Arkadij Babchenko. Ecco quello che scriveva nel dicembre del 2016 sulla tragedia del Tu-154

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Arkadij Babchenko. Ecco quello che scriveva nel dicembre del 2016 sulla tragedia del Tu-154


 

Su Facebook, Vladimir Kornilov ricordava oggi quanto scritto da Arkadij Babchenko il 25 dicembre 2016, in occasione della tragedia del Tu-154


 

“Ho compassione per gli ottanta morti del Ministero della difesa... che stavano volando in Siria a cantare e ballare di fronte agli aviatori per sollevare il loro morale combattivo, affinché bombardassero meglio e anche per i nove funzionari della propaganda di massa – peraltro, i più in vista di essi, collaboratori del “Primo canale” e di “Zvezda” (il  canale del Ministero della difesa, ndr) – che sproloquiano di fascismo, junta, crocefissione di bambini, migliaia di uomini costretti andare in guerra, tanto in Ucraina, quanto in Siria, che giustificano l'arresto dei miei amici, che spergiurano sul fatto che non stiano torturando il mio amico nella colonia di Seghezha (campo correttivo di lavoro in Karelia, ndr), che esortano a fare i conti con me e coi miei amici, che gettano tonnellate di sterco su persone a me care, e che più di una volta hanno messo in pericolo la loro vita, che hanno attivato campagne antimigratorie, antigeorgiane, antiucraine, antiliberali e pedofili e via dicendo, campagne che hanno portato all'assassinio di dissidenti, di non russi, anche in pacifiche città della Russia – centinaia, se non addirittura migliaia – e che sono in prima fila a costruire una atmosfera orwelliana, una nuova dittatura, il GULAG...
 

Ma questa è una domanda retorica.
 

No, non ho né compassione, né pena. Non farò condoglianze ai familiari e ai cari. Come non le hanno mai fatte nessuno di loro. Continuando a cantare e ballare in appoggio al potere o anche continuando a gettare sterco dagli schermi televisivi anche dopo la morte. Ho un solo sentimento. Fregarmene. Non io mi sono contrapposto a questo Stato e alla sua servitù. Lo Stato e la sua servitù hanno contrapposto me a loro. Lo Stato mi ha qualificato nemico e traditore della nazione. Dunque, me ne frego proprio. Quantunque, d'altronde, non mi rallegri e non gioisca per la disgrazia.
 

Ho in testa solo un pensiero razionale – tra le forze degli zombi, che mettono in moto il meccanismo degli arresti e degli assassinii di miei amici e colleghi, ci sono ora nove unità di meno.
 

No regrets. They don't work.”
 

(Traduzione a cura di Fabrizio Poggi)

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