Bolivia: il CEPR di Washington afferma che non ci sono prove di irregolarità o brogli nelle elezioni

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Bolivia: il CEPR di Washington afferma che non ci sono prove di irregolarità o brogli nelle elezioni

 

La narrazione dei golpisti in Bolivia è chiara: Evo Morales è stato rieletto grazie a brogli. Quindi deve rinunciare, e non partecipare alle nuove elezioni. 

 

Ma questi brogli, avallati anche dall’Organizzazione degli Stati Americani - che non smentisce la sua nomea di Ministero delle Colonie degli USA - che parla di presunte ‘irregolarità’ in un comunicato stranamente diffuso prima del rapporto ufficiale, sono realmente accaduti? Vi sono prove?

 

Una risposta ha provato a darla il Center for Economic and Policy Research (CEPR) di Washington. La risposta è no. Non ci sono stati brogli, Evo Morales ha nettamente vinto al primo turno.

 

«Semplicemente non esiste una base statistica o probatoria per contestare i risultati del conteggio dei voti che mostrano che Evo Morales ha vinto al primo turno», ha affermato l'analista di politica senior del CEPR e coautore del documento redatto dal think thank statunitense, Guillaume Long. «Alla fine, il conteggio ufficiale, che è legalmente vincolante e completamente trasparente, con i fogli di conteggio disponibili online, ha eguagliato i risultati del conteggio rapido». 

 

L'analisi statistica dei risultati elettorali e dei fogli di conteggio del 20 ottobre in Bolivia - scrive il CEPR - non mostrano alcuna prova che irregolarità o brogli abbiano influenzato il risultato ufficiale che ha dato al presidente Evo Morales una vittoria al primo turno. Contrariamente a una narrazione post-elettiva che è stata supportata, senza prove, dalla Missione di Osservazione Elettorale dell'OSA, l'analisi statistica mostra che era prevedibile che Morales avrebbe ottenuto la vittoria al primo turno, sulla base dei risultati del primo 83,85 percento dei voti scrutinati con il conteggio rapido.

 

Il documento «Che cosa è successo nel conteggio dei voti in Bolivia nel 2019? Il ruolo della Missione di Osservazione Elettorale dell'OSA», presenta una ripartizione dettagliata di ciò che è accaduto con il conteggio dei voti della Bolivia (sia il conteggio rapido non ufficiale, sia il conteggio ufficiale più lento), cercando di dissipare la confusione sul processo. Il rapporto include i risultati di 500 simulazioni che mostrano che la vittoria al primo turno di Morales fosse non solo possibile, ma probabile, in base ai risultati dell'83,85 percento iniziale dei voti scrutinati con il conteggio rapido. 

 

Insolito è stato il comunicato dell’OSA che ha dato nuovo vigore alle violenze golpiste e spinto il presidente Evo Morales a rinunciare nel mezzo di crescenti minacce contro vari esponenti del MAS. 

 

Mark Weisbrot, condirettore del CEPR, ha osservato come fosse altamente discutibile il fatto che l’OSA emettesse una dichiarazione stampa in cui si mettevano in discussione i risultati delle elezioni senza fornire prove a riguardo. Ha osservato che anche la relazione preliminare dell'OSA sulle elezioni non ha fornito prove del fatto che ci fosse qualcosa di sbagliato nel conteggio dei voti.

 

«La dichiarazione stampa dell'OSA del 21 ottobre e la sua relazione preliminare sulle elezioni boliviane sollevano inquietanti domande sull'impegno dell'organizzazione a un'osservazione imparziale, professionale ed elettorale», ha affermato Weisbrot. «L’OSA dovrebbe indagare per scoprire come tali dichiarazioni, che potrebbero aver contribuito al conflitto politico in Bolivia, siano state fatte senza alcuna prova».

 

Il documento verifica che le tendenze di voto storiche a favore di Morales nelle aree di votazione più lontane e impervie spiegano il motivo per cui il divario tra Morales e Mesa si è ampliato con il conteggio dei voti, terminando con un risultato ufficiale che ha portato Morales davanti a Mesa di 10,57 punti.

 

l documento mostra anche che le rispettive tendenze di voto per Morales e Mesa erano coerenti, contrariamente alle prime dichiarazioni post-elettive dell'OSA: «Né il conteggio rapido né il conteggio ufficiale mostrano improvvisi cambiamenti nelle tendenze nei risultati finali, e la stessa tendenza ben nota, spiegabile dalla geografia, è evidente in entrambi i casi».

 

«Incoraggiamo chiunque sia interessato a quello che è successo alle elezioni in Bolivia a fare il proprio esame dei fogli di calcolo e la propria analisi statistica», ha affermato Long. «Speriamo che la missione elettorale dell'OSA lo farà. Ma dobbiamo anche ricordare che una missione elettorale dell'OSA ha annullato i risultati elettorali ad Haiti nel 2011 senza basi statistiche o di altro tipo per farlo». 

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