Luci, azione, reset! A voi il Freak Show di Davos


Di Pepe Escobar

[Traduzione di Nora Hoppe]

Shadows are falling / And I’ve been here all day / It’s too hot to sleep / And time is running away / Feel like my soul / has turned into steel /I’ve still got the scars / That the sun didn’t heal / There’s not even room enough / To be anywhere / Lord it’s not dark yet, / but it’s getting there

[Le ombre stanno calando / E son qua tutto il giorno / Fa troppo caldo per dormire / E il tempo corre via / Sento che la mia anima / è trasformata in acciaio / Ho ancora le cicatrici / Che il sole non ha guarito / Non c'è nemmeno spazio / Per stare da nessuna parte / Non è ancora buio, / ma lo sarà presto]

– Bob Dylan, Not Dark Yet

LUCI! AZIONE! RESET!

Il Freak Show di Davos del World Economic Forum (WEF) World Economic Forum (WEF)'s Davos Freak Show, completo dei loro fenomeni da baraccone, è tornato in scena lunedì.

I media mainstream dell'Occidente collettivo, all'unisono, imbastiranno senza sosta, per una settimana, tutte le "notizie" adatte alla stampa per esaltare nuove declinazioni del Great Reset, ribattezzato La Grande Narrazione, ma in realtà inquadrato come una benevola offerta del "capitalismo degli stakeholder". Questi sono gli assi portanti della losca piattaforma di una losca ONG registrata a Cologny, un sobborgo chic di Ginevra.

L'elenco dei partecipanti a Davos è stato debitamente trapelato. Proverbialmente, si tratta di un carnevale dell'eccezionalismo anglo-americano, completo di capibanda dell'intelligence come il direttore del National Intelligence statunitense, Avril "Signora Tortura" Haines, il capo dell'MI6 Richard Moore e il direttore dell'FBI Christopher Wray.

Si potrebbero scrivere enciclopedie di Diderot e D'Alembert in versione remix sulla patologia di Davos – dove una nutrita lista di multimiliardari, capi di Stato e cocchi aziendali (di proprietà di BlackRock, Vanguard, State Street e altri) "si impegnano" a vendere pacchetti di Distopia Demenziale alle masse ignare.

Ma andiamo al sodo e concentriamoci su alcuni panel della prossima settimana, che potrebbero essere facilmente scambiati per sessioni di Dritti all'Inferno".

L'elenco di martedì 17 gennaio è particolarmente interessante. Presenta un panel “De-Globalization or Re-Globalization?” ["De-globalizzazione o Ri-globalizzazione?"] con relatori Ian Bremmer, Adam Tooze, Niall Ferguson, Péter Szijjártó e Ngaire Woods. Spiccano tre atlantisti/eccezionalisti, in particolare l'ultra-tossico Ferguson.

Dopo un panel "In difesa dell'Europa", interpreto da una banda di nullità tra cui il polacco Andrjez Duda, i partecipanti saranno accolti da una Stagione all'Inferno speciale (scusa, Rimbaud) che vedrà protagonista nientemeno che la dominatrice della CE Ursula von der Leyen, conosciuta dalla stragrande maggioranza dei tedeschi come Ursula von der Leichen ("Ursula dei Cadaveri") in un tag team con il burattinaio del WEF, l'emulatore del Terzo Reich Klaus "Nosferatu" Schwab.

Si vocifera che Lucifero, nella sua privilegiata dimora sotterranea, sia verde d'invidia.

C'è anche "Ucraina: What Next?" ["L'Ucraina: E poi?"], con un'altra banda di nullità, e "War in Europe: Year 2" ["La guerra nell'Europa: Anno 2"], con la gnocca woke moldava Maia Sandu e la festaiola finlandese Sanna Marin.

Nella sezione "Criminali di guerra", il posto d'onore spetta a

"A Conversation with Henry Kissinger: Historical Perspectives on War" ["Una Conversazione con Henry Kissinger: prospettive storiche sulla guerra"], dove il Dott. K. venderà tutte le sue permutazioni del marchio Divide et impera. Lo zolfo aggiunto sarà fornito dallo strangolatore di Tucidide Graham Allison.

Nel suo Discorso speciale, il Cancelliere "Salsiccia di fegato" Olaf Scholz sarà fianco a fianco con Nosferatu, sperando che non venga – letteralmente – grigliato.

Poi, mercoledì 18 gennaio, arriverà l'apoteosi: "Restoring Security and Peace" ["Ripristinare la sicurezza e la pace"] con relatori Fareed Zakaria – l'omino di colore addomesticato dell'establishment statunitense; Jens "la Guerra è la Pace" Stoltenberg della NATO; Andrzej Duda – di nuovo; e la guerrafondaia canadese Chrystia Freeland – di cui si vocifera che diventerà il prossimo Segretario Generale della NATO.

E la cosa si fa ancora più succosa: il comico cocainomane che si atteggia a signore della guerra potrebbe partecipare via zoom da Kiev.

L'idea che questo gruppo di esperti abbia il diritto di emettere giudizi sulla "pace" merita niente di meno che il suo stesso Premio Nobel per la Pace.

Come monetizzare il mondo intero

I cinici di ogni genere possono essere scusati per il fatto che il signor Zircon – attualmente impegnato in un pattugliamento oceanico che comprende l'Atlantico, l'Oceano Indiano e, naturalmente, il "Mare Nostrum" Mediterraneo – non presenterà il suo biglietto da visita a Davos.

L'analista Peter Koenig ha sviluppato una tesi convincente secondo cui il WEF, l'OMS e la NATO potrebbero gestire una sorta di sofisticato culto della morte. Il Great Reset si mescola allegramente con l'agenda della NATO in qualità di agente provocatore, finanziatore e armatore della guerra per procura tra Impero e Russia nel buco nero dell'Ucraina. NAKO – acronimo di North Atlantic Killing Organization – sarebbe più appropriato in questo caso.

Come sintetizza Koenig, "la NATO entra in qualsiasi territorio in cui la macchina della menzogna dei media 'convenzionali' e l'ingegneria sociale falliscono o non portano a termine i loro obiettivi di ordinazione del popolo abbastanza velocemente".

Parallelamente, pochi sanno che il 13 giugno 2019 a New York è stato concluso un accordo segreto tra l'ONU, il WEF, una serie di ONG armate di oligarchi – con l'Organizzazione Mondiale della Sanità in prima linea – e, ultimo ma non meno importante, le più importanti multinazionali del mondo, che sono tutte di proprietà di un labirinto interconnesso con Vanguard e BlackRock al centro.

Il risultato pratico dell'accordo è l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Praticamente tutti i governi dell'area NATOstan e dell'"emisfero occidentale" (definizione dell'establishment statunitense) sono stati dirottati dall'Agenda 2030 – che si traduce, in sostanza, nell'accaparramento, nella privatizzazione e nella finanziarizzazione di tutti i beni della Terra, con il pretesto di "proteggerli".

Traduzione: la commercializzazione e la monetizzazione dell'intero mondo naturale (vedi, ad esempio, qui, qui e qui).

Gli imbonitori superstar di Davos, come quello strazio insopportabile Niall Ferguson, sono solo vassalli ben ricompensati: intellettuali occidentali dello stampino di Harvard, Yale e Princeton che non oserebbero mai mordere la mano che li nutre.

Ferguson ha appena scritto un articolo su Bloomberg intitolato “All is Not Quiet on the Eastern Front” ["Non tutto è tranquillo sul fronte orientale"] – fondamentalmente per spacciare il rischio della Terza Guerra Mondiale, per conto dei suoi padroni, incolpando ovviamente "la Cina come arsenale dell'autocrazia".

Tra le inanità seriali, spicca questa. Ferguson scrive: "Ci sono due problemi evidenti con la strategia statunitense (...) Il primo è che se i sistemi di armi algoritmiche sono l'equivalente delle armi nucleari tattiche, Putin potrebbe alla fine essere spinto a usare le seconde, dato che gli mancano chiaramente le prime."

La sprovvedutezza in questo caso è un eufemismo. Ferguson chiaramente non ha idea del significato di "armi algoritmiche"; se si riferisce alla guerra elettronica, gli Stati Uniti possono essere stati in grado di mantenere la superiorità per un po' in Ucraina, ma è finita.

Beh, questo è tipico di Ferguson – che ha scritto un'intera agiografia dei Rothschild proprio come il suo articolo, attingendo dagli archivi dei Rothschild che sembrano essere stati purgati, dato che non sa quasi nulla di significativo sulla loro storia.

Ferguson ha "dedotto" che la Russia è debole e la Cina è forte. Fesserie! Entrambe sono forti – e la Russia è tecnologicamente più avanzata della Cina nello sviluppo di missili offensivi e difensivi, e può battere gli Stati Uniti in una guerra nucleare, dato che lo spazio aereo russo è sigillato da difese stratificate come gli S-400, fino agli S-500 già testati e agli S-600 progettati.

Per quanto riguarda i chip semiconduttori, il vantaggio che Taiwan ha nella produzione di chip è nella produzione di massa dei chip più avanzati; ma la Cina e la Russia possono fabbricare i chip necessari per uso militare, anche se non si impegnano nella produzione commerciale di massa. Gli Stati Uniti hanno un importante vantaggio commerciale con Taiwan, ma non è un vantaggio militare.

Ferguson svela il suo gioco quando cavilla sulla necessità di "dissuadere una nascente combinazione di Russia, Iran e Cina simile all'Asse dal rischiare un conflitto simultaneo in tre teatri: Europa orientale, Medio Oriente ed Estremo Oriente".

Qui abbiamo la tipica demonizzazione atlantista dei tre principali vettori di integrazione dell'Eurasia, mescolata a un cocktail tossico di ignoranza e arroganza: è la NATO che sta fomentando il "conflitto" in Europa orientale; ed è l'Impero che viene espulso dall'"Estremo Oriente" (oh, è tanto tanto coloniale) e presto dal Medio Oriente (in realtà l'Asia occidentale).

Un racconto di AMGOT

Nessuno con un QI superiore alla temperatura ambiente si aspetterà che a Davos la prossima settimana si discuta seriamente di qualsiasi aspetto della guerra esistenziale tra NATO ed Eurasia – per non parlare della proposta diplomatica. Vi lascio quindi con un'altra tipica storia squallida su come l'Impero – che governa Davos – tratta in pratica i suoi vassalli.

All'inizio dell'anno, mentre mi trovavo in Sicilia, ho appreso che un papavero di altissimo valore del Pentagono era atterrata a Roma, in tutta fretta, nell'ambito di una visita non programmata. Pochi giorni dopo, il motivo della visita è stato pubblicato su La Repubblica, uno dei giornali del tossico clan Agnelli.

Si trattava di una truffa mafiosa: un faccia a faccia per "suggerire" al governo Meloni di fornire imperativamente a Kiev, il prima possibile, il costoso sistema missilistico anti-Samp-T, sviluppato da un consorzio europeo, Eurosam, che riunisce MBDA Italia, MBDA Francia e Thales.

L'Italia possiede solo 5 batterie di questo sistema, non proprio brillante contro i missili balistici ma efficiente contro i missili da crociera.

Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan aveva già chiamato Palazzo Chigi per annunciare "l'offerta che non si può rifiutare". A quanto pare non è bastato, e così è scattato il viaggio precipitoso dell'inviato. Roma dovrà adeguarsi. Altrimenti… Insomma, non bisogna mai dimenticare la terminologia usata dai generali statunitensi per designare la Sicilia, e l'Italia nel suo complesso: AMGOT.

American Government Occupied Territory. [Territorio occupato dal governo americano.]

Buon divertimento con il Freak Show di Davos.

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