Mosca: gli Usa stanno creando un nuovo "esercito siriano libero"

Il dossier siriano è sempre sotto gli occhi degli Stati Uniti d’America. Ormai Damasco è una psicosi, una sconfitta clamorosa, come è stato il Vietnam, l’Afghanistan ma, per quanto riguarda il paese arabo non la vuole riconoscere. Quindi, oltre le feroci sanzioni contro il popolo siriano, il saccheggio di grano e petrolio, la contestazione sul rientro nella Lega araba che rappresenta uno smacco incredibile, Washington si prepara ad una nuova mossa. Nuova, quanto vecchia, in quanto sembrerebbe che voglia creare una specie di restyling del ‘Free Syrian army’ formatosi nel 2011 da disertori dell’esercito regolare siriano prezzolati dall’occidente e dalle monarchie del golfo, ora praticamente scomparso.

Oggi però, come ha denunciato l’inviato russo all'Onu, gli Usa hanno iniziato a creare un altro “esercito siriano libero” nei pressi della città di Raqqa nord est Siria, per destabilizzare il Paese.

Nel corso di una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC), l'ambasciatore russo presso le Nazioni Unite (ONU), Vasili Nebenzia, ha denunciato "la politica distruttiva degli Stati Uniti", riferendosi alla fornitura di armi a gruppi armati illegali che hanno creato ad Al-Tanf, nella provincia siriana di Homs, e sulle rive dello strategico fiume Eufrate.

"Secondo i nostri dati, Washington ha iniziato a creare un esercito siriano libero vicino a Raqqa da tribù arabe locali, miliziani dell’ISIS-Daesh e altre organizzazioni terroristiche", ha lamentato.

Il diplomatico russo ha sottolineato che questi passaggi sono ovviamente un veicolo per utilizzare questi miliziani contro le legittime autorità siriane e destabilizzare la situazione nel Paese.

Inoltre, ha accusato i Paesi occidentali di esercitare pressioni, talvolta anche con la forza, sul Paese arabo e sui suoi vicini per ostacolare il dialogo con Damasco, e ha condannato il comportamento "distruttivo" degli Stati Uniti sulla normalizzazione dei rapporti tra il governo siriano e le sue controparti regionali.

Inoltre, ha espresso la preoccupazione di Mosca per l'intensificarsi degli attacchi aerei israeliani in Siria, che in alcuni casi stanno violando lo spazio aereo degli Stati vicini, distruggendo le infrastrutture civili e provocando vittime tra la popolazione.

Condannando queste incursioni israeliane, si è rammaricato che la leadership delle Nazioni Unite non abbia rilasciato alcuna dichiarazione sulla violazione della sovranità della Siria.

L'allarme di Mosca arriva in una situazione in cui, nonostante le richieste del governo siriano, la presenza di occupazione dell'esercito nordamericano in varie parti del territorio di questo Paese continua con il pretesto di combattere l’ISIS, ma alla fine è per saccheggiare i pozzi petroliferi.

Il governo siriano contesta da anni la presenza illegale degli Stati Uniti nelle aree ricche di petrolio come una violazione assoluta della sua sovranità e promette di utilizzare il suo pieno diritto per rispondere all'occupazione statunitense come meglio crede e recuperare presto tutti i suoi beni nei territori occupati.

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