627 nuovi morti Covid? Nemmeno a Repubblica tornano più i conti

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627 nuovi morti Covid? Nemmeno a Repubblica tornano più i conti

Purtroppo l’Italia ha fatto registrare un numero elevato di morti che sarebbero correlati alla pandemia di Covid-19 causata dal diffondersi del nuovo coronavirus.

Nella giornata di ieri abbiamo toccato quota 627. Una cifra inaccettabile, viste anche le chiusure che ormai da un anno affiggono la popolazione cagionando inoltre ingenti danni al tessuto economico italiano.

A tal proposito Repubblica ha intervistato Stefania Salmaso, epidemiologa dell’Aie, Associazione Italiana di Epidemiologia sull'anomalia, tutta italiana, che riguarda il numero di decessi causata dal Covid in Italia.

Intanto il numero.
"I conti non tornano - spiega l’epidemiologa - noi abbiamo 3,5 milioni di contagi dall’inizio dell’epidemia e 110mila vittime. La Spagna 3,2 milioni di contagi e 75mila vittime. La Germania 2,8 milioni di contagi e 76 mila vittime, la Francia 4,5 milioni di contagi e 95mila vittime”.

Perché l'Italia ha tutte queste vittime a fronte di una percentuale di contagi comparabile con gli altri Paesi?

I tentativi di spiegare questo dato incredibile a livello internazionale attraverso dubbi su infezioni non rilevate o mancato aggiornamento quotidiano da parte delle Regioni, non possono assolutamente giustificare questo tasso eccessivo di mortalità in Italia.

Cosa non sta funzionando?
La denuncia della dottoressa Salmaso è di una gravità tale da far saltare ogni parametro con cui il CTS, l'istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute decidono le chiusure cromatiche e valutano gli effetti della campagna vaccinale.

Non ci sono i dati.

Non è dato infatti sapere che età avessero i morti, dove risiedessero, dove sono morti.
Non c'è alcuna possibilità di ottenere dati incrociati per affermare trionfalmente "nelle RSA non si muore più perché sono tutti vaccinati", come ha annunciato oggi pomposamente un esponente politico in una seguitissima trasmissione televisiva.

"Sui decessi non possiamo pronunciarci. Ancora una volta mancano i dati: quanti anni hanno le vittime? Non lo sappiamo”.

L’Istituto Superiore di Sanità pubblica l’età media delle vittime, ma “è la media dall’inizio dell’epidemia. Non tiene conto di quel che accade nelle ultime settimane. L’età delle vittime è scesa? La diffusione delle varianti provoca decessi anche fra i più giovani? Avremmo il diritto di saperlo”.
Dichiara l'epidemiologa.

Perché questa segretezza?
È totalmente sbagliata la metodologia di raccolta dei dati?
E se è sbagliata, cosa ci hanno raccontato fino ad oggi?

Agata Iacono

Agata Iacono

Sociologa e antropologa

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