Cile: il passato nazista del padre di Kast, candidato dell'estrema destra

Cile: il passato nazista del padre di Kast, candidato dell'estrema destra

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Il prossimo 19 di dicembre sarà sicuramente una giornata importante che segnerà il futuro prossimo del Cile. E’ infatti il programma il ballottaggio presidenziale tra il candidato espressione delle sinistre Gabriel Boric, e il candidato dell’estrema destra Josè Antonio Kast, del Partito Repubblicano e sostenitore convinto dell’ex dittatore fascista Augusto Pinochet. 

Le attitudini di Kast sembrano essere inscritte nel DNA di famiglia. L’agenzia statunitense Associated Press (AP) ha infatti scoperto una carta d’identità datata 1 settembre 1942, che certifica l’iscrizione del padre di Kast nel partito nazista tedesco. 

Secondo l'agenzia AP, l'Archivio Federale Tedesco (Bundesarchiv), ha confermato che si trattava di un documento di iscrizione al Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedesco, ma non ha potuto confermare con certezza che la carta etichettata con il numero 9271831 appartenesse al padre di José Antonio Kast, sebbene il suo nome, data e luogo di nascita siano corrispondenti.

Interrogato sulla questione, José Antonio Kast ha più volte smentito che suo padre appartenesse al Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei), assicurando che la sua partecipazione alla Seconda Guerra Mondiale sia avvenuta in base a un “reclutamento forzato”. 

Già nel 2018, nel programma televisivo "Llego tu hora" su TVN, il giornalista Ignacio Franzani chiese a Kast se il padre avesse militato nelle fila del Partito Nazionalsocialista tedesco. 

Il candidato della destra estrema smentì palesando un certo disagio: ““No. Ti regalo un libro con la storia della mia famiglia”. Su insistenza di Franzani, Kast spiegò: “Sono orgoglioso di essere suo figlio. Perché usi l'aggettivo "nazista"? Tutti quelli che hanno combattuto la seconda guerra per la Germania sono nazisti? Ha combattuto nella seconda guerra mondiale per la Germania, era un soldato tedesco, ma non era un nazista”.

BioBioChile ha contattato lo staff di Kast, che riguardo la questione ha dichiarato: “Indipendentemente da quello che dice un foglio di 50 anni fa, mio ??padre, io e tutta la nostra famiglia aborriamo i nazisti”. 

I fatti però dicono che Michael Kast si unì al partito nazista nel 1942, quando la seconda guerra mondiale era in pieno svolgimento e aveva solo 18 anni.

Le opinioni sono diverse su quanto fosse "volontario" entrare a far parte del partito nazista tedesco in quel momento. "Non abbiamo un solo esempio di qualcuno che sia stato costretto ad aderire al partito nazista", dice all'AP lo storico tedesco Armin Nolzen, specializzato nell'analisi delle adesioni all'organizzazione.

Secondo il libro del 2015 "La danza dei corvi" del giornalista Javier Rebolledo, sui complici civili della dittatura di Augusto Pinochet, la moglie di Michael Kast - morto nel 2014 - ha affermato che suo marito aveva inizialmente dei timori sull'adesione al partito nazista, ma che un sergente lo convinse a farlo, visto che sarebbe stato inviato nella penisola di Crimea, invece che a Stalingrado. 

Secondo l'indagine di Rebolledo, quando la sconfitta delle forze dell'Asse era imminente, Michael Kast ottenne un documento falso in Italia per farsi passare come parte del Comitato internazionale della Croce Rossa. Così Kast riuscì per due volte a sfuggire all’arresto degli alleati e ritornare in Germania. Identificato nel dopoguerra, il padre del candidato presidenziale cileno avrebbe confessato le sue azioni, dopodiché il procuratore incaricato del suo caso si sarebbe impietosito bruciando i suoi registri militari, indica il libro. 

A questo proposito, José Antonio Kast accusa Rebolledo di aver utilizzato le parole della madre fuori contesto per “snaturare i fatti” e lasciare un'ombra sul padre. 

Successivamente, Michael Kast emigrò in Cile con la moglie e due figli più grandi (José Antonio è il più giovane dei 9 figli della coppia), stabilendosi a Paine, dove avviò un'attività di gastronomia che sarebbe diventata l'azienda Cecinas Bavaria.

Nel 1995, Michael Kast ha ottenuto la nazionalità cilena, sulla base del suo “grande spirito di giustizia sociale” e delle sue profonde radici cattoliche, che lo hanno portato a costruire 5 chiese, ospedali e un centro giovanile, nonché per aver aiutato i lavoratori della sua impresa ad accedere a una casa propria.

Tuttavia, il libro di Rebolledo afferma che dopo il colpo di stato del 1973, la polizia ha effettuato massicci arresti a Paine, tra questi figurava Pedro Vargas, un leader sindacale di Cecinas Bavaria.

Il fratello di José Antonio Kast, Christian Kast, allora 16enne, dichiarò al processo per la sua scomparsa che, il giorno dopo il rovesciamento del presidente Salvador Allende da parte dei golpisti guidati dal generale Pinochet, aveva partecipato a un barbecue presso la stazione di polizia di Paine, dove aveva visto una dozzina di detenuti trascinati e rasati, ma tra loro non c'era Vargas.

Un parente di Vargas, a condizione dell’anonimato per paura di rappresaglie, ha detto all'AP che dopo la sua scomparsa, si sono rivolti a Michael Kast per chiedere aiuto. “Pensavo che ci avrebbe aiutato, ma mi ha detto di andare a casa. Che c'era una guerra là fuori e che questa era vita o morte. Non potevo crederci", dice.

Pedro Vargas non è mai stato trovato. In una lettera pubblicata dal quotidiano digitale El Mostrador, la sorella dell'operaio, Silvia Vargas, assicura che José Antonio Kast ha mentito in televisione sul rapporto di suo padre con la sua famiglia.

“Devo chiarire che quanto sottolineato da José Antonio Kast nel (programma TVN) ‘Estado Nacional’, a proposito del fatto che mio padre ha continuato a lavorare per la Bavaria per molti anni, come se fosse una prova di buona fede da parte della sua famiglia, non era così. Poco dopo la scomparsa di mio fratello Pedro, mio ??padre è stato licenziato e ha continuato a lavorare nel Comune di Paine, spazzando le piazze. Pertanto si è ritirato mentre svolgeva un altro lavoro, non in Bavaria, come ha sottolineato Kast”. 

Con questo retroterra ideologico, culturale e familiare, non risultano sorprendenti le uscire di Kast a favore del fascista Pinochet e gli attacchi scomposti al governo di Salvador Allende che nel tentativo di fermare l’emergere del regime di Pinochet sacrificò la propria vita lottando armi in pugno.  

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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