Israele ammette di aver aiutato i "ribelli" in Siria


da hispantv
 
Il ministro della difesa israeliano, Moshe Ya’alon, ha ammesso, oggi, che il regime di Tel Aviv ha aiutato l’opposizione siriana, “a determinate condizioni”.
 
«Li abbiamo aiutato a due condizioni», ha spiegato Yaalon in materia di aiuti, in particolare, per la fornitura di medicinali per l’opposizione armata, formata da gruppi che per la maggior parte, lottano al fianco di Al-Nusra, il ramo di Al-Qaeda in Siria.
 
Secondo Yaalon, le due condizioni imposte ai terroristi sono state: Avvicinarsi in alcun modo ai confini dei territori palestinesi occupati e nel non infastidire in alcun modo la comunità drusa, sottolineando che la politica del regime israeliano contro i drusi è molto sensibile e complicata, anche se aveva minacciato di attaccare questa comunità per aver attaccato le ambulanze del regime israeliano,
 
Inoltre,  ha aggiunto che il regime di Tel Aviv offre l’assistenza medica a questi terroristi che combattono in Siria, ma la conferma che il regime prevede aiuti a ci va incontro agli interessi dell’opposizione armata.
 
Dal 2011, quando è iniziata la crisi in Siria, sostenuta da alcuni paesi della regione e stranieri, il regime di Tel Aviv ha curato più di un migliaio di terroristi che combattono nel territorio siriano per rovesciare il legittimo presidente del paese, Bashar al-Asad.
 
Il Regime israeliano mantiene le differenze con gli Stati Uniti sull’Iran
 
Per quanto riguarda il dialogo tra Teheran ed il  G5 + 1 sul programma nucleare dell’Iran, il ministro israeliano ha riconosciuto alcune differenze di vedute tra Tel Aviv e il suo più stretto alleato, gli Stati Uniti.
 
«Loro (gli americani) vedono l’Iran come parte della soluzione, noi lo vediamo come parte del problema», ha dichiarato il ministro israeliano evidenziando le differenze fondamentali con Washington per quanto riguarda il caso del nucleare iraniano.
 
Tuttavia, secondo Yaalon si prevede che le potenze mondiali del G5 + 1 firmeranno un accordo “cattivo” con Teheran questa settimana o in un prossimo futuro, sottolineando che anche se ci saranno controlli, saranno concordati con l’Iran.
 

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