Come il Mossad sta sabotando l'accordo nucleare iraniano

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Come il Mossad sta sabotando l'accordo nucleare iraniano

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L’accordo sul nucleare iraniano, conosciuto come Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA), ad oggi, dopo alcuni segnali positivi, sembra in ulteriore stallo. Seppur ci siano state speranze sulla sua reintroduzione, oggi, dal momento in cui il beneficiario potrebbe essere l’Iran con il ritorno sul mercato mondiale del suo gas e petrolio, e a seguire l’Unione Europea dopo il blocco che ha adottato, su ordine di Washington, contro gli idrocarburi russi, questo accordo non si deve fare. Lo abbiamo scritto nei giorni scorsi, ormai L’Unione Europea vuole che i suoi cittadini muoiano per Washington.

C’è un altro aspetto, anzi, definiamolo pretesto usato dagli Stati Uniti per non raggiungere l’accordo. Questo pretesto si chiama Israele, il quale teme che l’Iran usi il nucleare per costruire armi. Forse teme che Teheran possa avere un arsenale atomico come il suo, seppur mai riconosciuto. Mai un ispettore Onu si è disturbato a visitare un sito israeliano.

Naturalmente se Washington volesse far ingoiare a Tel Aviv il rospo dell’intesa con l’Iran potrebbefarlo senza problemi. Invece no, Israele continua con le sue minacce.

Il direttore dell'agenzia di spionaggio israeliana Mossad, David Barnea, proprio ieri, ha dichiarato che "Israele non starà a guardare mentre l'Iran continua a frodare il mondo", nell'ultima minaccia proveniente dai funzionari israeliani contro la possibile ripresa dell'accordo nucleare iraniano.

Le sue parole sono arrivate dopo l'incontro a Washington con il direttore della CIA William Burns, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, il segretario alla Difesa Lloyd Austin, il presidente dei capi congiunti Mark Milley, il direttore dell'FBI Christopher Wray e altri alti funzionari della sicurezza degli Stati Uniti.

"Gli Stati Uniti manterranno il loro impegno per la sicurezza israeliana... e non permetteranno all'Iran di ottenere un'arma nucleare", ha proseguito il capo del Mossad, aggiungendo di aver presentato "materiale di intelligence sensibile" ai funzionari statunitensi in merito al programma di energia nucleare iraniano.

Barnea era nella capitale degli Stati Uniti dal 5 settembre, tenendo incontri con i funzionari della sicurezza nella speranza di far deragliare il ritorno di Washington al JCPOA.

Il suo arrivo negli Stati Uniti è avvenuto sulla scia di viaggi simili del ministro della Difesa Benny Gantz e del capo del Consiglio di sicurezza nazionale Eyal Hulata.

Il 6 settembre, il primo ministro ad interim Yair Lapid ha minacciato l'Iran con il " braccio lungo " di Israele durante un discorso pronunciato davanti a un caccia F-35.

Israele ha lavorato 24 ore su 24 per convincere gli Stati Uniti a cambiare i suoi piani per rilanciare l'accordo nucleare con l'Iran, ma è stato in gran parte tagliato fuori dai negoziati.

Inoltre, il Paese ha compiuto omicidi e atti di sabotaggio anche all'interno della Repubblica islamica nel tentativo di porre fine ai colloqui.

Le azioni di Tel Aviv sono state portate avanti nella totale inerzia della comunità internazionale. Intesa come Unione Europea, Usa, Canada, Australia e qualche altro stato servo sciocco che si ergono a detentori ed esportatori di democrazia e diritti umani.

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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