Vincenzo Costa - Radicamento e tradizione storica

22 Novembre 2022 15:00 Vincenzo Costa


Forse il grande scontro epocale verso cui ci avviamo non è tra destra e sinistra, ma uno scontro quasi antropologico tra chi è radicato in una storia, e cerca di attualizzarla, rinnovarla - perché riprendere e lasciare le consegne sono atti della libertà in cui la tradizione si fa storia-, e chi ha perso ogni radicamento, memoria, e ha in odio ogni cultura, ogni differenza, perché non avendo radici non le comprende, non può che esperirle come catene invece che come vincoli senza cui non si è persona. Divenuto privo di unità interna, divenuto una serie slegata di sensazioni, che il vento del potere e delle mode porta dove vuole, cerca regole, norme, per legare ciò che non ha più nessi ne’ senso e direzione.

Il suo odio e il suo risentimento verso tutto ciò che è radicamento, storia, vincolo tra le generazioni, memoria, fedeltà è senza fine. Tanto più cresce lo sradicamento tanto più si afferma questo uomo del risentimento, che vorrebbe cancellare ogni memoria.

La lotta a venire è una lotta tra due tipi di uomo, tra una cultura delle differenze è una cultura dell’indifferenziato. Una cultura delle identità, che proprio perché identità sono strutture di relazione e si costituiscono nella differenza, e una cultura dell’indifferenziato in cui non vi sono identità e dunque neanche differenze.

Tutti i vecchi concetti, eredità dell’Ottocento, servono oramai solo a coprire il movimento di sradicamento, e andranno smontati ad uno ad uno. La prima opposizione che andrà smontata è tra destra e sinistra, la seconda tra emancipazione e tradizione, e così via.

Come andrà smontata la nozione di tradizionalita’ e di tradizionalismo, che immobilizza e irrigidisce la tradizione vivente, il suo movimento di trasformazione. La tradizione non è la tradizionalita’. Una cultura è un principio di sviluppo culturale, non ciò che essa produce. Il principio di sviluppo deve continuamente riprendere e trasformare i suoi prodotti. Una tradizione è una contaminazione originaria tra la forza e la forma, è vita che - per dirla con Simmel - è più che vita.

Le sedimentazioni che irrigidirebbero la tradizione e la trasformerebbero in una statua di marmo devono continuamente essere smontate, ma non per cancellarle, ma per ridare potere generativo al principio di sviluppo culturale che le ha prodotte.

La tradizione è una vita che cresce, non un arresto nella rigidità della morte. Il tradizionalista è speculare a chi vuole cancellare ogni memoria: irrigidisce la memoria, la trasforma in un braccio di cemento armato.

L’opposizione destra sinistra appartiene all’irrigidito, incapace di esprimere la vita che è maturata, ci Intrappola.

Lasciarsi alle spalle questa opposizione è la condizione preliminare per cambiare. E prima ancora per rientrare nella storia. Perché stiamo correndo il rischio di vederla passare senza più viverla, intrappolati in categorie che la storia si è già lasciati alle spalle.
PS. So che quasi tutti i miei contatti non saranno d’accordo. Ma non importa essere d’accordo, non importa più, non è una cosa che serve. È giusto che ognuno segua una strada. Se per seguirla aspettiamo di convincere gli altri non la inizieremo mai a percorrere. Io ho cominciato

Le più recenti da OP-ED

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa