E poi vennero a prendere i tassisti...

24 Novembre 2021 14:00 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Liberalizzare, deregolamentare, favorire la concorrenza, tutti paroloni che in Italia sono usate per attuare la svendita del patrimonio pubblico. Questa volta tocca al servizio pubblico erogato dai tassisti, i quali hanno risposto con uno sciopero che ha visto tutte le sigle del comparto partecipare. "La risposta della categoria dei tassisti oggi è stata totale e questo vuol dire che l'attuale governo, forte con i deboli e debole con i forti, ha fortemente deluso i lavori", ha commentato in una nota Alessandro Atzeni di UIL Trasporti Lazio: "Essere stati inseriti nel ddl concorrenza è stato un vero e proprio colpo di mano che nessuno si aspettava, specialmente in un periodo in cui il comparto taxi è fortemente in sofferenza per gli effetti negativi della pandemia di Coronavirus. Chiediamo lo stralcio dell'art. 8, altrimenti questa sarà la prima di una serie di mobilitazioni atte a bloccare la deregolamentazione del settore".

Sanno bene i tassisti che la deregolamentazione promossa dal governo Draghi non serve ad altro che a favorire in Italia l'ingresso delle multinazionali come Uber. In pratica sfruttamento dei lavoratori e profitti per pochi, anzi, pochissimi, come ha scritto il Paolo Maddalena, Vice-Presidente emerito della Corte Costituzionale: "Quanto sia dannoso porre sul mercato i servizi pubblici essenziali, che la Costituzione considera proprietà pubblica demaniale del Popolo, e quindi inalienabili, inusucapibili e inespropriabili, lo dimostra il fatto che in tempi recentissimi sono aumentati i profitti dell’Enel, che ha aumentato i guadagni dei propri azionisti, in prevalenza stranieri, della Snam progetti, la quale ha aumentato anche essa gli utili da distribuire ai soci, e dal Monte dei Paschi di Siena che, essendo passata alla gestione pubblica, pur mantenendo la natura giuridica di una S.p.A., in un solo anno ha avuto un profitto di un miliardo e mezzo di euro e che, nonostante questo, il governo mira a collocare sul mercato, evitando che detti profitti giovino al bilancio dello Stato."

L'USB precisa un aspetto importante: "Siamo in piazza perché questo governo racconta una marea di bugie. Dicono che glielo chiede l'Europa, ma non è vero. La Bolkestein e altre direttive europee escludono i servizi come i taxi da quelli da mettere sul mercato. Non migliorerà il servizio, perché questo nuovo meccanismo, rispetto a quello in uso che ci impone un tassametro con tariffe del Comune che controllano domanda e offerta in funzione del tassametro che sempre lo stesso prezzo, ci saranno algoritmi che interagiscono tra domanda e offerta, come abbiamo visto in altri PAesi che le tariffe si sono moltiplicate per 7, 8, 9 volte. Questo perché la domanda sale e anche i profitti, questo sistema per noi è inaccettabile".

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