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Deliri nelle spiagge italiane: “E chi ci metti eh, chi ci metti adesso?”
Mare. Sotto la canicola che picchia senza pietà traversare il sabbione, che poi di misero ciottolato ligure si tratta, diventa una camminata sui carboni ardenti. Vorrei stare tranquillo, niente rumori molesti ad aizzare i pensieri già abbastanza storti che girano in testa in questo periodo buio come la pece, eppure mi tocca. La voce tediosa del vicino gracchia come una radiolina sintonizzata malissimo.
“E chi ci metti eh, chi ci metti adesso?”
Parla con qualcuno ma per come è messo con quel panzone che sembra incinto di un’anguria potrebbe benissimo parlare alla sua ungh incarianata.
“Dico c’avevamo (avevamo?) uno che parlava l’inglese perfetto, uno che con l’Europa faceva la sua figura (ahh adesso ci siamo) o no? Ma li hai visti gli altri, chi ci metti adesso eh?”
Il compare omerteggia, teme di sbilanciarsi, s’imbosca. Sicuramente non parla l’inglese e, pare, neanche tanto bene l’italiano. Poi azzarda.
“Beh, un Di Maio…
Silenzio.
“Certo, è intelligente (che cazzo hai detto, Di Maio intelligente?), ha imparato l’inglese (ossignur!). Si è migliorato, è cresciuto. Però è troppo giovane”
Mi alzo per gettarmi in acqua sperando di emergere in una altra dimensione ma le voci mi inseguono anche là.
“Guarda parli con una berlusconiana (è una donna! L’essere spiaggiato di fianco al panzone come un budino squagliato è femmina!) quindi.
Mi butto e faccio una tirata a stile fino a scoppiare. Il dubbio mi rode; perché quindi? che vuole dire quel quindi? Tanto valeva dire mannaggia, oppure poffarbacco. Invece quindi, come se dopo si volesse svolgere un pensiero, un’idea a dare un senso logico al periodo. Invece nulla.
La tipa l’ha buttato lì alla cazzo tanto per fare un verso come un animale inconsapevole del proprio linguaggio. Però l’associazione Berlusconi Di Maio, o meglio la staffetta Berlusconi di Maio come simbolo di continuità italica è verità. D’un tratto il significato di quel quindi diventa chiaro: i Draghi, i Monti, i Dini arrivano, devastano, fanno il lavoro sporco (Draghi ha fatto quello più sporco di tutti) poi se ne vanno. Ma i Berlusconi i Di Maio i Letta i Salvini le Meloni sono per sempre. Forever.
A meno che, zac, non si tronchi di netto la fila delle processionarie.