Le 5 principali criticità dell'Ucraina


di Enrico Tomaselli


Nell'ambito del conflitto con la Russia, l'Ucraina deve affrontare - al momento - cinque criticità.

La prima è quella economica. Kyev è entrata in guerra che era già praticamente in default, ma adesso la situazione è drammatica, perché ovviamente gran parte delle attività produttive si sono fermate, le regioni più ricche sono sotto controllo russo, una parte significativa della popolazione attiva o è sotto le armi o è fuggita all'estero; anche se i paesi della NATO stanziano continuamente aiuti, la gran parte è costituita da armamenti, ed i trasferimenti di denaro spesso arrivano assai dopo lo stanziamento. Di conseguenza, Kyev è costretta a stampare denaro per sopperire alle necessità immediate, ma questo ovviamente alimenta l'inflazione, e crea un avvitamento dell'economia.

La seconda è quella energetica. Con la sistematica distruzione delle infrastrutture elettriche, l'intero sistema sociale (produttivo, amministrativo, logistico, di comunicazione) è prossimo al collasso. In queste condizioni, anche solo superare l'inverno - al netto degli ulteriori danni di guerra - sarà assai complicato, ed i segnali di insofferenza si moltiplicano all'interno della società ucraina: non più solo tra le truppe al fronte, o la popolazione civile, ma anche tra alcuni esponenti politici (e, cosa più rilevante, alcuni oligarchi).

La terza è quella delle perdite al fronte. La quantità di caduti è notevolissima, anche se il governo cerca di nasconderlo, e probabilmente sottostimata anche dagli osservatori internazionali più attenti. Da fonti affidabili, è trapelato un documento interno da cui risulta che i militari dati per dispersi (ma che in realtà sono caduti, abbandonati sul posto) superano i 35.000. Basta questo dato per comprendere che, con tutta probabilità, i caduti effettivi siano oltre 300.000. A questi vanno aggiunti i feriti - in genere il rapporto con i morti è di 4 a 1, quindi oltre un milione... Feriti che sempre più spesso non c'è possibilità di curare adeguatamente, per sovraffollamento, mancanza di energia elettrica, mancanza di sangue per le trasfusioni, mancanza di mezzi di trasporto. Di conseguenza, non solo sale la mortalità anche tra i feriti, ma al peggiorare delle condizioni di ospedalizzazione si aggravano le condizioni dei feriti stessi, ed aumenta l'incidenza di quanti non possono tornare al fronte. Al di là del dramma umano, queste perdite si riflettono sulla capacità di combattimento delle truppe, sempre più composte da reclute con poco o nullo addestramento.

La quarta criticità, emersa negli ultimi tempi, è la scarsità di munizionamento per l'artiglieria. La guerra in corso è una guerra d'attrito, in cui il consumo di munizioni è semplicemente enorme. Gli ucraini consumano in un giorno la quantità di munizioni d'artiglieria che gli USA consumavano in un mese in Afghanistan. E sono comunque ben al di sotto del volume di fuoco russo. A questo punto del conflitto, però, le scorte di munizionamento di epoca sovietica sono esaurite, né c'è possibilità di riprenderne la produzione (il che significa che, semplicemente, questi sistemi d'arma rimarranno inutilizzati). Lo stesso dicasi per quelle fornite dalla NATO: i paesi dell'Alleanza hanno esaurito le proprie scorte, e stanno intaccando la dotazione dei reparti. Aumentare la quantità prodotta di queste munizioni richiede comunque uno/due anni, per adeguare le linee di produzione ed il personale addetto, quindi si va verso una situazione in cui la capacità di fuoco dell'artigliera ucraina sarà sempre più ridotta, e per un periodo non breve.

La quinta criticità, che comincia ora ad emergere, è quella nel settore delle difese anti-missile. Come per il munizionamento d'artiglieria, le scorte di missili per i sistemi d'epoca sovietica (Buki, S-300) sono ormai all'esaurimento. I paesi NATO, sia pure con grande riluttanza, e con grande parsimonia, stanno trasferendo sistemi occidentali (NASAMS, SAMP-T, MIM-104 Patriot), che però hanno il 'difetto' di costare moltissimo, e di richiedere personale altamente specializzato per l'utilizzo. Ciò significa non solo che, almeno inizialmente, dovranno essere gestiti da personale militare NATO, ma che il loro stesso utilizzo sarà limitato ed estremamente rischioso. Il SAMP-T, per dire, di cui Francia ed Italia forniranno due sistemi, costa 800 milioni. Se viene distrutto, le probabilità che venga sostituito sono praticamente pari a zero. Il punto è che questi sistemi (pochi e costosissimi) dovranno essere utilizzati per fronteggiare lanci massicci di missili e droni molto più economici, e che quindi possono essere utilizzati - come già accade - a saturazione d'area. Ovvero, se si vuole colpire un obiettivo, vi si lanciano contro vari missili e droni, in modo tale che se pure una parte viene abbattuta il resto raggiunge comunque l'obiettivo. Inoltre, i russi usano anche la tattica di lanciare dei missili specificatamente pensati per ingaggiare e colpire i sistemi anti-missile nemici; questi, per funzionare, devono 'accendere' il radar, per individuare i propri obiettivi, ma proprio l'attivazione del radar è ciò che serve per essere a loro volta individuati dagli appositi missili russi... Quindi, nonostante gli sforzi della NATO, il rischio per l'Ucraina è che anche qui le capacità di difesa si abbassino considerevolmente.

Il Generale Inverno si sta per abbattere sul paese, e non è solo una questione di temperature.

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