittico che mette in comunicazione i cervelli umani con la mediazione delle macchine (trasferimento immediato delle esperienze; distopia). È piuttosto evidente, per chi ha ancora il controllo del proprio cervello, che la singolarità è un modo per articolare un pensiero teologico in modo materialistico, che è l’obiettivo dei tecno-umanisti ai quali manca la dimensione sovra essenziale. Deliri che sono molto profondi nelle nostre società, soprattutto tra i più giovani (meno di 40 anni).

A questa follia del mondo ricco, sviluppato, libero e democratico, non è un caso che nel 2008 la Russia abbia reagito in Georgia, che nel 2009 nascono i BRICS, che dopo aver preso atto della strategia di dominio degli Usa la Cina abbia cambiato rotta costringendo gli Usa nel 2009 a lanciare un’iniziativa collaborativa – il G2, battezzato da Ferguson Chimerica – che essendo apparentemente difensiva ma tatticamente aggressiva è fallita, che nel 2014 la Russia abbia compreso l’impossibilità di fidarsi degli Usa e delle loro appendici europee decidendo di agire in autotutela in Crimea. L’allucinazione terrapiattista è affondata tra il 2008 e il 2014.

Tutto ciò ha messo in crisi il sistema “reale”, e quindi la vecchia finanza di Wall Street e i complessi mediatico-industriali collegati e dipendenti, e anche la politica. Attualmente viviamo in una bolla finanziario-politico-morale nella quale si stanno scontrando le vecchie forze “realiste” (per capirci quelle in stile Rockefeller e Kissinger) con quelle nuove “meta” (per capirci gli oligopoli/monopoli bio-tech-pharma-fin) che hanno sedotto gli inopinati cantori del progressismo e della post-sinistra (da Sanders e Trudeau a Letta e alla Marin). La Russia ha scelto, come dice Karaganov, di auto isolarsi (dall’Occidente) per almeno un decennio durante il quale dovrà costruire una nuova economia e forse una nuova forma di stato. La Cina – fondamentalmente potenza importatrice ed esportatrice – non può isolarsi ma deve cercare di proteggersi dalle convulsioni del sistema americano (ed europeo) riducendo la sua dipendenza dal dollaro e allo stesso tempo riuscire a creare un nuovo sistema di regole mondiali. I colpi che la vecchia finanza e il sistema realista stanno infliggendo alla nuova finanza e al mondo “meta” convengono anche a Russia e Cina. Ma non è detto che il processo non passi per scenari da Armageddon che per eliminare la bolla distruggano anche buona parte dell’umanità.

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