All'Università di Siena non si può parlare di Palestina. La lettera di Ilan Pappè e Francesca Albanese al Rettore

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All'Università di Siena non si può parlare di Palestina. La lettera di Ilan Pappè e Francesca Albanese al Rettore

L'assurdo divieto di parlare di Palestina il 7 ottobre all'Università di Siena
 
Rilanciamo la lettera inviata da Ilan Pappè e Francesca Albanese al Rettore dell’Università di Siena

 
Al Magnifico Rettore Roberto Di Pietra, e al Senato Accademico dell’Università degli Studi di Siena,
 
I sottoscritti, Ilan Pappé e Francesca Albanese, scrivono, rispettivamente, in qualità di storico israeliano dedicato allo studio delle complesse relazioni tra Israele e Palestina, e di Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nel territorio palestinese occupato dal 1967.
 
Siamo stati entrambi profondamente onorati dell’invito a partecipare a una conferenza presso la vostra stimata Università in occasione del tragico anniversario del 7 ottobre, per discutere la situazione in Israele/Palestina. Desideriamo esprimere la nostra sentita ammirazione per l’iniziativa e il coraggio dimostrati dai vostri studenti nell’organizzare un evento di tale importanza.
 
Nel corso di quest’anno eccezionalmente difficile, gli studenti di tutto il mondo hanno dimostrato un encomiabile impegno nel sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione israelo-palestinese. Hanno intrapreso iniziative cruciali, spesso affrontando ostacoli e ritorsioni.
 
Alla luce di ciò, abbiamo appreso con sorpresa e delusione la recente decisione dell’Università di cancellare o rinviare la conferenza, specialmente considerando i considerevoli sforzi organizzativi profusi dagli studenti. Sebbene comprendiamo le preoccupazioni relative alla data prevista, sosteniamo con convinzione la volontà degli studenti di mantenere il programma originario.
 
Il 7 ottobre rappresenta un tragico anniversario sia per gli israeliani che per i palestinesi, ed eventi di questo tipo sono indispensabili per promuovere un dialogo sul reciproco dolore e trauma, sfidando le false dicotomie e le banalizzazioni faziose che ostacolano un dibattito serio.
 
Desideriamo sottolineare l’importanza di continuare a educarci, superando le mistificazioni della propaganda politica e le narrazioni disumanizzanti. Riconoscere la lotta condivisa tra palestinesi e israeliani è fondamentale; entrambe le popolazioni subiscono le conseguenze di scelte politiche gravose.
 
La contestualizzazione del 7 ottobre come tragedia inserita in un quadro più ampio può avvenire solo attraverso un dialogo aperto ed empatico, lontano da polarizzazioni.
 
La nostra partecipazione a questa conferenza intende offrire chiarimenti su aspetti storici e legali. Crediamo che questo incontro rappresenti un momento essenziale di riflessione collettiva, volto a sottolineare l’importanza di riconoscere l’umanità condivisa tra i due popoli come fondamento per immaginare un futuro diverso.
 
Vi invitiamo a riconsiderare la vostra decisione, poiché negare agli studenti la possibilità di confrontarsi su questioni così importanti mina la libertà di espressione e rischia di erodere i principi stessi della libertà accademica che le università dovrebbero custodire.
 
Crediamo profondamente che le università debbano rimanere luoghi aperti al dialogo rispettoso e alle discussioni complesse. Quando non adempiono a questo ruolo, l’integrità della libertà accademica è minacciata.
 
L’attuale situazione in Israele e Palestina non porta né pace né sicurezza a nessuna delle due parti; non possiamo più permetterci né silenzio né eccessi di zelo. Ciò di cui abbiamo bisogno è dialogo e riconoscimento di tutte le vittime, unitamente a un profondo senso di responsabilità verso l’intera umanità.
 
Restiamo disponibili per ulteriori discussioni e speriamo che l’Università possa riconsiderare la sua decisione, permettendoci di incontrarvi il 7 ottobre come inizialmente previsto.
 
Distinti saluti,
 
Francesca Albanese – Ilan Pappé

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