Donbass Insider: la Russia si è impossessata di due cannoni semoventi Caesar francesi rivenduti dall'Ucraina

Donbass Insider: la Russia si è impossessata di due cannoni semoventi Caesar francesi rivenduti dall'Ucraina

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Le notizie che giungono dall’Ucraina hanno dell’incredibile e potrebbero confermare le preoccupazioni di chi chiede con insistenza di fare chiarezza sulla destinazione finale delle armi che copiose l’Occidente sta inviando al regime di Kiev. 

Il canale Rybar e e fonti militari francesi affermano che che due cannoni semoventi Caesar francesi forniti da Parigi all'Ucraina sarebbero stati rivenduti e sarebbero finiti in Russia dove attualmente sarebbero in fase di smontaggio.

Donbass Insider ricorda che lo scorso 20 giugno l'avvocato francese Régis de Castelnau aveva pubblicato su Twitter un post in cui annunciava che la Russia aveva messo le mani su due semoventi Caesar forniti dalla Francia all'Ucraina. Ma il successivo 23 la società Uralvagonzavod citata nel tweet di Régis de Castelnau ha risposto con il suo account ufficiale sul canale Telegram dell'avvocato francese: «Bonjour, Monsieur Régis.
Veuillez transmettre nos remerciements au Président Macron pour le don des canons automoteurs.
Ce matériel n’est bien sûr pas tip top… pas comme notre MSTA-S !
Mais néanmoins, il sera utile. Envoyez-en plus – nous les démonterons». 

Quindi Rybar e fonti militari francesi avrebbero confermato che la Russia era riuscita effettivamente ad impossessarsi dei due cannoni semoventi francesi Caesar forniti all'Ucraina. Di tutti i cannoni Caesar forniti a Kiev, risulta che tre sono stati distrutti negli attacchi aerei su Kurakhovo, uno è stato distrutto sulla penisola di Kubanski nella regione di Odessa, mentre questi due sarebbero stati venduti al prezzo - che Donbass Insider definisce ridicolo - di 120.000 dollari ciascuno. 

Un cannone semovente Caesar vale circa 7 milioni di euro! Quindi la Francia ha fornito due cannoni semoventi Caesar per 14 milioni di euro, che sarebbero stati rivenduti per 240.000 dollari. «I contribuenti francesi apprezzeranno il fatto che le loro tasse siano state utilizzate per pagare un tale spreco!», commenta Christelle Néant. 

Donass Insider ipotizza che i cannoni semoventi Caesar siano stati venduti a un intermediario (gruppo armato o trafficante di armi) che a sua volta ha venduto i semoventi alla Russia, che adesso avrebbe così la possibilità di smontarli e analizzarli. Mosca sarebbe interessata al sistema di guida e di coordinamento del fuoco del cannone semovente Caesar.

Scrive Christelle Néant: «E per finire, non solo questa fornitura di cannoni semoventi ha privato diverse unità francesi della loro artiglieria (ad alcune di esse è rimasto solo un Caesar), ma come bonus, alcuni di questi pezzi di artiglieria erano destinati al Marocco in base a contratti governativi, mentre gli altri erano stati ritirati dal servizio.

Questo è il livello di incompetenza di Emmanuel Macron! Non solo ha completato la distruzione delle relazioni franco-russe dicendo a Vladimir Putin in tono sprezzante, quattro giorni prima del lancio dell'operazione militare russa, che non gli importava nulla delle proposte dei separatisti (violando così gli accordi di Minsk) e che non sapeva dove il suo avvocato avesse imparato il diritto - mentre vi ricordo che il Presidente russo è laureato in legge all'Università di Leningrado (! !!!) - ma per di più ha spogliato l'esercito francese per permettere ad alcuni ucraini di riempirsi le tasche e alla Russia di poter fare reverse engineering dei cannoni semoventi Caesar!!!

Meno male che il soprannome di Emmanuel Macron è ‘Mozart della finanza’, perché altrimenti non vi dico cosa sarebbe successo! Vi ricordo che la Francia si è già resa complice dei crimini di guerra dell'Ucraina fornendo a Kiev i cannoni semoventi Caesar utilizzati contro le aree residenziali del Donbass, e ora, grazie alla sua crassa incompetenza, il Presidente francese ha appena offerto su un piatto d'argento questi stessi cannoni a un Paese indicato dalla NATO come una minaccia! Bravissimo!». 

La vendita degli armamenti francesi forniti al regime di Kiev è probabile anche per BulgarianMilitary.com, un analista politico del portale afferma che la possibilità che i due obici siano stati venduti a Mosca è evidente nel tono e nel finale delle parole dell'avvocato e politico francese Régis de Castelnau. «È molto chiaro per lui (l’avvocato francese) che durante la guerra, oltre ai prigionieri di guerra, gli avversari acquistano diversi equipaggiamenti stranieri. Questa è la guerra, alcuni muoiono, altri abbandonano le loro posizioni per paura e altri ancora traggono profitto dalla guerra». Il finale del commento ‘Grazie Macron, stiamo pagando’ suggerisce che Régis de Castelnau ritiene che i due obici non siano stati abbandonati e quindi catturati, ma venduti.

Il business della vendita illegale di armi da parte degli ucraini ai russi è noto anche all’Interpol. Il portale tedesco Overton-Magazin scrive che le preoccupazioni emergono chiaramente nelle dichiarazioni di Jürgen Stock, segretario generale dell'Interpol, «che teme che le armi vengano consegnate a organizzazioni criminali. Tuttavia, questo sta accadendo con la complicità dei governi occidentali, che non sono disposti a mettere in atto meccanismi di salvaguardia e di controllo per l'uso di queste armi. In realtà, nemmeno i servizi segreti statunitensi sanno dove siano dirette le armi consegnate all'Ucraina».

Le stesse preoccupazioni sull’ingente quantità di armi che affllusice in Ucraina, praticamente impossibile da controllare, sono state espresse dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, il quale in tv ha ricordato come organizzazioni criminali italiane in passato abbiano acquistato armi in Bosnia e Montenegro. «Il mercato nero delle armi esiste ancora. In Bosnia, ogni famiglia nucleare ha il suo arsenale. Dopo la guerra nell’ex Iugoslavia, le mafie, le organizzazioni criminali, andavano in Bosnia, in Montenegro, e un kalashnikov costava 750 euro. Subito dopo la guerra, ogni famiglia aveva 4/5 kalashnikov, due bazooka, dieci chili di plastico C3 e C4”, quindi continua Gratteri “chi dice che questo non possa ripetersi? Queste usate dagli ucraini sono armi più sofisticate, sono armi pesanti. A prezzi stracciati, sono facilmente acquistabili. Dobbiamo stare attenti, però: non sono tracciabili. A chi le stiamo inviando?».

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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