Con la risoluzione Ue sull'Ucraina cade (definitivamente) il principale luogo comune dei populisti europeisti

Con la risoluzione Ue sull'Ucraina cade (definitivamente) il principale luogo comune dei populisti europeisti

Dopo le cacce alle streghe islamofobe dopo i fatti di Charlie Hebdo, un nuovo colpo mortale al cuore dell'Europa

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Poco dopo che a trattare a Kiev praticamente in suo nome era andato direttamente George Soros, la mozione in 28 punti approvata dal Parlamento europeo il 15 gennaio scorso rappresenta la legittimazione definitiva ed ufficiale del colpo di stato effettuato in Ucraina il 28 febbraio scorso con l'ascesa di quella commistione di neo-nazisti e della peggiore tecnocrazia finanziaria internazionale che governa oggi a Kiev. 

Dopo le cacce alle streghe islamofobe in seguito ai fatti di Charlie Hebdo con l'obiettivo ormai chiaro da parte della leadership europea di ridurre le libertà individuali sul modello degli Stati Uniti post 11 settembre, l'Europa subisce così un nuovo colpo mortale a quel luogo di civilità e libertà che un tempo forse voleva essere. A chi utilizza come un disco rotto perpetuo che solo l'integrazione europea può garantire la pace nel continente, ricordategli che l'Ue ha appena chiuso gli occhi al genocidio - nel cuore dell'Europa - che le autorità di Kiev stanno compiendo nelle regioni del Donbass (punto 11 e 13 della mozione). Uno dei principali tabù sulla possibilità di un ritorno ad una sovranità monetaria, valutaria e fiscale da parte degli stati membri della zona euro si è definitivamente rotto.
 
Nella risoluzione si legge che le elezioni ultime ucraine sono state fatte nel rispetto generale delle libertà fondamentali". Questo, scrive Giulietto Chiesa, “nonostante i candidati gettati nei cassonetti ed il pogrom di Odessa”. Ma i deputati europei devono essere molto distratti. Non solo rispetto a quello che accade in Ucraina, del resto. Anche la riduzione in povertà delle proprie popolazioni, la disoccupazione di massa, la deflazione e l'eliminazione di diritti sociali una volta acquisiti sembra avvenire nella loro totale indifferenza. Dalla risoluzione sulla crisi in Ucraina, si legge addirittura come l'Ue "condanna gli atti di terrorismo" dei separatisti nell'Ucraina orientale e in Crimea, dimenticando totalmente di ricordare che dalla parte ucraina agiscono mercenari privati di nazisti che massacrano deliberatamente i civili russi. Questo è il livello di schizofrenia e di totale assenza di una responsabilità politica per una scelta dettata dagli Stati Uniti di guerra economica (e non solo?) alla Russia che significa per i paesi europei l'eutanasia economica. 
 
Inês Zuber, parlamentare europea del Partito Comunista Portoghese, aveva scritto prima del voto alcune frasi che speriamo possano rimanere impresse nella memoria di chi in Europa ha irresponsabilmente votato questa risoluzione:
 
“Questa settimana sarà commemorato, al Parlamento Europeo, il 70° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. Quasi contemporaneamente ci sarà la discussione sulla situazione in Ucraina. Da un lato si dirà che non accetteremo più il terrore fascista. Dall'altro, si appoggerà il terrore fascista, travestito da “transizione democratica. L'esperienza ci insegna che la versione falsificata della storia, così spesso propagandata, quasi si trasforma in verità”.
 
E ancora: “Ciò che è accaduto nel febbraio del 2014 in Ucraina non è stata una vittoria delle forze popolari che, giustamente, rivendicavano migliori condizioni di vita.... [….], ma la costruzione e la promozione, da parte di USA e UE di un colpo di Stato promosso dalle “marionette” più utili in quel momento - i settori dell'estrema destra di matrice fascista e neo-nazista (Svoboda e Settore di Destra). Questa non è una supposizione. Gli USA hanno ammesso il finanziamento del “movimento” con cinque milioni di dollari, sono state pure rese note le conversazioni telefoniche dell'ambasciata degli Stati Uniti a Kiev a proposito dei “cavalli” su cui scommettere e l'indifferenza di Catherine Ashton, vice-presidente della Commissione Europea, quando fu allertata dall'allora ministro estone degli Affari Esteri sul fatto che era forte l'evidenza che gli spari di franchi tiratori sul Majdan non provenivano da forze governative ma da forze del “movimento” appoggiato e promosso da USA e UE”.
 
“E' evidente che solo una soluzione politica potrà mettere fine alla crisi ucraina. Ma per garantire la pace, la sovranità, la democrazia e il progresso sociale in Ucraina è necessario che il dialogo si realizzi direttamente tra le due parti in conflitto, riconoscendo lo statuto di parte belligerante e il diritto di resistenza alle forze del Donbass che lottano contro la fascistizzazione del paese dopo un colpo di Stato. E' necessario che questo processo di dialogo sia centrato sulle rivendicazioni economiche e sociali delle popolazioni. Senza tali condizioni, non ci sarà pace ma solo imposizione”.
 
Rigettando la proposta di tregua avanzata da Putin proprio ieri, il presidente Poroshenko - a capo di un governo fantoccio in cui siamo arrivati alla farsa della presenza diretta di cittadini americani - ha chiarito la sua posizione sul dialogo. Posizione avallata ormai definitivamente da un'Unione Europea senza più un'anima, un'identità e colpita mortalmente al cuore due volte in poco tempo.

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