Coronavirus, la caccia agli untori (cinesi) del XXI Secolo

Coronavirus, la caccia agli untori (cinesi) del XXI Secolo

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di Giorgio Cremaschi 


Ora è più facile capire come nel 1600 durante le pestilenze, non solo la credulità popolare, ma anche l’infamia delle autorità scatenassero paura e violenza verso poveri innocenti, accusati di essere UNTORI della peste con sostanze malefiche sparse nelle case e nelle vie.


Fedriga Fontana Fugatti Zaia sono i presidenti leghisti di Friuli Lombardia Trentino Veneto e hanno dato il via alla moderna caccia agli untori. I bambini cinesi oggi, quelli africani domani, chissà chi dopo domani. Naturalmente lo hanno fatto con il tono politicamente corretto con cui tutti i politicanti dicono le peggiori sconcezze: non vogliamo perseguire nessuno, ma rispondere alle preoccupazioni della gente. E a loro favore i quattro hanno la follia mediatica di questi giorni, che va ben oltre la normale informazione. Certo che bisogna suscitare allarme, ma perché non si fa lo stesso per le migliaia di persone che sicuramente si ammaleranno gravemente per la cappa di inquinamento che grava sulle regioni che la Lega governa? E la strage sul lavoro che continua senza freni?


Ecco il sostegno di cui usufruiscono i cacciatori di untori: la comunicazione di massa sceglie le sue emergenze le gonfia e le distorce, mentre ne cancella altre. Le autorità cinesi hanno hanno giustamente criticato Trump e i media USA per la diffusione di allarmi ingiustificati e voluti dietro i quali c’è la guerra economica e politica alla Cina. La verità è che in paese di un miliardo e quattrocento milioni di persone dovremmo essere stupefatti e grati per la incredibile efficenza con la quale ogni ora conosciamo l’andamento della malattia, per l’isolamento di aree urbane di venti milioni di abitanti, per il controllo capillare della salute in ogni caseggiato, per gli ospedali costruiti in sette giorni senza projet financing. Invece i mass media sono pieni di insinuazioni e vere proprie fake news, dalle accuse di reticenza e inefficienza alle autorità, a quella di aver prodotto il virus in laboratorio, a quella di diffondere il contagio in Africa, dove si sa la Cina ha grandi investimenti, con scorno delle multinazionali USA E UE.


I presidenti leghisti delle quattro regioni del nord sono quindi dei mascalzoni politici che cavalcano in malafede quella che l’ONU ha chiamato INFODEMIA, l’epidemia di false informazioni che sta dilagando. Bisogna quindi isolarli, ma anche capire come si è sviluppato e come viene diffuso il virus della caccia all’untore cinese, che è già arrivato a far tirare sassi a dei ragazzi che andava o a scuola a Frosinone.


I leghisti hanno un pregio paradossale, fanno emergere tutta la merda culturale e politica che da tempo viene diffusa in questa società, anche da chi a parole dichiara di contrastarli.


Ad esempio chiediamoci che farebbero nelle scuole e nella sanità i presidenti leghisti se avessero quei pieni poteri che rivendicano con l’AUTONOMIA DIFFERENZIATA. Della quale come sappiamo è fanatico sostenitore anche il PD Bonaccini che ha vinto le elezioni in Emilia Romagna chiedendo un voto per fermare la Lega, della quale però condivide il principale e più pericoloso obiettivo.


Alessandro Manzoni nell’800 positivista si impegnò a studiare e a spiegare la follia collettiva della caccia all’untore : Renzo Tramaglino nei Promessi Sposi ha la sventura di essere accusato di spargere la peste, scampando a stento al linciaggio.




Oggi lo sdegno per la caccia all’untore che torna non deve fermarsi ai leghisti, ma deve affrontare tutte le ragioni economiche sociali e culturali che hanno permesso la rinascita di questa mostruosità.


La tecnologia del ventunesimo secolo che accompagna il ritorno al Medio Evo della società è il rischio concreto contro cui dobbiamo lottare, rischio di cui Zaia e compagnia sono solo la punta orribile di una melma ben più vasta.

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